Noi siamo meglio di voi

fundamentalist

Gli ultrà del Feyenoord. L’Isis. L’associazione genitori cattolici. In ordine di pericolosità crescente.

Cosa vi spinge ad appartenere a un gruppo di persone identificabile, inquadrabile, riconducibile a una sigla, un nome, una identità chiara?

Certo, pure io sono “Automobilista” quando guido, ma più che un gruppo, questo rappresenta una semplice identificazione semiologica. Tanto che mi trasformo in “pedone” istantaneamente, senza soffrire di perdita di identità o riconoscibilità sociale.
E sono “Adulto” in quanto rientrante in un certo range di età. Sono così “Sportivo” mentre sto in palestra, ma “Pantofolaio” quando mi stravacco sul divano.

Queste sono definizioni, non appartenenze.

Quelle che intendo come inutili, se non dannose, sono le vere appartenenze, quelle a gruppi identificati e che creano persino una sorta di “orgoglio” collettivo. Esempio classico è il tifoso.
“Orgoglioso di essere juventino”, vedendo poi gli appartenenti alle altre tribù come nemici. Ma anche il “grillino” rientra in questa patologia: mostra spesso una animosità da posseduto, come portasse in sé il sacro fuoco della Verità, mentre gli altri: “CIECHI! SVEGLIAAA!”. Un ultrà sociopolitico che sfuma nel sociopatico.

La domanda che mi pongo in questi casi è: ma sono io a non riuscire a trovare da nessuna parte una Forza in grado di coinvolgermi anima e corpo? Sono io a non aver raggiunto ancora l’illuminazione, inquadrato la mia personale Setta, abbracciato il mio Credo, scovato la passione in grado di farmi rigettare ogni dubbio? Oppure siete voi, che nel gruppo, nell’assimilazione a un tutto – che sia grillismo, tifo da stadio, fissazione vegana, sistematicità della ripetizione di un comportamento (“orgoglioso di essere un ciclista”, “orgoglioso di essere un rugbista”, “orgoglioso di essere un italiano”, “orgoglioso di essere militare”, “orgoglioso di essere Civati”) avete trovato non tanto qualcosa in cui credete completamente perché intimamente convinti ma solo un modo per sentirvi parte di qualcosa di diffuso (a parte Civati), conferendo così alla vostra esistenza un valore che altrimenti non avrebbe?

Perché siete così sicuri che l’Inter faccia schifo? Su che parametri? Vampeta? Beh, sì, ma non andiamo su casi così palesi, dai.

Perché i politici sono tutti ladri e Grillo è l’unico onesto e in grado di ripulire il Paese? Non dico che non lo sia, eh. Ma non riesco davvero a Credere, ad avere questa passione e Fede cieca in nulla, a non coltivare sempre un dubbio su ogni cosa e persona. Questo mi impedisce di appassionarmi totalmente a qualcosa. Mi evita i fondamentalismi.

Ma come vi tiene cuore di condividere sulla vostra pagina di Facebook ogni puttanata di Di Battista?

Cosa spinge a pubblicare ogni giorno roba monotematica, sullo stesso argomento? Ma non è noioso? Non vi sentite ingabbiati da voi stessi? Io, se faccio due volte la stessa strada lo stesso giorno sento un senso di fastidio. Ma è proprio il ripetere sempre lo stesso pensiero, con gli stessi meccanismi che ruotano attorno agli stessi temi, che credo sia cosa malata.

È per questo che cambio partner a ripetizione. Questo non implica non trovare comunque costante interesse nella stessa persona.

Faccio notare che non ho minimamente accennato al fenomeno più evidente di follia collettiva, di cieco credere a qualcosa di appartenente al mondo del trascendente, in nome del quale si scatenano guerre ogni giorno, dalla notte dei tempi, e gli uomini si mettono contro altri uomini.

Parlo della figa.

Scherzo, dai.

La figa esiste.

