Curarsi con limone e cacca di piccione

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Una maestra di medicina alternativa capace di curare l’impotenza. Funziona già.

 

Ho un amico che si cura tramite la medicina alternativa.

Usa tantissimo la cromoterapia, per curarsi con i colori e la luce (poco efficace se canti seduto a un piano con grossi occhialoni neri e usi un cane per orientarti), la cristalloterapia, per trarre benefici dalle pietre scagliandole addosso a quegli sbruffoni che parlano di peccati, la musicoterapia, per ritrovare equilibrio bruciando lavori di Giovanni Allevi (questo funziona davvero, eh).

Standogli a contatto ho imparato molte cose, per esempio l’efficacia della fitoterapia, cioè del curarsi con le piante. L’uomo ha sempre usato le piante per il suo benessere: ho letto da qualche parte che c’è gente che usa il succo di limone per tutto, dalla cura del raffreddore allo schiarimento dei capelli al condimento del pesce. Pensate che serve persino per togliere le macchie di mela, a loro volta causate dall’uso del succo di mela, utile per togliere le macchie di ribes, causate dall’uso del succo di ribes. Non vi sto a spiegare cosa tolga il ribes ma vi dico solo due parole: “tumore polmone”.

Ora pare abbia scoperto il potere dei ravanelli, per curare l’assenza di colore delle insalate, e delle zucchine, per curare la solitudine nelle lunghe notti invernali.

Mi dice che esiste pure l’antroposofia: l’essere umano non è solo corpo fisico ma anche corpo eterico (le forze che plasmano la vita), corpo astrale (sentimenti) e corpo egotico (il pene). In pratica la malattia viene dallo squilibrio tra queste forze, e bastano due semplicissime cose per curarsi: ripristinare l’equilibrio tra tutte queste componenti e indossare un buffo cappello di alluminio con una grandissima antenna in cima di colore giallo paglierino.

Non ditemi che vi sembra strano: io non trovo nulla di particolare nel concetto di ripristino dell’equilibrio.

Ah, l’altra cosa. Avete ragione. Va bene anche giallo scuro.

Già conoscevo l’agopuntura, perché da giovane l’ho vista praticare da tanti miei amici, agli angoli delle strade. Dopo un po’ gli venivano i denti neri e si mettevano a chiedere spicci per l’autobus, ma credo fosse tutto scritto negli “effetti collaterali”.

Non sapevo invece nulla di medicina ayurvedica, quella più utilizzata in India, il paese con la vita media più bassa a causa della medicina ayurvedica. Questa si basa sul mantenimento della buona salute tramite minerali, metalli, anche pesanti ma purificati, acidi, erbe in infusi o polveri. In Italia un timido tentativo di introdurre questo tipo di cura su larga scala fu fatto a Seveso e, recentemente, all’ILVA di Taranto, con risultati discordanti.
Secondo questa medicina, il corpo è pervaso da tre dosha (energie vitali): Vata (spazio e aria), Pitta (fuoco e acqua) e Kapha (il pene). Anche qua è tutta questione di equilibri e di ripristino delle energie mancanti. Il denaro aiuta moltissimo a ripristinare ciò che è carente, mediante affiancamento di un Maestro al “Babbeo”, nome indiano che significa “colui che segue la via della conoscenza, ma fondamentalmente verrà alleggerito dei beni terreni“.

C’è poi la medicina omeopatica, di cui ho ampiamente parlato e quella tradizionale cinese, a base di soya e Kikkoman. Secondo questa medicina antichissima, l’universo intero è composto di energie in continua alternanza, lo yin (nero) e lo yang (il pene), che creano – ancora – un equilibrio. L’assenza di equilibrio genera la malattia e crea il bisogno di trasferirsi a Prato.

All’interno dell’omeopatia vi è l’omotossicologia, cioè la conclamata avversione ai gay (ripeto, sono ancora agli inizi e magari sono impreciso). L’omotossicologia è stata dichiarata del tutto inefficace già nel 2004, ma i seguaci di questa teoria insistono nell’affermare che si tratta di un complotto delle case farmaceutiche, che mirano a diffondere un agente patogeno in grado di attaccare la pelle degli uomini, diffondendo la tipica barbetta portatrice del virus dell’omosessualità.

Ancora, l’osteopatia, il trattamento di disfunzioni attraverso un particolare tipo di manipolazione, volta a diminuire la sofferenza localizzata. In età adolescenziale prende il nome di “seghe”.

Infine la chiropratica, che ha l’obiettivo di mantenere la salute dell’uomo concentrandosi sulla colonna vertebrale. Va detto che gli studi chiropratici necessitano di ulteriori conferme, avendo finora preso come campioni Stephen Hawking e il Gobbo di Notre Dame. In ogni caso è stata evidenziata una scarsa efficacia sul melanoma e, in generale, su tutte le malattie.

In sintesi, cosa possiamo dire? Che nonostante la medicina ufficiale abbia in diverse circostanze evidenziato l’inefficacia di tali cure, spesso molto costose, le stesse si sono rivelate validissime in un’infinità di casi. Moltissimi casi. Molti, almeno. Vabbè, comunque alcuni. Certo, spesso i pazienti sono morti, ma restando estremamente in equilibrio e con una dispensa piena piena di limoni.

Per non parlare delle case, splendidamente arredate con decine di candele profumate anticancro.

Namasté (il pene).

