Sono stato con una naturopata – omeopata – fricchettona.
Mi aveva contattato su Facebook dicendo che voleva offrirmi una esperienza sessuale tantro-olistica. Io sono subito scattato in piedi – e non solo io. Non sapevo bene cosa mi aspettasse ma c’era in mezzo la parola sesso. Subito mi sono venute in testa immagini cinematografiche di balzi innaturali, coreografie giapponesi, katane che sbucciavano geishe meravigliose e amplessi immersi tra fiori rosa fiori di pesco c’eri tuuu.
Ci siamo incontrati a casa sua: ad accogliermi un ambiente profumato come i mercatini dei pakistani. Una botta di zenzero, curcuma, curry e igiene carente mi ha inebriato e fatto crollare ogni inibizione (nessuna).
Candele, candele dappertutto: ho subito apprezzato la sua previdenza circa improvvisi blackout.
Lei si presenta a me vestita di sola fotosintesi.
Faccio per saltarle addosso ma mi ferma: prende una boccetta, apre la bocca e poggia tre gocce sotto la lingua. Le chiedo cosa fossero e mi dice: “Fiori di Bach”. Anche cultura musicale in forma orale! Sono sempre più eccitato, mi avvicino e lei mi chiede di stendermi sul letto a pancia in giù. Faccio difficoltà ad assumere quella posizione: è come cercare di ribaltare una catapulta e tenerla in equilibrio così, credo ci siamo capiti.
Comunque: lei prende dell’olio e inizia a spalmarlo sulla mia schiena, massaggiando dolcemente. Lo trovo incredibilmente piacevole, ma inizio ad avere dolore per la pressione del mio arnese sul materasso che se fosse stato in memory foam avrebbe creato un calco memorabile, rendendolo di fatto utilizzabile solo come contenitore.
Dopo un po’ si ferma ancora e prende altre tre gocce, sempre Bach (era appassionata).
Durante il massaggio mi parla a lungo di Hanemann e io del perché stessimo parlando di Hanemann invece di scopare.
Finalmente mi chiede di girarmi e il materasso prova a tornare nella sua posizione naturale ma quel buco gli resterà per sempre come una cicatrice indelebile.
Penso che finalmente si inizierà a quagliare qualcosa ma ancora una volta si ferma per le tre gocce. Le chiedo: “Ma a cosa servono?”, e lei: “Per riequilibrare i chakra”, “E non puoi riequilibrarli prendendo le gocce tutte insieme?”, “Si vede che non sai nulla di omeopatia”, “Acqua e zucchero, c’è altro da sapere?”, “Il solito fanatico dell’allopatia”, “Ti faccio presente che mi sta esplodendo il cazzo e in questo momento accetterei anche la validità scientifica di riti sciamanici e preghiere alla Madre Terra”.
Insomma, accetto la cosa e mi limito a guardarla come Giuseppe ha guardato Maria quando gli ha raccontato della storia dell’Arcangelo.
Alla fine mi salta sopra e si tromba. In modo che mi pareva normale, non fosse stato per i suoi ondeggiare di braccia e i suoi “OHMMMM… OHMMMMM…” durante l’amplesso: ho pensato avesse a breve un esame di elettrotecnica, non so.
Tutto sommato è stata una bella esperienza, anche se mi aspettavo di più, saranno state tutte quelle interruzioni per assumere quelle gocce di Bach.
Colonna sonora strepitosa, eh.