Processi storici demenziali – Calciopoli

[Processi storici demenziali – Atto5 – Calciopoli]

[Processi precedenti: Socrate, Gesù, Galileo, Norimberga]

[Prossimi processi: Berlusconi]

 

Calciopoli

 calciopoli

2006: il nostro calcio è investito dal più grosso scandalo della sua storia dai tempi di Vampeta all’Inter. E di Gresko. E Pancev. E Sforza. E Sukur. E Farinos. E Domorau. E Ventola. E… Scusate. L’Inter, dico.

Vengono rese note intercettazioni dalle quali emerge una serie di incontri illeciti, combine, insabbiamenti, favori e personaggi ambigui. Ma del processo Dell’Utri parleremo un’altra volta.

Le indagini da parte del Procuratore federale Palazzi si concludono alla fine di giugno 2006 e l’intera serie A viene stravolta. Penalizzate duramente Juventus, Milan, Fiorentina e Lazio. All’Inter viene assegnato il titolo di Campione d’Italia 2005-2006. E ci giocavano WOME, KILY GONZALEZ, BOUMSONG e ADRIANO. Per dire.

La società maggiormente colpita dalla giustizia sportiva è la Juventus: riconosciuta colpevole di illecito sportivo, le viene revocato il titolo di Campione d’Italia 2004-2005 e non le viene assegnato nemmeno quello 2005-2006 in quanto fu retrocessa all’ultimo posto in classifica. La squadra scende così per la prima volta in Serie B, con la sanzione accessoria della penalizzazione di 9 punti e soprattutto di dover andare a giocare col Frosinone. A Frosinone.

Campioni del mondo come Del Piero e Buffon accettano di seguire la loro squadra anche nella serie inferiore, dimostrando attaccamento ai colori, grande professionalità, assenza di reale mercato.

Dal mondo sportivo si passa al penale: il processo di primo grado su Calciopoli ha luogo tra il 2008 ed il 2011 presso il tribunale di Napoli.

L’imputato principale è Luciano Moggi. Le accuse: violazione delle norme di lealtà, correttezza e probità sportiva, illecito sportivo, chiusura arbitri nello spogliatoio, antipatia.

 

Giudice: Allora, chiamiamo a deporre Luciano Moggi

Moggi: Eccomi signor arbitro

G: Giudice

M: Sì, scusi, abitudine.

G: Allora, dalle intercettazioni risulta che lei intratteneva rapporti con i designatori arbitrali.

M: Detta così pare una frociata.

G: In effetti. Insomma lei li chiamava per influenzare le designazioni per le partite delle sue squadre in modo da ottenere arbitri considerati favorevoli.

M: Ma non è così! Io semplicemente mi informavo su chi fosse l’arbitro.

G: Vuole dire che era solo per conoscere la designazione in anticipo?

M: Ma certo.

G: A parte che anche questo è vietato…

M: Eh, mo’ è vietato tutto. Vai a vedere che è vietato pure per una squadra comprare un calciatore.

G: Beh, nel periodo di calciomercato è consentito, certo.

M: …Nel periodo… di… AAAH! “Comprare” in quel senso! Ahahah! Nono, io dicevo…

G: Che diceva?

M: Niente. Quello, sì.

G: Ripeto: ci sono prove su un suo premere al fine di ottenere designazioni di comodo.

M: Eh, “di comodo” adesso. Mica hanno mai concesso a me di arbitrare! Quella sì sarebbe stata di comodo.

G: Signor Moggi, non facciamo ironia.

M: [sottovoce] Veramente io l’avevo chiesto proprio…

G: Che dice?

M: Niente.

G: Allora nega che quando alle sue squadre venivano assegnati certi arbitri lei poteva opporsi e proporne altri?

M: Che dicono le intercettazioni al riguardo?

G: Che le cose stavano così.

M: E allora era così… a meno che…

G: Cosa?

M: Si sentono bene bene le intercettazioni?

G: Sì, certo.