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I delfini sono intelligentissimi ed estremamente mammiferi

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Nell’immagine, un delfino pronto all’accoppiamento

Uno studio guidato dal prof. Sebastiano Renti (il nome è solo di fantasia: in realtà si chiama Matteo Balestra), circa la questione sulla mammiferità (neologismo o semplice puttanata?) dei delfini, che non sono pesci anche se hanno la forma di pesci e vivono in acqua e praticamente sono spiccicati ai pesci ma sono mammiferi per farti il trabocchetto quando stai alle elementari e impari questa cosa e poi te la rigiochi praticamente per tutta la vita convinto che gli altri ancora ci caschino e in effetti qualcuno ancora ci casca e tu ti senti acculturato ma solo perché frequenti ignoranti e questo periodo senza virgole è diventato lunghissimo e allora lo spezzo qua.

Dicevo, uno studio guidato da Matteo Balestra (ormai le carte sono scoperte, dai), noto ricercatore del MIT di Segrate (il MIT ha tantissime sezioni distaccate, una persino a Cambridge), rivela che i delfini in origine erano pesci a tutti gli effetti, ma che a un certo punto svilupparono una intelligenza tale per cui smisero di pagare il canone RAI, smisero anche di deporre le uova e iniziarono a fare figli come le donne e come le vacche (nessun paragone), per una questione di comodità circa le baby sitter: vuoi mettere affidare un bambino a una adolescente che lo mette di fronte la Play e affidarle invece un uovo che poi magari se lo perde dentro la borsetta Carpisa?*
*Le borsette Carpisa sono piccolissime esternamente ma dentro contengono un piccolo buco nero in grado di far scrivere un nuovo libro a Hawking. Senza mani.

Sui delfini sappiano ancora poco: è comunque difficile prendere appuntamento. In ogni caso ciò che appare evidente è la loro estrema intelligenza: giocano, saltano, passano l’intera vita senza lavorare. I pochi ritardati finiscono catturati e sono schiavizzati nei delfinari, costretti a posare insieme a mocciosi scaccolanti per del pesce rancido coltivato in secchi bianchi.

Se c’è un inferno è quello patito da queste povere creature, abusate, costrette a prostituirsi al suono di un fischietto, senza riposo, senza poter pregare un Dio.

Che poi, con quelle pinnette, farsi il segno della croce è un casino.

Siamo donne, oltre le gambe c’è cucù

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Per motivi tecnici l’immagine è stata tagliata nella sua risposta, che comunque era: “Gli uomini”.

Trovo vergognoso quel che è successo ieri in Parlamento. Il concetto di “Quote Rosa” è così palesemente vitale, in ogni ambito, che non capisco come mai ci siano ancora queste assurde chiusure medievali. In casa mia, anzi, ho adottato il principio dello sbarramento minimo: se non entrano almeno tre zoccole ogni sera io non inizio manco a ubriacarmi.

No, seriamente: ma come si fa a non capire che un Paese che possa definirsi “civile” ha bisogno della presenza delle donne laddove più si prendono le decisioni importanti? In cucina, chi dovrebbe starci?

E non venitemi a dire che gli uomini sono migliori e a farmi sempre l’esempio di Carlo Cracco: pensate che lui poi abbia anche voglia di lavare i piatti? Già ce lo vedo, farmi la faccia schifata (a proposito, le espressioni di Cracco sono due: uno con la faccia schifata normale e uno con la faccia schifata da contratto Sky).

No, è una vergogna, una autentica vergogna: avremmo potuto dare un segnale di modernità definitivo, ieri. Invece niente: stiamo ancora là al palo, mentre ci stanno superando anche Paesi che fino a ieri consideravamo retrogradi. Sapete che per esempio in Iran stanno pensando di aumentare fino a tre centimetri la fessura per gli occhi nel burqa? E noi stiamo qua a cazzeggiare.

“Dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna”, è verissimo ma quello dell’obesità è un problema che non voglio ora analizzare.

Perché “oltre le gambe c’è di più”, cantava Anna Omsa.

E allora proviamo in altri ambiti, se nella politica proprio non ci si riesce: almeno tre donne in ogni squadra di calcio. Non saranno peggio di Amauri.

Ha ragione la Boldrini quando afferma: “GNEGNEGNEGNEGNE!”. Noi uomini dovremmo vergognarci. Specie se abbiamo votato PD.

A proposito: volevo stracciare la mia tessera ma avrei solo riprodotto in scala l’ennesima scissione.

Amare, sognare, procrastinare

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– Dio come mi manchi! Non vedo l’ora di vederti!
– Anche io, bellissima. Se vuoi oggi ci sono.
– Eh magari, ma c’è il mio ragazzo…
– Ah certo, per carità. Non destiamo sospetti. E domani?
– Domani neppure. Devo assolutamente uscire con la mia amica. Sai, lei e il mio ragazzo si conoscono e non vorrei…
– …destare sospetti. Capisco. Mercoledì allora?
– Mercoledì sarebbe perfetto.
– “Sarebbe”?
– Sì, sarebbe. Ma ho già fissato appuntamento dall’estetista.
– Capisco. Giovedì?
– Giovedì, come no!
– Ah, giovedì ti va bene! Bello!
– Sì. Andrebbe bene. Se non fosse che…
– Cosa? Pure giovedì!
– Sì amore. Non vedo l’ora di vederti. Ma giovedì ho la parrucchiera.
– Venerdì?
– Sarebbe splendido amore ma… accompagno la mamma da qualche parte senza ragione alcuna.
– Sabato, domenica, lunedì, martedì prossimo…
– Callista, gommista, commercialista, frate trappista.
– Aprile, maggio, giugno, luglio…
– Sorella, fratello, cugino, compare, vicino di casa, sconosciuto di cui non so nulla.
– 2015, 2016, 2017…
– Guardo il gatto tutto il tempo, resto a fissare un limone, mi metto in piedi immobile nel reparto verdura del LIDL, faccio la cacca.
– Ma fammi capire, quando cazzo ci vediamo io e te?
– Ma presto amore. Non vedo l’ora.