Finché non mi cacciano (41)

Lavitola mentre finge di sfogliare un giornale di fantasia

 

Come ho conosciuto Berlusconi? Ero nel Psi e non sono migrato a Forza Italia quando tutti i socialisti lo hanno fatto“.
Si era fermato a raccogliere le monetine.

[Su L’Unità, qui]

La Caduta (e successivo impianto)

Adolf Hitler (Braunau am Inn, 20 aprile 1889 – Berlino, 30 aprile 1945 – Rio De Janeiro, 23 giugno 2007) è stato il secondo più noto politico di origine austriaca ad aver fatto carriera in uno stato estero, ma senza utilizzare steroidi nè girando alcun film dove si menano come fabbri.

Poco si sa della sua adolescenza, anche grazie al fatto che molte delle maestre di Hitler erano ebree e, intervistate all’epoca, mostravano una certa reticenza, comprensibile per delle saponette.

Un Hitler ancora giovanissimo alla recita scolastica delle elementari

Cavalcando lo scontento e sfruttando la sua abilità oratoria e l’insoddisfazione delle classi medie, nonché lo scarso livello culturale del suo popolo, presentò un manifesto politico intriso di nazionalismo, anticomunismo e antisemitismo, ottenendo il potere nel 1994 quando finalmente Berlusconi arrivò al Govern…

Chiedo scusa.

Cavalcando lo scontento e sfruttando la sua abilità oratoria e l’insoddisfazione delle classi medie, nonché lo scarso livello culturale del suo popolo, presentò un manifesto politico intriso di nazionalismo, anticomunismo e antisemitismo,  ottenendo il potere nel 1933, quando finalmente Hitler divenne Cancelliere.

Molto del successo di Hitler nel suo Paese dipese dall’efficientissima macchina propagandistica approntata dal Ministro Joseph Goebbels, che assunse il controllo su cinema, musica, stampa, teatro, radio, arte e televisione. Ma sempre negando di possederli, anzi, denunciando continuamente l’avversione dei media per l’autorità.

Mi sa che mi sto confondendo ancora.

Nono, è così, ho ricontrollato.

La propaganda nazista produsse documentari e film, volti ad affermare le dottrine codificate nel Mein Kampf e confluite poi in un notissimo “Contratto con i Germani”, stipulato nel corso di una trasmissione televisiva condotta dall’allora onnipresente Braun Wespe.

uno dei folli simboli di cieco terrore, divenuti purtroppo famosi in tutto il mondo

Hitler alternava momenti di assoluta durezza ad altri di profonda umanità. I suoi più fedeli collaboratori ne decantavano le doti di “assoluto bastardo, privo di cuore e di qualunque barlume di umanità”. E questo quando aveva scopato. Quando andava a trovare la suocera invece era davvero intrattabile.

Nella foto un Hitler cordialissimo mentre dà indicazioni stradali a dei passanti

Scienziati padani stanno ancora cercando di trovare la Soluzione Finale al grande quesito posto da Hitler, vale a dire: “cosa c’è poi di male nel tentare di eliminare rom, popolazioni slave, minoranze religiose, omosessuali, negri, comunisti, oppositori politici, disabili fisici e mentali, ebrei?”.

Molto è stato scritto su una delle figure più controverse che la Storia abbia raccontato. Dopo una veloce ascesa al potere, nelle prime fasi del suo governo fu spesso descritto come una figura quasi divina, amata e rispettata dai cittadini. Al di fuori del suo Paese invece era spesso oggetto di derisione, fino a che anche in patria iniziarono ad accorgersi che dietro quella furiosa propaganda si nascondeva in realtà una figura problematica, incapace di assicurare il benessere promesso. Ma sarà necessario ancora un lungo processo di revisione storica per stabilire la reale portata del danno che l’Europa intera ha dovuto pagare dopo l’avvento di Silvio Berlusconi al Governo italiano.

[Chi mi ha incasinato i documenti sulla scrivania?! Così non si può lavorare! Questa biografia sta venendo su una merda!]

Alcuni storici ritengono che la disfatta della Wehrmacht nella Guerra dipese da errori fatti dai più stretti collaboratori del Fuhrer, non sempre giudicati all’altezza.

una rarissima immagine di Hermann Göring, comandante in capo della Luftwaffe

Oggi ricordiamo tutti Hitler per aver dato il via alla Seconda Guerra Mondiale, per l’Olocausto, per i milioni di morti sulla coscienza nonché per la sua pessima imitazione di Charlie Chaplin.