M: E allora è così, cazzo vi devo dire.

G: Tra l’altro in alcune occasioni la si sente lamentarsi vigorosamente di alcune assegnazioni.

M: Magari mi è scappata una parola di disappunto, ma è normale se l’arbitro non accettava i sol…

G: Accettava che?

S: Non accettava di confrontarsi serenamente sulle dinamiche di gioco.

G: Le sue parole furono: “Se non ci mettete Massimo De Santis do fuoco alle vostre case”.

M: Ma non mi pare poi una minaccia grave.

G: Aggiungendo poi: “e alle vostre mogli”.

M: Vede? Già si va a calare.

G: Comunque non si può fare.

M: La cosa delle case?

G: Pure delle mogli.

M: Ne è sicuro?

G: Ma certamente! Credo.

M: Va bene. Però non mi pare un reato grave. Non più di colpire i telespetatori della Domenica Sportiva con quelle luci riflesse da Paola Ferrari.

G: Di quello ci stiamo occupando in altro procedimento, lei non si preoccupi.

M: Va bene. Senta, ne abbiamo per molto? Sta per iniziare Juventus-Sampdoria e devo andare a parlare con un arbitro.

G: E cosa dovrebbe dire all’arbitro?

M: Niente, le solite cose. Che mi interesso di lui, del suo lavoro… della sua famiglia.

G: Lei andrà via quando glielo dirò io. Comunque: sono emerse prove inconfutabili circa un intreccio di telefonate che miravano ad ottenere designazioni di favore, intimidazioni verso arbitri non compiacenti, minacce in caso di non accoglimento delle vostre richieste.

M: Ora mi lusinga.

G: Guardi che è roba grave, sa?

M: Non più di dover avere contatti con Biscardi.

G: Mi rendo conto. Infatti quelle intercettazioni sono quelle che più ci hanno creato problemi di comprensione. Avete usato un codice, eh?

M: Ma che codice?

G: Eh, “Il moviolone! Clamoroso sgup!”. Ma noi siamo furbi.

M: Certo.

G: Insomma, abbiamo acquisito elementi sufficienti.

M: Ma quali elementi! Non avete niente! E’ tutta una montatura!

G: Ma se ci sono ore di intercettazioni!

M: False! Intercettazioni false! Questo stesso processo è una falsità. Lei stesso è un falso! Se ci fosse uno spogliatoio la chiuderei dentro!

G: La richiamo all’ordine! Questo è oltraggio alla Corte!

M: Io ti faccio sostituire da Paparesta!

G: Portatelo via!

M: Buffoni! Buffoni!

G: Via!

[Moggi viene portato fuori a forza]

G: Dio quanto mi sta sul cazzo quello.

 

Moggi viene condannato e radiato. Condannati anche Antonio Giraudo per la Juventus, i fratelli Diego ed Andrea Della Valle per la Fiorentina, Claudio Lotito per la Lazio e Pasquale Foti per la Reggina.

Coinvolti nello scandalo anche i due designatori arbitrali Pierluigi Pairetto e Paolo Bergamo, e diversi arbitri: Massimo De Santis, Paolo Dondarini, Paolo Bertini, Domenico Messina, Gianluca Rocchi, Paolo Tagliavento, Pasquale Rodomonti.

Gianluca Paparesta ottiene uno sconto sulla pena perché aveva già passato un periodo detentivo nello spogliatoio di Reggio Calabria ad opera di Moggi.

 

E grazie a questa decisa azione oggi il calcio è davvero pulito.

Ci scommetto.

[Sipario]

Processi storici demenziali – Norimberga

[Processi storici demenziali – Atto4 – Norimberga]

[Processi precedenti: Socrate, Gesù, Galileo]

[Prossimi processi: Calciopoli – Berlusconi]

 

 

Norimberga

 

processo-norimberga1

20 novembre 1945, dopo una prima udienza a Berlino entra nel vivo il più importante processo della storia: Norimberga. Imputati gli alti gerarchi nazisti in un procedimento che durerà 218 giorni.

