L’esistenza di Dio, ciò che è, ciò che sarà.

Salto ogni preambolo, non è una trattazione scientifica ma una riflessione personale basata su lettura e congetture di anni.

Riprendo la “Teoria del Punto Omega” di Tipler e vado oltre: il principio antropico forte porta anche me a scostarmi da un puro ateismo per abbracciare la teoria dell’esistenza di un Dio Alieno, frutto di puro progresso, un progresso da una (quasi) infinita serie di errori, fallimenti e problemi; il tutto al netto della salvezza dell’umanità, sempre il pericolo più concreto, capace di far fallire ogni progetto evoluzionistico. La distruzione ad opera di agenti esogeni ma soprattutto l’autodistruzione degli esseri umani è sempre dietro l’angolo e farebbe crollare ogni costruzione seguente.
Ma riponiamo fiducia in una superiore volontà “salvifica” di un universo benevolo, o almeno non ostile, quantomeno per elaborare questo costrutto.

Un calcolatore, di cui oggi non abbiamo neppure idea del funzionamento (né della composizione fisica: magari potrebbe basarsi su pura energia), potrebbe ricalcolare a ritroso ogni aspetto del tempo e dello spazio, analizzando ogni elemento, posizione, quantitativo di energia coinvolto. Conoscere lo stato energetico e la posizione di ogni elemento dell’universo – in accordo con una teoria unificata ancora lontana dall’essere trovata – permetterebbe di ricostruire ogni cosa, vite passate comprese, ricreando ogni stato quo ante. Ricreando la vita dove non c’è più.

Per questo si parla di Dio: un’evoluzione scientifica tanto avanzata potrebbe riportare in vita come da Antiche Scritture, rendendo indistinguibili religione e scienza.

Ogni restrizione scientifica si basa sull’attuale stato delle nostre conoscenze, limitatissime: parliamo di millenni di evoluzione e progressivo passaggio da un livello inferiore a I sulla Scala di Kardašëv (dove ci troviamo ora), a un eventuale livello almeno di tipo V, che non possiamo neppure lontanamente immaginare: sarebbe come chiedere a una pulce di calcolare la corrente in un semiconduttore. Forse qualcosa di ancor più complesso, facilmente riportabile all’assiomatico “Non possiamo capire la volontà di Dio“, che in questa prospettiva assume un significato tutto realistico e affatto deresponsabilizzante.

Non tangono le critiche a una scala tutta basata sull’energia: fallace che possa essere, ai fini di questa esposizione trattasi solo di uno spunto tutto escatologico, una “bacino naturale” di orientamento delle riflessioni.

Il mind transfert – mind uploading da una civiltà tanto evoluta sarebbe solo uno degli infiniti aspetti realizzabili una volta trovata questa strada, aprendo di fatto le porte non solo alla resurrezione ma all’immortalità. Con i soli limiti della permanenza in vita di questo universo, il quale, se minacciato nella sua interezza, potrebbe comportare – ancora – estinzione, con l’unica ancora salvifica di un eventuale passaggio al tipo X Scala di Kardašëv e spostamento in universi creati ad hoc. Forse basterebbe anche un tipo IX, qualora gli oggetti non-cosmici si rivelassero “resistenti” a espansione infinita o Big Crunch (non riesco a immaginare come, mio limite, ma anche tipica Singolarità Tecnologica).

Dove Tipler si arena e trova critiche è proprio nella infinita serie di problemi, ostacoli e trappole all’evoluzione perpetua, il che però avrebbe potuto essere obiezione movibile anche 4 miliardi di anni fa, ai principi dell’evoluzione del nostro pianeta, che ha conosciuto una serie casuale fortunatissima di lancio di dadi, tali da portarci qui a riflettere su cio che sarà.

La risposta alla domanda che l’uomo si pone da sempre, a mio avviso, è dunque questa: esiste Dio?

Esisterà.

E ricostruirà ogni momento di ciò che è stato, trovando questo scritto, anticipatore di ciò che in quel momento già è, conoscendo di fatto il suo Profeta.

Massimiliano Zulli, essere umano.
23 Luglio 2019 D.C.