Evidentissima la lontananza di Hitler dall'originale Charlot (vi pare una bombetta quella?)

 

Vieni qua figliolo, ti racconto come si divertiva nonno…

Ho letto un articolo su Repubblica:

In sintesi la cosa è nata tra i nerd della Silicon Valley: questi ragazzi si inventano giochi tipo il reverse shoplifting, nei quali piuttosto che rubare inseriscono, senza farsi vedere, un prodotto in un negozio che il titolare dell’esercizio può rivendere, oppure costruiscono segretamente giochi per bambini, o ancora si sparano con sofficissimi proiettili di gomma piuma.
Sull’articolo si parla di “bande di giovani alla ricerca in un modo originale di creare comunità in un epoca in cui proprio i mezzi digitali rischiano di isolarli dal contatto umano diretto“.

Trovo il tutto socio-antropologicamente rilevante: in un’epoca nella quale si rischia l’autoemarginazione da social media, il ritorno ad ancestrali strutture giovanilistico-tribali potrebbe essere salutare per chi si cimenta in queste forme ludiche di contatto umano.

Ma scopare?

Un uomo entra in un caffè. Non ne esce più.

Il caffè è una bevanda ottenuta dalla macinazione di semi preintagliati a mano da piccolissimi indigeni sottopagati.

Scarsa la diffusione dei semi da caffè con intaglio a croce

E’ parte della famiglia botanica delle Rubiaceae, un gruppo di angiosperme che comprende oltre 600 generi e 13.500 specie, dall'”Arabica Illy” alla “porcheria che prepara mia moglie“.

Commercialmente le diverse specie di origine sono presentate come diverse varietà di caffè e le più diffuse sono l'”arabica” (Coffea petroleum turbantis) e la “robusta” (Coffea cazzutae).

La specie che è stata usata per prima è la Coffea arabica, una pianta originaria dell’Etiopia e in seguito diffusasi nello Yemen, luogo in cui, peraltro, si ebbero le prime tracce storiche del consumo della bevanda, nel lontano 1450 tra i seguaci del sufismo, da cui la nota canzone:  “l’esercito del suf“.

Scusate.

Esistono molte leggende sull’origine del caffè.
La più conosciuta racconta di un pastore chiamato Kaldi che portava a pascolare le capre in Etiopia. Un giorno queste, incontrando una pianta di caffè, ne cominciarono a mangiare le bacche e a masticare le foglie.
Arrivata la sera le capre anziché dormire si misero a vagabondare con energia e vivacità, ma soprattutto smisero di prendere le anfetamine per studiare di notte Diritto Privato.
Al mattino erano ancora su di giri.

Nella foto una capra ormai matura

Oggi il caffè è una sorta di rito in tutti i paesi occidentali: servito in cartone negli USA o in tazzine di Barbie in Italia, trova la comune caratteristica nell’assoluta inutilità dal punto di vista nutrizionale.

Esperti hanno studiato questa fenomenologia da rituale collettivo, traendo conclusioni molto interessanti. Peccato siano falsate da eccessiva ingestione di caffè.

Nell'immagine gli orribili effetti mutageni derivanti da eccessiva ingestione di caffè. Accanto alla paziente mutante, un cordiale medico.

Tra i comportamenti più curiosi osservati, lo sventolamento ad oltranza di piccole bustine contenenti zuccheri da miscelare sapientemente all’interno dell’infuso di caffè. Pare che questa compulsiva forma di ipercinesia non possa essere controllata – forse a causa dei fumi del caffè stesso, in grado di confondere i soggetti osservati.

Il fenomeno è tanto più grave quanto più alto il numero dei presenti dotati di medesimo equipaggiamento:

tazzina + caffè + bustina + cucchiaino + compulsione + argomento banale di discussione.

potrebbe non essere zucchero
Molto interessante, infine, la capacità di questo infuso di sciogliere le ritrosie femminili quanto a ingestione di calorie: pare che lo zucchero nel caffè sia ampiamente accettato a livello inconscio anche da una taglia 46 tendente all’espansione. La stessa che pasteggia a lattuga e rucola per tutto il giorno. La stessa che poi ingerisce otto caffè. La stessa che si chiede come sia possibile ingrassare nonostante non si butti giù nulla che vada oltre l’aspetto asfittico di un sedano. La stessa che ora mi sta di fronte, sventolando l’ennesima bustina, che finalmente ho capito essere una sorta di bandiera bianca circa la prova-costume.

 

 

Stavolta manco con le mazzette

Quest’anno è un suicidio, comunque… ultima settimana di voto sui Macchianera.