Presiede il giudice britannico lord Geoffrey Lawrence.

 

Lord Geoffrey Lawrence: Allora, vediamo un po’ cosa c’è da fare. Di cosa parliamo oggi, cancelliere?

Cancelliere: Dei crimini nazisti, signor giudice.

LGW: Tutti?!

C: Tutti.

LGW: Cristo, non ne usciamo prima di stanotte

C: Penso molto più tardi, signor giudice.

LGW: Dai, facciamo presto ché c’è Norimberga-Colonia stasera.

C: Questa della partita l’ho già sentita.

LGW: Ha capito anche lei che è il filo conduttore di tutti questi atti? C’era pure in Socrate, Gesù…

C: Comunque non penso ce la facciamo, signor giudice.

LGW: Vedremo. Chi sono gli imputati?

C: Karl Dönitz, Frank Hans, Wilhelm Frick, Hans Fritzsche, Walter Funk, Hermann Göring…

LGW: Piano, piano. Quanti ne sono?

C: Parecchi.

LGW: Perché non partiamo con quello che comandava? Quello coi baffetti…

C: E’ morto, signor giudice.

LGW: Cristo! E come?

C: Si è sparato.

LGW: Ma non ne sapevo niente. Era sempre triste, certo, con quella bombetta ed il bastone, ma da qui ad ammazzarsi…

C: Ehm, credo che stia confondendo con Charl…

LGW: Basta basta, andiamo avanti. I capi d’imputazione.

C: Cospirazione, aggressione contro altri Stati, violazione di trentaquattro trattati internazionali, crimini di guerra, violazione della Convenzione dell’Aja, crimini contro l’umanità, genocidio…

LGW: Cancelliere, ha mica preso il fascicolo di Berlusconi?

C: Chi?

LGW: Vabbè. Chi manca?

C: Sono assenti in questo procedimento Adolf Hitler, Joseph Goebbels e Heinrich Himmler, vostro onore.

LGW: Sono assenti giustificati?

C: Sono morti suicidi, signor giudice.

LGW: [sussurrando] In Brasile?

C: [sussurrando] Brasile, sì.

LGW: [sussurrando] Che cazzo aspettiamo pure noi ad andarcene da ‘sto cazzo di freddo?

C: [sussurrando] Maturiamo la pensione e poi via di culi e samba.

LGW: [sussurrando] Sì cazzo. [Voce normale]: Altri assenti?

C: [Brasiiiillll. nanananananananaaaa…] .

LGW: Cancelliere!

C: Mi scusi signor giudice. Martin Bormann è contumace. Manca anche Heinrich Muller, della Gestapo.

LGW: Me lo ricordavo all’Inter.

C: Quello è un altro, signor giudice.

LGW: Capisco. Poi?

C: Manca Adolf Eichmann, responsabile della “Soluzione finale”.

LGW: Un matematico, dunque. E non tornano i conti: ahahahahahah!

C: [silenzio]

LGW: Rida, cancelliere!

C: ahahahahahah!

LGW: Bene, aspettiamo che i servizi segreti israeliani facciano il loro corso.

C: ahahahahahah!

LGW: Questa non era una battuta, cancelliere.

C: Mi scusi.

LGW: Cominciamo. Chi è il primo?

C: Karl Dönitz, grande ammiraglio, comandante della Kriegsmarine, successore di Hitler; firmò la resa.

LGW: Ammiraglio, cos’ha da dire in sua difesa?

Karl Dönitz: “Eseguivo gli ordini”.

LGW: [Con tono da bambino] E allora se uno ti dice di buttarti dal ponte lo fai? Eh? Lo fai?

Karl Dönitz: Ma… io…

LGW: [Con tono da bambino] Gnegnegne. Cancelliere, appresso.

C: Hans Frank, avvocato, dal 1939 fu…

LGW: Avvocato? Mi basta. Appresso.

