“Giovannona Coscialunga” tutta la vita

 

Su Sky danno qualche blockbuster, alcuni buoni film, talune misconosciute pellicole di registi emergenti ma soprattutto una caterva di film di terza fascia, quelli riempitivi, presi al chilo per creare volume nel palinsesto e poter annunciare “un’offerta sempre più ricca”.
Mio malgrado ero davanti alla tv l’altro giorno, mentre passavano uno di questi. Sono rimasto ipnotizzato. Ricordate l’effetto “Non è la Rai”? Con tutte quelle ragazzine pre-mestruate saltellanti che odiavi profondamente ma non potevi non guardarle? Bene, siete malati e potete capirmi.
Comunque, la trama era questa: 4 giovani invitano una ballerina di lap dance. Per un caso fortuito questa muore. I giovani si spaventano, decidono di non chiamare la polizia e la gettano in una discarica (a Napoli l’avrebbero lasciata per strada e la vicenda avrebbe assunto ben altri connotati). Uno di loro non è d’accordo e gli altri amici lo fanno secco, simulando il suo suicidio.
Semplice, potrebbe funzionare anche, no?
No.
La chiave di tutta la storia è la mamma del giovane morto ammazzato, che non si dà pace e indaga. E scopre l’aggancio con la ballerina da un cazzo di bigliettino da visita del locale nel quale la troia lavorava.
Senza quel bigliettino il film andrebbe in aceto. Senza appello. La trama si bloccherebbe facendolo assomigliare ad una pellicola qualunque di Pupi Avati.
Invece.
Invece un 17enne che di nascosto va in un locale di lap dance, che non vuole farsi vedere, che fa di tutto per tenere la cosa segreta che fa? Prende il biglietto da visita del locale (mica con il numero di telefono della femmina di turno. No! Quello generico, così, per dare una possibilità di prosecuzione alla trama) e se lo mette nel taschino della camicia.
Te lo do io, caro regista, un migliore aggancio narrativo: sei un coglione, meritavi la morte tu, non l’attore.
Hai ucciso la mia ora e mezza di svago, una dozzina di miei neuroni, la mia voglia di vivere e di confermare l’abbonamento Sky.
Verrò da te a cercarti, ti ammazzerò dopo averti prima torturato a furia di film dei Vanzina.
Poi, uscendo, prenderò da casa tua un tuo biglietto da visita e lo terrò nel taschino.