Fraccazzo

C’erano zero gradi ieri e un vento gelido talmente tagliente che mi sono ritrovato rasato.

Passa un frate francescano, di quelli coi sandali. Senza calzini ovviamente (non era un frate-turista tedesco) e ho pensato ai miei genitori, quando mi dicevano di indossare le calze pesanti prima di uscire. Era una di quelle tipiche raccomandazioni da parte di chi ti vuole bene e non vuole che ti ammali. Ho poi ricondotto l’usanza dei frati, circa il sandalo scalzo, ad una idea di povertà e rifiuto degli agi, per dimostrare la propria Fede. Anche il freddo, la sofferenza, sono una prova di amore per il proprio Padre.

Poi mi sono detto: ma che cazzo significa? Io per dimostrare che volevo bene ai miei genitori non mi infilavo nel culo un punteruolo (magari lo facevo lo stesso, ma per sperimentazione ludica). Non andavo a grattugiarmi i coglioni con la carta vetrata (sempre se non per lo stesso motivo). Insomma, la sofferenza come dimostrazione di amore: ma non è una idea imbecille?

Dono la mia sofferenza a dio“. E sei un coglione. Ma più per il tuo adorare un Dio inferiore, che si sollazza del tuo dolore, che per la tua già di per sè balorda Fede.

Ma quale cazzo di padre degenere vorrebbe mai che un suo figlio andasse in giro scalzo con quel Cristo di freddo? In nome di cosa?

Girare vestito come un sacco di patate… I sandali poi!? Se mi vedessero i miei genitori, con i sandali a Febbraio, mi prenderebbero a calci in culo, dandomi anche del frocio. 

E mi scalderebbero.

Frati del cazzo. Buffoni. Siete dei buffoni. Come il vostro Dio.