C: Wilhelm Frick, ex ministro degli Interni.

LGW: Di cosa è accusato?

C: Ha introdotto una legge sulla sterilizzazione chirurgica dei malati.

LGW: Non mi interessano le poche cose buone che pure avrà fatto. Qua si parla di crimini.

C: E’ tedesco, signor giudice.

LGW: E tanto basta. Poi?

C: Walter Funk, ministro dell’economia.

LGW: Il nome però e figo.

C: Magari gli diamo uno sconto di pena?

LGW: Probabile. Che ha fatto?

C: Praticamente tutto. Ha messo in moto la macchina economica a sostegno dell’Olocausto.

LGW: Se condanniamo lui allora pure Monti…

C: Eh?

LGW: Niente, ogni tanto ho dei flash forward.

C: Eh?

LGW: Cancelliere, si è incantato? Avanti.

C: Hermann Göring, il “numero due” della Germania nazista.

LGW: Ah, terzino destro. Cosa ha fatto? Qualche entrataccia?

C: Istituì il Geheimes Staatspolizeiamt che successivamente divenne la GeStaPo.

LGW: Questi campionati minori sono sempre più un casino.

C: Fu uno dei principali artefici della potenza militare tedesca.

LGW: Un pezzo grosso insomma. Implicato nel calcio scommesse, dica la verità.

Hermann Göring: Ma cosa dice!

LGW: Cancelliere, questo lo passiamo a Guariniello. Il prossimo.

C: Alfred Jodl, generale di corpo d’armata. Preparò tutti i piani di guerra della Germania.

LGW: Questo ce lo teniamo per il Risiko. Poi?

C: Ernst Kaltenbrunner, Wilhelm Keitel, Neurath von Konstantin…

LGW: Cancelliere, io mi sarei già rotto.

C: Ce ne sono ancora tantissimi, signor giudice.

LGW: Senta, io ho sentito che è nell’aria un bell’indulto…

C: Non penso che questi crimini ci rientrino.

LGW: Uff… vogliamo sentire un po’ di testimoni?

C: Ce ne sono milioni in effetti.

LGW: Ma cazzo! Non li avevano ammazzati tutti, ‘sti ebrei?

C: Sono tosti, signor giudice.

LGW: Dai, vediamo un po’ di prove.

 

Vennero illustrati dodici anni di regime, attraverso duemila prove documentarie e centinaia di testimonianze. Lavoro coatto nelle industrie tedesche, persecuzione degli ebrei, campi di concentramento. In aula furono proiettati filmati dei lager nazisti subito dopo la liberazione dei campi. Fu poi la volta dell’accusa sovietica circa i crimini di guerra e contro l’umanità commessi dalla Germania durante l’Operazione Barbarossa, che portò quest’ultimo a vincere inopinatamente Sanremo nel 1992 con “Portami a ballare”. Le conseguenze di quell’eccidio di telespettatori sono tragicamente note.

 

LGW: Dunque, qua vedo che l’invasione dell’Unione Sovietica comportò l’eliminazione di ebrei, zingari e commissari politici russi.

C: Esattamente, signor giudice.

LGW: Mi sembra dunque che tutto questo possa legittimamente configurare delle attenuanti generiche.

C: Esattamente, signor g… che?!

LGW: Dai, ora non esageriamo: non vorremo del tutto scagionarli per queste opere, pur meritorie?

C: Ma come? Hanno ammazzato pure bambini…

LGW: Sì, ma zingari. Che poi crescono e si sa.

C: Signor giudice, mi permetto di dissentire.

LGW: Faccia un po’ come cazzo crede, cancelliere. Tanto comando io.

C: Ma, le fucilazioni… gli stermini di massa… Pensi che il generale SS Otto Ohlendorf uccise da solo ben 90.000 ebrei, comprese donne e bambini, nel giro di un anno!