Intercessioni

– Insomma, sai quelle storie pazzesche, di gruppi di preghiera che si riuniscono nei casi di malattia per pregare per il bambino leucemico di turno?
– Sì.
– C’era questo bambino malato e questo gruppo che si riuniva tutti i giorni, per lui.
– E allora?
– Niente, hanno pregato tantissimo.
– E il bambino?
– Il bambino è morto.
– Ma… allora, quella storia?
– Che storia?
– Del gruppo di preghiera!
– Ah, quello prega per un altro, adesso.
– Ma perché me lo hai raccontato! Mi hai detto delle storie pazzesche di questi gruppi di preghiera e dei malati! Pensavo il bambino fosse guarito!
– Ah, nono. È però pazzesco, dai! Cioè, questi si riuniscono e pregano, convinti che pregare vicini crei un supermessaggio a Dio, tipo una mail con gli emoji, perché stanno vicini. Se stessero ciascuno a casa propria varrebbe di meno. Chissà perché. E Dio apprezza il loro stare vicini e magari cambia idea e sposta il linfoma su un altro. Che storia!
– Sei un cazzone.
– Certo. Oh, stasera andiamo a pregare per la fine della guerra in Israele. Saremo una cinquantina. Cioè, cinquanta! Accendiamo pure delle fiaccole, tipo razzi di segnalazione a Dio, così ci vede pure da lontano. Se non smette così la guerra, non smette più.
– La guerra là c’è da sempre.
– Allora occorrerà maggior impegno. Chiederemo intercessione di qualche santo, tipo le raccomandazioni. Cioè, andiamo da Dio portando avanti San Gabriele: è ovvio che ci ascolterà più volentieri.
– Ma la smetti? Stai riducendo tutto a delle logiche misere e tipicamente umane.
– Serve un santo più potente?
– I santi non sono più o meno potenti!
– Lo dici tu. Pensa a San Procopio e a San Gennaro. Vuoi mettere San Gennaro?
– Ma i santi sono tutti santi, non ci sono livelli!
– Vuoi dirmi che se ti trovassi in punto di morte e sapessi che la salvezza te la può dare uno solo tra San Procopio e San Gennaro tu sceglieresti San Procopio?
– Ma no, che significa! Cioè…
– Cioè?
– Cioè, forse sceglierei…
– Chi?
– San Gennaro…
– Vedi?
– Beh, in effetti.
– Perché noi siamo fatti così: proiettiamo anche sul trascendente le logiche dell’uomo.
– Sì, hai ragione. Ma cosa vuoi dimostrare?
– Ah nulla. Che magari tutte queste storie sono solo un modo per darsi un conforto in questa vita di merda.
– Dunque tutto questo per negare l’esistenza di Dio?
– Nono, io non devo negare niente. Non sono io a dover dimostrare una cosa che non c’è. È chi ne afferma l’esistenza che deve dimostrare qualcosa.
– Là si parla di Fede. Non c’è niente da dimostrare.
– Allora ora te la faccio io una domanda: siamo arrivati a un punto morto della discussione?
– Credo di sì.
– Morto morto?
– Morto morto.
– Morto, a differenza del bambino leucemico miracolato?
– Sì, a diff… ma perché, adesso c’è stato davvero il miracolo?
– Ahahahah, nono, tranquillo: è morto stecchito. Nessun miracolo, nessuna preghiera può risolvere un cazzo.
– Ah, meno male.
– La gente crede a tutto.
– Già.
– …
– …
– Gratta e vinci?
– Andata.
– Giuro che se vinco faccio un casino di beneficienza.
– E io adotto un bambino a distanza. Anzi due.
– Sì.
– Sì.

Falsa testimonianza

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Secondo me se scopi ti passa

 

Domenica ho fatto una passeggiata sul lungomare della mia città. C’era anche una gara podistica: un fottìo di gente che stava là con un numero in petto a fingersi Gebrselassie, ma con la sciatica che già si stava facendo sentire dall’infilata delle Reebok nuove.
Nel punto di maggior concentrazione umana c’era un piccolo espositore, con due signore sulla cinquantina. Si mettono sempre là: le vedo in ogni circostanza “pubblica”, come in questo caso.
Accanto, un piccolo totem con su scritto: “Cosa ci dice davvero la Bibbia”. Sono due testimoni di Geova, che passano il loro tempo in questo modo, cercando di spiegare alle persone che stanno sbagliando qualcosa, che non hanno capito – loro – che occorre comportarsi seguendo certe regole – che loro hanno capito – e che bisogna credere nel loro Dio.

