Il dilemma del carrello ferroviario

Probabilmente conoscete il dilemma del carrello ferroviario.
In sintesi un tram (o treno) non può frenare e sta procedendo su un binario sul quale sono legate cinque persone. Su un binario parallelo è legata un’altra persona, sola.
Io posso scegliere tra:
1) lasciare che il tram prosegua
la sua corsa uccidendo le cinque persone,
2) azionare lo scambio e uccidere quella che sta da sola.

È un dilemma famoso che mette in correlazione il peso di un nostro non fare nulla (che però lascia morire più persone) con un nostro “fare” attivo che causa sí una sola morte, ma sentita appunto come direttamente dipendente dalla nostra azione.

Ci sono molte varianti di questo dilemma ma a me piace strutturarlo in modo “personale”: quando sono certo di aver scelto una delle due opzioni introduco una variabile che sposta la scelta dall’altra parte. Esempio: la persona da sola è un neonato mentre i cinque di là sono ultracentenari. Così andrei a salvare il neonato. Ma a quel punto cambio: il neonato ha problemi di salute e probabilmente non sopravviverà che pochi giorni, mentre uno dei cinque ha vent’anni. A quel punto sposto la scelta dall’altra parte ma allora bilancio di nuovo: il neonato ha il 90% di possibilità di guarire. Nuovo spostamento e nuova variabile: il neonato diventerà il nuovo Hitler con una probabilità del 1%.
Insomma, se giocate così con la vostra mente, a un certo punto creerete la situazione di stallo perfetta, un bilanciamento di posizioni che vi metterà in totale difficoltà: scegliere chi salvare sarà per voi impossibile.

Vi invito a compiere questo esercizio mentale per imparare a conoscervi meglio ma anche per abituarvi all’idea che alla fine, è tutta una questione di equilibri delicatissimi, destinati a crollare al più piccolo cambiamento e che è bene che sia così, perché la vita ci ha insegnato a essere adattivi: le scelte ideologiche, i pre-schieramenti e il volersi mostrare duri e puri (“Ah, io sicuro salverei sempre i cinque”, “ah, io sicuro salverei sempre chi è più giovane”, “ah, sicuro io…”) non portano sempre i migliori risultati perché viene a mancare ponderazione, valutazione, mediazione.

Ma soprattutto le scelte “di campo”, le certezze incrollabili, le supercoerenze, deresponsabilizzano perché demandano ogni conseguenza negativa a una scelta già fatta a monte, ideologica e dunque sentita come “superiore” a noi.

Pensateci.

Per la cronaca il mio personale equilibrio, che mi blocca e non mi fa scegliere, ce l’ho se su un binario ci sono cinque meravigliose ragazze a forma di Margot Robbie ma in cinque varianti etniche diverse, intelligenti, di cultura, amanti dell’umorismo, bisex ed economicamente benestanti, pronte a ringraziarmi a vita in ogni modo possibile e sull’altro binario un Piero Angela destinato a vivere altri cent’anni che mi tenga con sé per sempre <3

Una risposta a “Il dilemma del carrello ferroviario”

  1. Apro lo scambio a metà e il tram deraglia giusto in mezzo.
    Salvo Piero Angela, salve Margot Robbies, salvo il mondo.

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