Qua trovate l’elenco così come votato da me. Se avete di meglio in questa o quella categoria ignorate pure i grassetti.

Ricordate di votare tutte le categorie o il voto va ad escort.

AI VOTI>>

Il Puttanariato

 

– Rimpasto? Commissariamento? Governo d’emergenza? Un cazzo, signori. Un emerito cazzo.

Così si presentò sul palco, sotto una pioggia battente che manco il Borneo, il nuovo segretario del primo partito di sinistra, Adolfo Bonomelli, eletto a sorpresa nel momento più delicato della storia del Paese, dopo delle primarie vinte grazie ad un tamtam su Internet senza eguali.

– Non basta dire “ne abbiamo abbastanza”. A casa ce lo mandiamo davvero, e a calci in culo! Oggi chiudiamo l’era del puttanariato!

“Puttanariato”. Fu questa la parola che riecheggiò per i mesi a seguire su tutti i media. La coniò il Bonomelli, in un pomeriggio come tanti altri, diverso da tutti gli altri.

Era un omone, il Bonomelli, e tutt’altro che rasserenante, a dispetto del suo cognome. Non si sapeva niente di lui: che lavoro facesse, di che origini fosse. Niente. Un mistero che si autoalimentava.
Si stava uscendo dal periodo più nero della Repubblica: il “puttanariato”, nato sotto l’ultimo Governo di destra, aveva talmente nauseato la parte sana del Paese che anche quella malata non poteva più ignorare la questione.
Vedere la propria figlia sovrappeso scavalcata nel concorso al Ministero degli Esteri, dalla troietta figa di turno, per soli meriti “orali”, fece ribollire il sangue ad Antonio Coviello, operaio e padre, che accoltellò il Ministro nel solito bar dove si fermava per il cappuccio – SUV sulle strisce.
Quando fu arrestato, la gente prese le sue parti, ne fece un vessillo, l’incarnazione dell’italico Braveheart, anche se di Sora.
E via appelli, sottoscrizioni, come mille altre volte. Ma stavolta si andò oltre. Qualcuno licenziò mignotte assunte grazie al loro dare il culo a chi di dovere. Anche con ragioni pretestuose come “manifesta incompetenza” o “inadeguatezza al ruolo”. Ed alcune puttane tornarono alle loro strade, case. E la loro immagine tornò ad essere quella che era prima dell’era delle veline: donne con problemi, oppure disperate disposte a tutto. Di certo non più un esempio da seguire se volevi avere successo nella vita.

Su quest’onda emotiva ci fu l’elezione a Segretario di questo sconosciuto, che parlava duro come un leghista primo stampo, ma portava avanti i sogni della sinistra: equità, riduzione dei privilegi, assistenza per chi ne avesse davvero bisogno e meritocrazia in ogni settore, pubblico e privato.

– Mi chiedono in molti chi sia io, come sia venuto fuori dal nulla. Vi rispondo qui, ora. Sono una persona qualunque, con un futuro scippato da un incantatore di imbecilli. Ho iniziato a darmi da fare quando chiesi a mia figlia, di sei anni, cosa volesse fare da grande. Mi rispose “la velina”.
Certo, direte voi, a sei anni si sogna questo, no? Ci sta. Ai miei tempi rispondevano “la ballerina”. Non è stato questo a farmi male, ma la risposta datale da mia moglie, dopo aver visto la mia faccia comunque perplessa: “brava, fai bene: è così che puoi diventare qualcuno in questo Paese”. Sapete cosa ho fatto? Cacciato a calci in culo quella donna. E insegnato a mia figlia cosa significasse lavoro, sacrificio, costruzione, abnegazione. Soddisfazione per se stessi.

Fu così che la gente imparò qualcosa in più di Adolfo Bonomelli.

– A puttane potete andarci voialtri. Voi che non siete ricattabili. Non chi ricopre un ruolo istituzionale. Non chi poi può essere preso per le palle e dover favorire questa o quella troia affinché non sputino la merda che hanno ingoiato. Chi guida un Paese non può! Non può! Non si sceglie di fare il Presidente del Consiglio. Si ha una vocazione o non la si ha. E’ come per il prete. Si nasce prete. E poi lo si comincia a fare. Se nasci guida di un Paese prima o poi ti ritroverai davvero a condurlo per mano. E saprai da te che non si può. Non si possono tante cose. E non se ne sente neppure il bisogno. Dì addio alla tua vita, sacrifica quel che sei per un bene che riconosci più grande di te e più importante della tua quotidianità. Se non senti questo, se entri in politica per fare un “mestiere” non sei degno di guidare nessuno. Si torni alla politica come arte di amministrare per il bene di tutti. Non si entra in politica per riempirsi il portafogli! Non si entra in politica per pararsi il culo dalla Giustizia! Non si entra in politica per farsi succhiare il cazzo!

