Le grandi biografie: Gandhi (seconda parte)

Questi ed altri episodi convincono Gandhi a dover prendere parte attiva nella lotta contro i soprusi a cui sono sottoposti i cittadini indiani nel Natal. Tipo il ritrovarsi i crackers tutti rotti (il trasporto a mezzo elefante si rivelerà devastante anche negli anni successivi), le carie dentali (particolarmente dolorose nel Panjab) e l’incivile e barbara usanza tutta indiana di potersi accoppiare solo con animali diversi dalle vacche sacre.

Con non altrettanto riguardo Gandhi rivolgeva alla situazione della gente di colore nel paese, anzi nella raccolta dei suoi scritti (Collected Works of Mahatma Gandhi, Vol. 89, prima delle cover di Giovanni Allevi) se ne possono trovare diversi in cui il Mahatma stesso rivolge definizioni razziste verso i nativi africani, in cui i “kaffirs” (neri) vengono definiti come incivili, ignoranti, animali. Nonchè “negri del cazzo”, ma si pensa questa sia un’aggiunta postuma ad opera di ignoto ammiratore. “La sola ambizione dei kaffirs è raccogliere una certa quantità di bestiame con cui comprare una moglie e poi passare la loro vita nudi, nell’indolenza. Sono degli sfaticati, una specie di umanità quasi sconosciuta tra gli indiani”. Per queste affermazioni Gandhi non potè più giocare negli Harlem Globetrotters.

Nel 1893 Gandhi fonda il Natal Indian Congress di cui diviene il segretario. Questa organizzazione trasformerà la comunità indiana in una forza politica omogenea. Del resto nel direttivo c’era solo lui. L’altro, tale Wahalter Welthroni pare abbia abbandonato dopo un breve interregno del quale non si ha notizia ma solo alcuni libri, tra cui il celebre: “Che cos’è la politica”, più che un saggio una disperata domanda alla quale non ha saputo dare risposta.

Nel 1899 inizia la Seconda guerra boera: il popolo era stufo di vincere solo ogni 5 cioccolatini e chiese di più.
Gandhi dichiara che gli indiani devono sostenere lo sforzo della guerra se vogliono legittimare le loro richieste. Alla fine della guerra, però, la situazione degli indiani in Sudafrica non migliora e tende anzi a peggiorare. Gandhi si dimostra un idiota nell’arte della guerra. Il fisico avrebbe dovuto fargli intuire qualcosa.

Nel 1901 ritorna da solo in Sudafrica, dopo aver girato l’India vestito come un povero pellegrino, in treno su carrozze di terza classe. Stavolta manco ci prova ad imbucarsi nella prima.

Nel 1903 acquista 100 acri a Phoenix, presso Durban, dove si stamperà da solo un giornale e dove risiederanno la sua famiglia e i suoi collaboratori. Avete presente “Il Campanile” di Clemente Mastella? Beh, uguale. Qui, tutti i membri della comunità, compresi i redattori di Indian opinion partecipano ai lavori agricoli e sono retribuiti con lo stesso salario indipendentemente dalla nazionalità o dal colore della pelle. Avete presente “Il Campanile” di Clemente Mastella? Beh, diverso. La fattoria di Phoenix è il primo modello di ashram in cui si pratica, in un regime di vita monastico, la povertà volontaria, il lavoro manuale e la preghiera. Avete presente “Il Campanile” di Clemente Mastella? Nemmeno io.

Nel 1906 fa voto di castità (brahmacharya) per affrancarsi dai piaceri della carne, elevare lo spirito e liberare energie per le attività umanitarie. Un modo come un altro per fare accettare alla moglie che non gli tirasse più.

Gandhi comincia proprio in questo centro di preparazione spirituale la pratica del digiuno e smette di consumare latte. Del resto il seno della moglie era diventato praticamente colla. Si taglia da solo i capelli e pulisce le latrine, attività che in India era riservata alla casta degli intoccabili, chiamati così per l’appunto dopo che avevano finito di lavorare, mica per altro. Incita anche sua moglie e i suoi amici a fare la stessa cosa ma loro si limitano a scacazzargli per tutta la casa. Così, per mostrargli apprezzamento.
[continua]

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