LGW: Che esagerazione! E’ vero, signor Otto? Ahahahah! Signorotto! Ahahahah! E’ buffo, dai.

C: …

LGW: Cancelliere, rida!

C: Ahahahah!

LGW: Allora, signorotto buffotto, è vero che ha fatto cose brutte agli ebrei?

Otto: Sì. E lo rifarei!

LGW: Eddai, dica che è un po’ pentito.

Otto: Affatto! Quel popolo andava sterminato!

LGW: Uff… ma così sono costretto a condannarla.

Otto: Andrò incontro alla mia pena con la testa alta.

LGW: Fino a che non gliela spezziamo con una corda, signorotto. Si metta agli atti che il signor Otto confessa di aver sterminato tantissimi ebrei e che lo rifarebbe.

C: Ahahahah!

LGW: Cancelliere, che cazzo ride?

C: Mi portavo avanti col lavoro.

LGW: Cancelliere, lei è un coglione. Un altro imputato, dai.

C: Il colonnello Friederich Hossbach, ufficiale di collegamento della Wermacht presso il Fuhrer.

LGW: Bel nome cazzuto. Anche se dagli atti ufficiali non mi risulta.

C: Le ricordo che questa è una ricostruzione cazzona degli eventi, signor giudice.

LGW: Ah, grazie cancelliere. Carina questa commistione tra vero, verosimile, rappresentazione teatrale, costruzione demenziale e immane cacata.

C: Più immane cacata, signor giudice.

LGW: Senza dubbio. Veniamo a noi. Dica, lei cosa ha fatto?

Hossbach:  Mi occupai della pianificazione del “Lebensraum”.

LGW: Cos’è, un dolce austriaco?

Hossbach: Conquistare l’Austria e la Cecoslovacchia, come preludio ad un’ulteriore avanzata verso Oriente: espansione dello spazio vitale.

LGW: Bah, non mi sembra una cosa gravissima. E’ quel che fa pure mia moglie a letto. Mi ritrovo sempre per terra.

Hossbach:  Ma infatti! Qua parlano, parlano ma poi scopri che non sono sposati! Ma lo sa che fa mia moglie invece? Prende le coperte e le tira tutte dal lato suo e…

LGW: Pure la mia! Uguale! Con quei cazzo di piedi gelati!

Hossbach: Io ho sempre dubbi che li metta prima in frigo, apposta.

LGW: O che li prenda da qualche cadavere.

Hossbach: Esatto. A volte penso che li stacchi da qualche ebreo accoppato il giorno prima.

LGW: Ahahahah!

Hossbach: Ahahahah!

LGW: Sarebbe da cacciarle di casa a pedate! Ahahah!

Hossbach: Ahahah! Sarebbe da metterle nelle camere a gas!

LGW: Ahahah! E perché pensa che mangi quei fagioli prima di andare a letto? Ahahah!

Hossbach: Ahahah!

LGW: Cancelliere: metta agli atti che questo tizio mi sta simpatico!

C: Non penso sia rilevante ai fini giuridici, signor giudice.

LGW: Questo lo vedremo.

 

Vennero portate altre prove, tra cui il diario di Hans Frank, meno noto di quello di sua sorella, Anna. Hans, nominato da Hitler Governatore generale della Polonia, scrisse quarantadue volumi di diario personale, circa 12.000 pagine. E’ che non c’era Facebook. In queste pagine vi era scritto in modo chiaro che bisognava “annientare gli ebrei” e “prendere misure tali da portare al loro sterminio”. Vi erano anche gli ordini del Reichsfuhrer-SS Himmler per la cosiddetta “soluzione finale”, in altre parole lo sterminio della razza ebraica ed anche delle altre razze considerate “inferiori”, tipo i giocatori di rugby.