Stavolta mi ci sono fermato a parlare.

– Buongiorno.
– Buongiorno a lei! È interessato alla parola di Geova?
– Molto. Avrei delle domande.
– Ma certo. Cosa vuole sapere?
– I Testimoni di Geova possono leggere?
– Cosa?
– Leggere, in generale. Libri di letteratura, siti di informazione, enciclopedie. Leggere, semplicemente.
– Ma certo. Dipende comunque da cosa si legge.
– Immagino. Io sono appassionato di casi di omicidio.
– Cosa?
– Casi di omicidio, sapete? Quelle descrizioni minute e dettagliate di assassini famosi e spesso problematici. Ma anche casi di omicidi strani, occasionali, del tutto preterintenzionali se non addirittura nati senza una ragione reale. Gli “omicidi della noia”, li chiamo. Avete presente?
– Eh… sì… ma…
– Io penso che siano estremamente affascinanti, ma soprattutto probanti.
– Probanti?
– Sì: sono questi i casi che fanno esattamente capire cosa sia davvero l’essere umano, di cosa sia capace, quanta forza distruttiva è presente in lui.
– Ma infatti! È quello che capita quando si perde la luce di Di…
– Zitta.
– Ma…
– Taci. Leggendo casi di omicidi efferati, con sangue ovunque, sbudellamenti, torture, dissezioni, ci si chiede quale sia il limite dell’odio dell’uomo verso l’uomo. E mi sono dato una risposta: non c’è. L’uomo è una bestia.
– Sì, ma…
– Zitta, non lo ripeterò. E trovo così idiota la vostra arroganza. Il non vedere che in tutto questo non c’è altro che l’infinita pochezza dell’uomo, e che non può trovare spazio alcuna infinita bontà di Dio. Arroganti, balordi che siete.
– …
– Arroganti. Perché vi sentite portatori di verità. Voi conoscete la verità. Noi no. Voi ci spiegate che chiunque porta in sé un Dio buono. Chiunque. E voi l’avete capito. E noi no. Mi infastidisce molto, moltissimo non la vostra ottusa idiozia, della quale state rendendo conto ai vostri figli, ai quali avete già sottratto una vita piena da vivere. No. Perché questa è selezione naturale e pian piano vi eliminerete da soli. E neppure mi infastidisce troppo il vostro cercare di tirare dentro il vostro club altra gente, come se la Fede fosse qualcosa che si consuma meglio collettivamente invece che intimamente. E potrei persino tollerare le vostre scarpe del primo dopoguerra – ma dove cazzo le trovate? Io vi riconosco dalle scarpe. Mi infastidisce un’altra cosa: il vostro pensare che voi abbiate capito qualcosa e altri no. E che dobbiate spiegarci le cose. Voi. A noi. Voi, ignoranti, pezzenti, emarginati sociali, rifiutati e presi per il culo da una società che a sua volta va presa per il culo per quanto è povera e gretta. Ma voi siete ancor più sotto, le cloache di un mondo marcio già in superficie. Voi avreste capito qualcosa che gli altri non vedrebbero. “Svegliatevi!”, ci venite a dire. Portate in strada pezzi di carta con su scritto “Svegliatevi!”, voi, zombie!
– …
– Perché state sudando? State tranquille, porto sempre con me questo machete, niente di personale. Concludo: svegliarmi? Cosa pensate di potermi insegnare, voialtri, balordi, ignoranti. Cosa? Mi volete vendere il vostro Dio buono, che voi avete capito e io no. Mi state dando dell’idiota! Voi a me! Mi state dicendo che ho bisogno del vostro aiuto per capire qualcosa! Voi, a me! Dimmelo: sono un idiota secondo te?!
– Ma… ma…
– TACI! Non esiste il vostro Dio! Ma se esistesse sarebbe da crocifiggere! Il vostro Dio, che si occupa di trasfusioni e vieta i giochi ai compleanni dei bambini! Voi siete il male! IL MALE! Un Dio permetterebbe questo?
– … Co… cosa?
Questo! Tieni, te l’ho stampato. Mi hai detto che sapete leggere! Leggi!
– …
– Adesso!
– …
– Trovami Dio in queste righe. Qualunque Dio! Ma bada: se non ce lo troverai – e non lo troverai! – tu domani vai a battere sulla Bonifica con in mano un grosso cartello con su scritto: “Mi sono svegliata!”.
– …
– …
– …
– Allora? Letto?
– Sì… è… terribile…
– Bene. Allora buona domenica e la pace sia con voi… la settimana prossima vi trovo qua?