Nessun leader di sinistra aveva mai parlato in quel modo. Talmente condivisibile da ripulire ogni volgarità con la forza della passione.

Il faccione divenne sempre più rigido. Pareva tagliato nel legno. Le mani accompagnavano quelle parole come un direttore d’orchestra i suoi musicisti.
Era uno spettacolo.
Raccolse le ovazioni di una folla che si raccoglieva sempre più numerosa sotto quel diluvio. Tanti misero da parte gli ombrelli per spellarsi le mani di fronte ad un uomo atteso da troppo tempo.
Uno spettacolo, sì.

– Ora vi dico io cosa fare, mi prendo la responsabilità. Fermate tutto. Qualunque sia la vostra attività fermatevi. Non andate al lavoro. Non aprite negozi. Non fate un cazzo. Per ogni svolta epocale c’è un prezzo da pagare. E siamo in una guerra civile, signori. Prendiamone atto. Scendiamo in piazza, con la bava alla bocca, con le nostre pezze al culo. Assediamoli, staniamoli. Un golpe, un golpe civile. Non passeggeranno più per via della Scrofa coi loro grassi sigari e le loro puttane al seguito. Calci in culo, destra, sinistra. A chiunque vi abbia scippato il futuro, vostro, dei vostri figli laureati con contratti di tre mesi nei call center. Non hanno solo distrutto un Paese. Lo hanno fatto sfoggiando sorrisi prefabbricati e puttane preoleate.
In strada, ora!
Oggi si chiude il puttanariato!

Un boato accolse quest’ultimo grido, prima che Adolfo Bonomelli venisse portato via in trionfo.

Quello stesso giorno – le coincidenze – il premier fu ritrovato senza vita sul suo letto. Infarto. Anche se ancora oggi si dice fosse davanti la tv, a guardare quell’invasato.

Nudo, rannicchiato sul letto in una estrema smorfia a congelare il dolore.

E – l’avreste mai detto? – neppure una puttana a piangerlo.

 

Mi ricordo ci provaste anche con il curling

Ma non ha un po’ triturato la minchia anche a voi ‘sta modaiola passione per il rugby?

Italia battuta dai grandissimi australiani per 32 a 6. Ma il primo tempo si era chiuso sul pari” .
Ma“?
Cos’è quell’avversativa?
Trentadue a sei. Dico: TRENTADUE A SEI.
Facciamo cacare o no?

L’orgoglio italiano, la grinta dei nostri ragazzi che nonostante tutto...”.
Nonostante tutto ‘sta ceppa.
TRENTADUE A SEI.

Ma cosa, eravate una dozzina in meno in campo? Avete fatto la pausa caffè? Ci siete andati o no a giocare?

Dico io, ci sta pure la sconfitta, ma non menate il cazzo con la storia dell’orgoglio e dell’aver tenuto testa a dei mostri.
Se sono di un’altra categoria non partecipate. Lottate al vostro livello. Scegliete San Marino, Cipro, Malta. Lo dico per voi, figuriamoci a me cosa interessa sapere che un gruppo di sconosciuti energumeni con denti rotti e cicatrici si menano a migliaia di km da casa mia. Se fossi interessato a queste robe metterei una webcam in qualche ospizio.

Ma poi: ma chi se ne fotte del rugby? Su. Siamo seri. Al massimo i rugbisty. Gente sottratta ad un più onesto spaccio. Gente che non vorresti mai incontrare in un vicolo buio. Gente che non è sicuramente il tuo capufficio. A meno che il tuo ufficio non sia uno spogliatoio.

E questi ora fanno pubblicità. Mi vendono Sky, abbonamenti internet, scarpe.
Quali scarpe puoi mai indossare, di mio gusto e fattura, tu che sembri un identikit?

Non capisci. Il rugby è uno sport nobile“.
Ma certo. Ce lo vedo, Sir Richardson, sorseggiare un Twinings alle 17 mentre si rivolge a Lord Chesterfield:
– Mio cavo amico, vitieni che in caso di mischia dovvemmo appvofittave della nostva supeviovità dialettica e demovalizzave gli avvevsavi?
– Oh buon Dio, Chavles, non mi pave una soluzione elegante.
– Hai vagione. Pasticcini?