Fu poi la volta di Himmler, responsabile della deportazione e dello sterminio e della caccia agli ebrei. Insieme ad Heydrich ed Eichmann diede vita al cosiddetto “Protocollo di Wannsee”, che si proponeva lo sterminio di undici milioni di ebrei, tra cui molti registi. I bambini e tutti gli inabili al lavoro venivano direttamente uccisi nelle camere a gas. Così anche i vecchi, che prima però si fermavano a criticare la lentezza di quelle operazioni di lavoro. Gli altri invece erano costretti a lavorare nei campi: braccia rubate al genocidio.

Insieme a loro venivano soppressi anche i malati di mente ma inspiegabilmente molti tedeschi si salvarono.

 

LGW: Cancelliere: mi porti quell’ometto là dietro che si nasconde.

C: Rudolph Hoess, signor giudice.

LGW: Perché si nascondeva?

C: E’ accusato di cose spaventose, signor giudice.

LGW: Ci dica, cosa avrebbe fatto?

Hoess: Ma niente… un po’ di camere a gas…

LGW: Cioè?

Hoess: Mah, ucciso qualche ebreo, ma non ricordo il numero.

LGW: Qua dice 2.500.000

Hoess: Avrei detto meno. Il tempo vola quando ci si diverte.

LGW: Lei non mi piace, sa?

Hoess: Mi spiace. Eppure sono una persona a modo. Posso offrirle un po’ di questo vinello?

LGW: Cos’è?

Hoess: Zyklon B., lo facciamo noi.

LGW: Magari più tardi. Cancelliere: quando tocca ai russi?

C: Non sono previsti, signor giudice.

LGW: Come non sono previsti? Ma se l’invasione della Polonia era stata concertata proprio con loro!

C: Signor giudice, guardi che questo processo non è mica basato sulla verità reale. E’ un immane pretesto per condannare il nazismo. Abbiamo affossato, insabbiato, cancellato, ricostruito in modo da condannare chi già sappiamo debba esserlo.

LGW: Ah, ho capito: è sempre per la storia della ricostruzione teatrale, demenziale e cazzona…

C: Nono. E’ proprio così che sono andate le cose.

LGW: “Sono andate”? Perché parla al passato ora?

C: Perché ora siamo sì nella rappresentazione teatrale e cazzona.

LGW: Mi sta dicendo che io e lei siamo solo dei pupazzi allora?

C: Esattamente, signor giudice.

LGW: Se è così allora non ci sono nemmeno italiani in questo processo.

C: Nessuno, signor giudice.

LGW: Incredibile: i fascisti italiani erano alleati dei nazisti tedeschi e ora la fanno franca come al solito?

C: All’italiana.

LGW: Pare un film di Monicelli. Che poi si sa che succede alla fine.

C: Si butta da una finestra di ospedale, signor giudice.

LGW: Cancelliere, solo alla fine mi tira fuori quest’umorismo nero?

C: Aspettavo che finissero ‘sti crucchi, signor giudice.

LGW: Avrà detto “signor giudice” un centinaio di volte. Guardi qua: sa cosa sono queste?

C: Borse della spesa?

LGW: Palle, cancelliere… le mie palle.

 

Nei mesi di luglio ed agosto del 1946 vi furono le requisitorie finali dei procuratori generali delle quattro potenze vincitrici. Il giudice Jackson affermò che: “Se voi, signori della Corte, doveste dire di questi uomini che essi non sono colpevoli, sarebbe come dire che non vi è stata guerra, non vi sono cadaveri, non vi è stato delitto”. Una frase rimasta nella storia, che per pochissimo non fu scelta da Moccia al posto di “Io e te, tre metri sopra il cielo”.

Il 1 ottobre 1946 ci fu la sentenza: undici condanne a morte. Che poi non è nulla rispetto agli ottanta milioni di morti stimati per colpa dei tedeschi.

Gli italiani? Vero: nessun italiano fu mai processato a Norimberga, nonostante l’Italia fosse alleata della Germania. Il motivo? Maddai, noi siamo caciaroni e simpatici! [parte una musica tipo tarantella]

 

[sipario]