 

Vieni fuori con le mani bene in vista, amen

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Morire, ma non morire davvero.
Questo il racconto di una ragazza del Costa Rica, “deceduta” durante un intervento chirurgico:

Ho vissuto nell’aldilà, poi sono tornata nel mio corpo.

La storia avrebbe dell’incredibile, se… ehi, ma è incredibile!

Ho visto i medici che lavoravano velocemente su di me. … Erano agitati. Hanno guardato i miei segni vitali e mi hanno fatto una rianimazione cardiopolmonare. Ognuno di loro ha cominciato a lasciare lentamente la stanza. Non ho capito perché si comportavano così. Tutto era tranquillo. Ho deciso di alzarmi. Solo il mio medico si trovava ancora sul posto, guardava il mio corpo. Ho deciso di avvicinarmi, ero in piedi vicino a lui, sentivo che era triste e che la sua anima soffriva. Ricordo che gli ho toccato la spalla, poi se n’è andato. In quel momento il mio corpo ha cominciato ad elevarsi ed elevarsi, posso dire di essere stata trasportata da una strana forza.

Viene da chiedersi: com’è possibile che qua diffidiamo pure di uno che per strada ci chiede l’ora e siamo capaci di berci storie simili? È evidente che la risposta stia tutta nell’angosciante bisogno di credere che “dopo” ci sia qualcosa.
Vorrei vedere, se questa ragazza, per strada, ci fermasse e ci dicesse:
– Ti posso raccontare la mia esperienza di pre-morte?
– Non mi serve niente, grazie.
– Ma io voglio solo condividere con te la…
– Su Facebook ci vado pochissimo, scusa.

Il suo racconto continua:

È stato fantastico, il mio corpo stava diventando più leggero. Mentre passavo attraverso il tetto della sala operatoria, ho scoperto che riuscivo a muovermi ovunque volessi. Sono stata portata in un posto dove le nuvole erano brillanti, una stanza o uno spazio. Tutto intorno a me era chiaro, molto luminoso e il mio corpo si riempiva d’energia, gonfiando il mio petto di felicità. Ho guardato le mie braccia, avevano la stessa forma degli arti umani, ma composte da una materia differente. La materia era come un gas bianco mescolato con un bagliore bianco, un bagliore argenteo, bagliore perla intorno al mio corpo. Ero bella.

C’è una antropomorfizzazione dell’anima che ha del tenerissimo. Una riconduzione a qualcosa di familiare – braccia, nuvole. Una generale sensazione di dolce passaggio da uno stato a un altro, senza traumi.
Una idea di paradiso a noi vicina e soprattutto comprensibile. Perché sarebbe complicato, far capire a chi crede a queste cose, cosa significhi la cessazione delle attività cerebrali, la non-esistenza. Ma anche ad ammettere una vita oltre la vita, perché dovremmo continuare a essere simili a ciò che eravamo prima? E un cieco? Tutta questa cazzo di luce improvvisa – spegnete perdio!? Senza neppure gli strumenti per comprenderla? E un bambino morto dopo poche ore? Senza la conoscenza delle parole per elaborare pensieri?

Ma anche qua, che obiezioni balorde, le mie. Basta tirar fuori un “Noi non possiamo capire” e ottieni il risultato.