Mi avete scassato il cazzo per anni con Luna Rossa, Mascalzone Latino e altri nomignoli degni di una canzone di Dean Martin. Cercando di farmi innamorare di termini incompresibili come bolina, spinnaker e Cino Ricci.
Non ce l’avete fatta.
Non riuscirete manco stavolta.

Trentadue a sei, Cristo!

 

 

Finché non mi cacciano (39)

Il Papa scrive una lettera aperta all’arcivescovo di New York, Timothy Dolan: “L’11 settembre rappresenta una tragedia aggravata dalla pretesa degli attentatori di agire in nome di Dio“. Ed ha ragione: è giusto rivendicare l’esclusiva di massacri di massa quando dalla tua parte hai guerre sante, crociate, inquisizione e invito a non usare alcun tipo di profilassi contro l’AIDS nei paesi del Terzo Mondo.

[Su L’Unità, qui]

Piccole donne. Ma pure gli uomini non scherzano.

Domani convola a nozze la mia ex ragazza.

E’ sempre una sensazione particolare quando accade: nonostante sia già la sesta volta che si sposa.
Sì, ha questa compulsione: si sposa sempre. E sempre mantenendo i precedenti mariti.
Immagino la vostra obiezione: “guarda che non si può, non è consentito usare soldi pubblici per pagare stipendi a puttane che ti sei scopato e hai messo in qualche sottosegretariato“. Condivido completamente il vostro appunto ma avete sbagliato post.

Insomma, le ho fatto i miei auguri, ma ora, dopo sei matrimoni, è difficile essere originali. Così me ne sono uscito con un: “in culo alla balena” del tutto fuori luogo, non fosse stato per la presenza della madre.

Sposa uno bassino stavolta. Lo conosco anche, ci siamo subito presi in antipatia.
E’ che io ho un problema con le persone basse. O meglio, loro hanno un problema con me. Credo la cosa dipenda da tutta una serie di complessi fattori che possono essere sussunti all’interno della famosa storiella di Esopo, il fratello di quello che si voleva scopare la madre.

Insomma, l’ho conosciuto per caso al supermercato, e – non capisco perché – gli sono stato subito sulle palle.
Si rivolse a me così:

– Mi scusi, mi può prendere quel cartone di succo da quel ripiano in alto? Io non ci arrivo.
– Certo.
– Grazie… Ah no, non è questo che volevo, è succo d’uva questo, grazie lo stesso.
– Non faccia così, su.
– Cosa?
– L’uva… non è buona… e le solite storielle. Dai che è buona. E’ che non ci arrivava.
– Ma che dice?
– Guardi che non importa l’altezza. Non serve dire che l’uva non è buona perché troppo in alto.
– Ma lei è pazzo o cosa?
– Va bene, è acerba, come vuole. Arrivederci.

Vedete a volte come l’uomo sia mal disposto ad accettarsi?

Me lo ritrovai durante una passeggiata in centro, mano nella mano con la mia ex. Che me lo presentò:

– Ciao Max, questo è il mio ragazzo.
– Piacere. Stai pure seduto.
– Non sono seduto.
– Ah, ma noi ci conosciamo. Approfitto, volevo scusarmi per quella cosa dell’uva, penso ci sia stato un fraintendimento…
– Va bene, acqua passata.
– Bene, sono contento. Posso sedermi anch’io?
– Non siamo seduti!
– Max, sai che io e il mio ragazzo ci sposiamo?
– Ah, bene, mi fa piacere. E tu, porti gli anelli?
– Io sono lo sposo.
– Ah.
– Eh.
– Vabbè, ma almeno un anello allora lo porterai.
– ?
– E ti ci affezionerai.
– …
– Sempre se infilandolo non scomparirai per poi impazzire nella terra di Mordor.
– …
– Niente, cose mie. Ora vado, non ti disturbare, resta pure a sedere.
– Non sono seduto!
– Bene.

Insomma, che colpa ne ho se questi si risentono senza motivo?
Io non faccio nulla per rendermi antipatico a persone che ho nel cuore perché tanto sfortunate.

Ché poi questi fanno comunella tra loro (ma questa è storia conosciuta: vi ricordate quei sette là in miniera?). Ti escludono, parlano male di te alle tue caviglie.
Ma non si può che essere indulgenti e comprendere il dramma che vivono da sempre, che a noi normali pare cosa piccola ma per loro dev’essere enorme.

Auguri!