Scendere dal piedistallo

“Credi in te stesso, supera i limiti, puoi raggiungere qualunque obiettivo se ci credi, non arrenderti mai”.

Quante volte l’abbiamo letto, visto nei film?
Sono quattro cazzate in fila.
Quattro cazzate in fila.

“Credi in te stesso” è una roba ridondante e pericolosa, e può avere una positività solo per chi ha coscienza reale dei propri limiti, perché è già partire col piede giusto l’essere scettici su se stessi. Se io non credo nell’attuale me stesso significa che ho i margini e lo sprone per migliorare. Se invece credo in me stesso e penso di poter fare tutto non sono uno motivato ma solo un coglione borioso, che probabilmente a ogni mazzata ricevuta dalla vita incolperà gli altri. Come vediamo attorno a noi ogni giorno: pieno di gente incapace che crede di poter fare qualunque cosa e quando non ci riesce incolpa “il Sistema”, “la gente”, la sfiga. No, probabilmente siete voi, che credete un po’ troppo in voi stessi e non valete quanto pensate.

“Supera i limiti” è una puttanata siderale. Non si superano i limiti. Se sono limiti veri significa che sono insuperabili. Se li superi significa che quelli non erano i limiti e chi li ha definiti tali ha sbagliato. I limiti ci sono, per tutte le cose e per tutte le persone. La frase viene spesso usata per spronare qualcuno a dare il massimo, ma superare i limiti è semplicemente impossibile e chi ve lo chiede in pratica vi sta dicendo di provare a suicidarvi.

“Puoi raggiungere qualunque obiettivo se ci credi”: no. Non è vero. Non è assolutamente vero. Se io credo di poter volare sono uno psicopatico, punto. Se svengo alla vista del sangue non sarò mai un bravo macellaio, men che meno chirurgo. Ciascuno è portato o non portato per qualcosa. Stephen Hawking ha raggiunto gli obiettivi per cui era portato, non avrebbe mai potuto vincere i cento metri piani in una olimpiade, pure a crederci con tutta la carrozzella. Prendiamo coscienza di ciò che siamo, piantiamola di vaneggiare.

“Non arrenderti mai”: e perché? Perché uno non dovrebbe arrendersi una volta tracciato un bilancio di vantaggi e svantaggi dal perseguire una data azione? Se dopo cinquanta tentativi non riesco a superare quell’esame per diventare carabiniere probabilmente dovrei farmi due domande sulle mie capacità e attitudini a quel mestiere e arrendermi sì, per il bene non solo mio ma della collettività. Certo che devo arrendermi in certi casi: ma chi sono, Homer Simpson nella puntata nella quale ogni volta che prende la ciambella riceve una scarica elettrica e continua imperterrito a prendere ciambella e scossa insieme? Arrenditi, Cristo, scegli un’altra strada, sii elastico, cosa sei, una bestia irrazionale?

Piantatela di illudere la gente, piantatela di dire cazzate, piantatela di parlare come nei discorsi motivazionali alla Braveheart, piantatela di fare danni vendendo fumo: siamo persone normali, con limiti intellettivi, fisici, biologici. Facciamo un atto di umiltà: sarebbe già una grandissima cosa se iniziassimo a prendere coscienza di quanto siamo niente.

Io quando mi ricordo di chiudere il gas mi sento migliore della maggior parte del genere umano.

Ma questa è anche disistima verso voialtri <3

I cazzi degli altri

Teenage girls in conflict

Pubblichi foto erotiche, ammiccanti. Ci sta, è un tuo spazio, ci mancherebbe. Ed è stupido chi viene a farti la morale: tu pubblichi quel che ti pare. Qualcuno ti dice che è roba di “Cattivo gusto”, come se ci fosse un parametro oggettivo, una misura. Il tuo “buon gusto” può essere totalmente diverso dal mio, e comunque siamo nel 2019 e dovrebbe essere lontana l’epoca delle censure espressive (“L’origine du monde” di Courbet insegna). “Mi vieni a fare la morale per due foto che pubblico? Ma che problemi hai?”.

Ti scrive in privato uno, che nella foto profilo sorride accanto a due bambini.
Non si sa chi siano i bambini ma PRESUMI siano i figli (potrebbero essere nipoti, due perfetti sconosciuti immortalati in occasione di qualcosa, non si sa).
Avendo presunto fossero i figli, PRESUMI sia sposato (potrebbe essere vedovo, single, fidanzato, separato, divorziato, gay, tutto).

Il tizio ti scrive che le tue cose glielo fanno venire duro e lui si smanetta al pensiero.

Tu pubblichi la schermata, con nome e cognome dello smanettatore, foto profilo in chiaro con tanto di bambini sbaciucchianti accanto.

Perché?

Perché il tizio ha fatto qualcosa che non doveva, una roba di “Cattivo gusto”, come se ci fosse un parametro oggettivo, una misura. Il tuo “buon gusto” può essere totalmente diverso dal mio, e comunque siamo nel 2019 e dovrebbe essere lontana l’epoca delle censure espressive (“L’origine du monde” di Courbet insegna). [loop]

Ehi, ma prima valeva per te, adesso non vale per lui?

E via una serie di commenti a insultare, sbeffeggiare, condannare il pippaiolo.

Tutti con la sentenza in mano.

Tutti che davano per buone le presunzioni di cui sopra.

Pochissimi a opporre un: “Scusate, ma perché state mettendo alla gogna quel tizio?”.

Invece un fiorire di: “È stata una cosa di cattivo gusto”, “Ha figli, non dovrebbe scrivere certe cose”, “Si dovrebbe vergognare”, “Vorrei vedere se viene a saperlo la moglie”.

Moglie che magari non c’è. Ma pure se fosse? È una conversazione privata. Il reato l’hai commesso tu che pubblichi robe private, non lui. La porcata “di cattivo gusto” (aridaje) l’hai fatta tu, non lui. Lo schifo reale lo hanno creato i commentatori coi loro sfottò, non lui.

Commentatori tutti impeccabili, dalla sessualità inesistente e dalla morale inappuntabile, esseri efebici o del tutto eterei, vicini alla purezza del Signore.

I cazzi degli altri.
Voi vi fate i cazzi degli altri, e sapete perché?
Perché siete marci, siete marci dentro, e avete un bisogno immane di sentirvi migliori e di mostrare agli altri di esserlo. Avete bisogno di capri espiatori da condannare, poveracci da affossare, condanne da eseguire.
Perché fate schifo e non avete i coglioni per ammetterlo, per accettarlo.
E fate schifo per il solo fatto di essere persone, esseri umani, con tutto il carico di debolezze degli esseri umani.
E vi serve sublimare, distaccarvi da questa merda, sentirvi buoni come vi sentite quando date l’euro al poveraccio, e antirazzisti se il poveraccio è di colore (jackpot!).

Voi state sempre a rincorrere una figura di voi che non esiste.
Per questo siete perennemente stressati, sfibrati, stanchi.

Io sono un pezzo di merda, ho un casino di limiti, fatico tantissimo ad accettare certe cose. Ma ho da un pezzo accettato me, il mio essere un essere umano, con tutto il carico di merda correlato.
Quando ci riuscirete pure voi vedrete che dei cazzi degli altri che non vi coinvolgono, non vi tangono, non vi creano problemi personalmente, smetterete di interessarvi.

Fatemi sapere.