Non avevo uno specchio per guardarmi in faccia, ma io potevo sentire che il mio viso era carino, ho visto le mie braccia e le mie gambe, avevo un abito bianco, semplice, lungo, fatto di luce. La mia voce era come quella di un adolescente mischiata con il tono di voce di un bambino. All’improvviso una luce più chiara del mio corpo si è avvicinata. La sua luce mi abbagliava. Egli ha detto con una voce molto bella: «Non sarai in grado di continuare». Ricordo che parlavo la sua stessa lingua con la mente, anche lui parlava con la sua mente. Ho pianto perché non volevo tornare indietro, allora mi ha presa, mi ha abbracciata. È rimasto tranquillo tutto il tempo, mi ha dato forza. Sentivo amore ed energia. Non esiste un amore e una forza in questo mondo comparabile a quella. Egli ha detto: «Sei stata mandata qui per sbaglio, lo sbaglio di qualcuno. Hai bisogno di tornare indietro. Per venire qui, è necessario realizzare molte cose. Cerca di aiutare più persone».

Lo sbaglio. La fallibilità anche nell’altro mondo. E no, cazzo. No! È qui che crolla tutta l’impalcatura. È qui che si capisce che mi stai vendendo la bambolina Voodoo, il sangue di San Gennaro, l’amuleto magico, il cristallo terapeutico, l’acqua santa, la visita a Lourdes, il terno su Napoli, il braccialetto portafortuna, la visita del Testimone di Geova, il Corpo di Cristo – amen, la scia chimica, il soprannaturale, l’ufo, l’incomprensibile, gli dei dell’olimpo, la nonna in sogno, le coincidenze incredibili che ora ti racconto non ci crederai.

È tutta una gran buffonata. Se c’è un Dio deve essere all’altezza! Non deve commettere “errori”. Ma scherziamo? Allora potrebbe fare casini immani, anche gravi ingiustizie. E io non posso pensare che una volta morto potrei soffrire ancora per apparati burocratici non funzionanti, omissioni, fascicoli spostati, compravendita di arcangeli, lentezze nella risoluzione delle questioni, conflitti.
C’è un Forum al quale appellarmi? Santi Licheri in realtà aveva già nel nome una chiara traccia di tutto questo? Dante, Milton, questa parte sugli inciuci, dove l’avete messa?

Ho aperto gli occhi, tutto intorno c’erano porte metalliche, persone su tavoli di metallo, un corpo aveva un altro corpo sulla parte superiore. Riconobbi il posto: ero nella camera mortuaria. Sentivo il ghiaccio sulle ciglia, il mio corpo era freddo. Non riuscivo a sentire nulla. Non ero nemmeno in grado di muovere il collo o parlare. Mi sentivo assonnata. Due o tre ore dopo, ho sentito delle voci e ho riaperto gli occhi.
Ho visto due infermieri. Sapevo cosa avrei dovuto fare, un contatto visivo con uno di loro. Avevo appena la forza di sbattere un paio di volte le palpebre e l’ho fatto. Mi è costata tanta fatica. Una delle infermiere mi ha guardata spaventata dicendo al suo collega: «Guarda, guarda, sta muovendo gli occhi». Non ho chiuso gli occhi fino a quando non sono venute delle infermiere e dei medici. Tutto quello che ho sentito è qualcuno dire: «Chi ha fatto questo? Chi ha mandato questo paziente all’obitorio? I medici sono pazzi». Mi sono svegliata solo tre o quattro giorni dopo. Mi hanno aiutata a camminare di nuovo, con la terapia. Una delle cose che ho imparato è che non c’è tempo da perdere a fare cose sbagliate,dobbiamo fare tutto il bene per il nostro bene… dall’altra parte, è come una banca, più si mette, più si otterrà alla fine”.

Ed ecco la morale: “sii buono, stai tranquillo, comportati in modo morigerato, non fare domande… e nessuno ti farà del male“.
Più che un Dio, un rapinatore.

Ho una vita bellissima per te, tanto amore e luce, luce immensa. Dovrai solo darmi tutto quello che ti chiedo, senza fare domande. Ora vieni fuori da quel corpo e nessuno si farà male“.

Preferisco tenere i miei ostaggi.

Non mi avrai.

Oh, Signùr

Oh Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa,
penso che al Mc Donalds non si facciano tutti questi problemi.

Oh Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa,
ma dubito lo sia quello che parla a nome tuo.

Oh Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa,
che poi è lo stesso atteggiamento di mia suocera.

Oh Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa,
l’anno scorso comunque si mangiava meglio.

Oh Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa,
del resto sono a tua immagine e somiglianza.