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“Cosa sarebbe se”.

Il genere fantascientifico, così come quello distopico, hanno la capacità di aprirci un universo di possibilità altrimenti sigillate dentro gli angusti spazi del “reale”.

“Cosa sarebbe se” un “essere” prendesse possesso di noi, col nostro stesso consenso?

“Cosa sarebbe se” ci trovassimo a vivere una seconda linea della nostra esistenza?

“Cosa sarebbe se” avessimo concretamente la possibilità di vedere nel passato?

Questi racconti, che portano il lettore a cercare di anticipare le vicende e al contempo gli chiedono di completarle, rappresentano i personali “cosa sarebbe se” dell’autore, nei quali tutti potranno proiettare i propri personali “cosa sarebbe se”, in un viaggio verso l’immaginifico a preconizzare realtà impossibili solo per chi ha smesso di cercare l’uscita dalla gabbia della realtà.

 

Perché questa idea di buttare giù un libro di storia demenziale? Perché avevo finito le medicine. E perché imparare dalla Storia con la “S” maiuscola significa comprendere meglio il presente.

La scuola troppo spesso non valorizza abbastanza questa materia secondo me fondamentale, e forse da ragazzi non siamo in grado di apprezzarla come dovremmo. Dunque ho pensato di prendere due piccioni con una fava: ripassare fatti storici che hanno segnato un periodo-chiave nell’evoluzione della nostra società a partire dal medioevo, ma presentarli con una chiave umoristica che li rendesse più godibili a tutte le età.

Il ragazzo così potrà approcciare alla Storia con uno spirito più leggero e magari imparare qualcosa che i polverosi libri tradizionali non riescono a trasmettere.

L’adulto potrà rinverdire ricordi magari sepolti e rivedere gli eventi studiati da giovane in chiave ironica e scanzonata.

Questa narrazione racconta fedelmente i fatti accaduti durante l’intero medioevo, passando per l’era moderna fino ad arrivare alla storia contemporanea. Volevo fornire per la prima volta un trattato che fosse sia fedele che godibile.

Tutti i fatti descritti sono veri. Wikipedia potrà confermare, almeno per la prima parte dell’evento. Poi riporto mie aggiunte, frutto di ricostruzioni personali effettuate scartabellando negli archivi Vaticani* ma soprattutto nel mio sottoscala mentale**. 

Perché è importante conoscere, studiare, capire, ma mica necessariamente anche rompersi più di tanto. 

Iniziamo col 5 Settembre 476. Fine dell’Impero Romano d’Occidente. È da questa data che inizia il Medioevo. Ed è da qui che partiamo noi con la nostra cronistoria.

*Potrebbe non essere vero.

**Potrebbe essere vero.

Queste righe son state scritte per tre motivi:
– Incapacità di dedicarmi ad un hobby diverso: non mi piacciono i francobolli, non so niente di farfalle, mettere navi in bottiglia è cosa malata (a meno che tu non sia un marinaio, amante delle miniature e molto, ma molto piccolo) e quel che so fare meglio non viene considerato “hobby” se non in Vaticano;
– Provare a cambiare la pur piacevole tonalità di rosso del mio conto;
– Ora non ricordo ma lo sapevo professo’.

Cosa troverai in queste pagine: la mia personale filosofia su vita, religione e sesso, ciò che l’esperienza mi ha insegnato e che adesso voglio condividere con te, che hai speso questi spiccioli e confidi saggiamente in me. Io non so se queste pagine valgano il prezzo pagato (non so a quanto stiano al kg) ma son sicuro che potrai trarne validi spunti di riflessione o almeno un discreto succedaneo della Diavolina.
Mal che vada lo puoi sempre regalare a qualcuno. Accertati solo che non sia l’autore.

AVVERTENZA: il linguaggio è esplicito: per intendersi, niente caratteri cuneiformi. Magari qualcuno nelle note. Farò gran uso di riferimenti sessuali (se non si pratica almeno se ne parla). Quando avrò da raccontare del mio rapporto con la vagina non avrò peli sulla lingua.
(Come mai quest’ultima frase mi suona così male?)

Saranno trattati temi delicatissimi come sesso anale, cunnilingus, pedofilia, pratiche automobilistiche.
Attaccherò violentemente il clero, il Vaticano, la Chiesa, il Papa.
Ma me la prenderò anche con chi crede davvero in Dio.

L’altro lato di UMC.
Perché c’è un tempo per ogni cosa.
Una raccolta di cento poesie, scritte in vent’anni.

Una tra tutte:

A RIEMPIR DI MANI LE MANI  

E adesso ti porterò
sopra colli avvolti da nebbia pittrice,
a conoscere la maestra di caligine
che tesse vapore di cotone
e nasconde nei raggi senz’ombra
pianti di uomini che non sanno dissolverla.

E adesso ti porterò
dove si puo’ respirare seta
e le figure si lasciano sedurre
come lievi danzatrici di fumo,
leggere,
simili a dita intinte nell’olio
che scorrono veloci su vetro,
senza una strada da scegliere,
libere di vagare.
E sognare.

E adesso ti porterò
dove la terra bruciata dal sale guarisce
e la neve s’appoggia garbata,
come un lenzuolo su giovani spalle
che il fresco gentile indossa
e via via si scioglie
in un abbraccio bianco d’aprile.

E adesso ti porterò
ad ascoltare canti distanti
tra luci e colline,
sfumate,
sopite,
zittite d’incanto
quando
saremo ad afferrarci su prati tremanti.

E noi,
tra stinti profili di valli
e bagliori di cristalli che pendono
e oscillano
aggrappati a nuvole finte.

Lontani.

A riempir di mani le mani.