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Il diritto naturale a ritenervi pericolosi

sentinelle
Un uomo legge il giornale in piazza e si ritrova circondato da figuranti, in una candid camera vecchia come il cucco

Ho scoperto l’esistenza del “Movimento Sentinelle in piedi”. Che già sa di pleonastico (prova a fare la sentinella seduto e vedi quanti giorni di consegna ti danno) e di ossimoro (“movimento” e “sentinella”? La sentinella sta ferma, se si muove è una ronda).
“Dio quanto sei pedante, vieni al punto”. Ok. Il punto è proprio questo: ignoranza. Diffusa, radicata, inconsapevole.
Questi stanno in piedi a manifestare per l’unicità del matrimonio tra un uomo e una donna, per la famiglia “naturale”. Non hanno neppure idea che il concetto di “famiglia” non esiste in natura. C’è quello di relazionalità, comunità, legame.

Ogni volta che qualcuno innalza il vessillo del “naturale” sta consapevolmente o meno creando un conflitto con l’esercizio di libertà personali.
A dirla tutta, la logica stessa di “natura” viene compressa da qualunque regola sociale, altrimenti qui staremmo semplicemente a darci addosso e veder prevalere il più forte sul più debole. Perché questo fa, la natura: far vincere chi è più grosso, più capace; selezione (“naturale”, no?). Senza le regole noi oggi staremmo a scannarci per strada, impunemente; ciascuno farebbe il comodo proprio e potresti ritrovarti ammazzato in casa da uno solo perché più grosso di te. Insomma tutto come fossimo in Italia.

Questa la “natura”.

Le regole sociali, le normative, non stanno là a tutelare il diritto “naturale”, la famiglia “naturale”, il comportamento “naturale”: al contrario. Mirano a ridurre le spinte della natura a favore di costruzioni più adatte al bene comune, alla pace sociale.
Dubitate sempre di quelli che invocano etiche “naturali”: sono gli stessi che parlano per frasi fatte, pensano come è stato loro insegnato, vivono improntando le loro azioni a principi scritti da terzi.

L’omosessualità non è una invenzione dell’uomo: esiste in “natura”. Non è una scelta, non si trasmette col contatto. Magari al Muccassassina sì, ma è un caso limite.

Proteggere la famiglia “naturale” (che non esiste) da una manifestazione “naturale” dell’essere (che esiste) è come cercare di proteggere il mio amico immaginario (che per me c’è, è importante, se ho sei anni) dalla sua sparizione dovuta a crescita, presa di coscienza, maturazione personale.

Questo per dire cosa? Che siete tristissimi, uniti, in gruppo, a creare una comunità (naturale) che cerca di impedire che altre comunità (naturali) vivano la propria libertà (naturale).

A me, mio nonno diceva sempre: “8, 70, 34, 21, 57, ruota di Napoli”.

Ma diceva pure: “Se vuoi vivere bene vivi e lascia vivere”.

Perché voi vi limitate alla prima parte?

Sentinelle_Roma_Adinolfi
Una ragazza manifesta per il diritto alla vita, prima di vederselo negato dall’appetito di Adinolfi

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