Che l’uomo sia un essere progettato per prendersi per il culo si capisce già dalla sua continua smania di trovarsi impegni inutili, di sistemare cose marginali, di dedicarsi ad attività assolutamente imbecilli come il collezionismo, la minuta catalogazione delle cose e la messa in ordine maniacale, dalla casa all’auto, dai cassetti della biancheria alla propria scrivania, in un anelito di iperbolica perfezione, ma di fatto realizzando solo il prontuario compulsivo del Furio verdoniano.
Tutto per occupare la mente, illudersi di poter controllare il flusso del tempo e dell’inesorabile divenire attorno a sé, e sfuggendo così, con questa leggerezza prossima alla pura stupidità, al pensiero della propria certa – e magari vicina – morte.
E ciò che più mi fa e mi ha sempre fatto specie, è sentirmi opporre la solita obiezione: “Eh, ma se uno ragiona così si deprime e basta: non si può mica pensare sempre alla morte”, come se uno scegliesse di essere realista, potesse decidere se ragionare o mettere da parte la realtà, mantenendo comunque onestà intellettuale.
Come se un ateo potesse razionalmente, pascalianamente, scegliere di credere in Dio.
La premessa era sì, che l’uomo è progettato per prendersi per il culo.
Ma questo non vale per tutti. Non vale per me.
Se vedeste il casino che ho in casa mi dareste ragione.
Ma v’immaginate, un ictus mentre state accoppiando i calzini, o mentre state sistemando per colore le mollette della biancheria?
Questa l’ultima immagine lucida della vostra vita?
Bestie che siete.
Meno delle bestie, che di certo non perdono tempo ad allineare statuine, abbinare cravatte, lucidare cruscotti.
Avete mai visto uno gnu lucidare un cruscotto?
Magari con una pelle di daino, che è pure a portata di mano. Invece niente.
Visto che non dico cazzate?
Auguri di buone feste.