“Voto quello là, quello che mi ricarica il telefono”

Adesso l’assoluta impellente necessità di estendere il voto ai 16enni. Non che sia giusto, non che sia sbagliato, ma io ho sempre l’impressione che abbiamo a che fare con governanti adolescenti – loro sì sedicenni – con le voglie improvvise, le mattane, le cazzate, le mode, gli amori e le delusioni.
Manca completamente un equilibrio.
REMO GASPARI DOVE SEI!
Personalmente io non darei la possibilità di voto ai 16enni, non per sfiducia verso le loro capacità (probabilmente sarebbero più in grado di capire cosa stiano facendo rispetto a molti adulti-BUONGIORNISSIMO CAFFEEEEE’?) ma perché “coinvolgerli” nella vita civile e sociale dovrebbe passare attraverso altri step preventivi, formativi.
Sono stato diverse volte in aule con 16enni e 17enni e senza generalizzare posso dire che essere svegli non equivale affatto a essere consapevoli. Essere capaci di palleggiare con i media non significa avere gli strumenti culturali per scremare vero, verosimile e farlocco.
Questi ragazzi hanno grandissime capacità e grandissime lacune. Non come gli adulti ma diverse, peculiari.
Sanno trovare risposte in un attimo. Ma non sanno metterle insieme, cucirle, tirar fuori dalle nozioni delle informazioni utili.
Io fatico tantissimo a costruire con loro robe interdisciplinari: la scuola non gliele insegna, atrofizza le loro capacità creative innate.
Il voto a questi ragazzi non rappresenterebbe un problema immane, intendiamoci. È proprio il concetto sacrale di voto che secondo me va rivisto.
Intendiamoci, fosse per me introdurrei il voto pesato, come detto tante volte: si vota per la Camera? Devi sapere cos’è la Camera, che differenza c’è col Parlamento Europeo, che prerogative ha. Se non sai, il tuo voto vale 0.7, 0.5, 0.2 a seconda di quante minchiate sbagli in un test elettronico con domande casuali.
A dirla tutta io toglierei il diritto di voto a tutti e farei il dittatore.
Ma i sogni restano sogni.
È una provocazione, calmi. Altrimenti metto in discussione la vostra, di capacità, e niente più voto.
Insomma, secondo me i sedicenni non dovrebbero votare. Perché a quel punto mi chiederei: perché non i 15enni? Perché non chiunque dimostri di saper tenere una penna in mano e non una qualunque capacità di intendere e di volere?
Un sedicenne è più capace di un 99enne con l’Alzheimer non medicalmente ancora accertato, è verissimo. Ma a quel punto non è questione di estendere al 16enne il voto ma limitarlo al 99enne.
Tutto dovrebbe essere basato sulle capacità che dimostri di avere.
Come accerti queste capacità?
Qualunque sistema sarà oggetto di critica, ma un test elettronico, con domande random scelte da un bouquet pesato non sarebbe male. Se non sai un cazzo e rispondi facendo bolle di saliva, eccristo, ma cosa devi decidere per me?
Del resto si fanno test ed esami per accedere a qualunque cosa, dall’università al mondo del lavoro: cosa c’è di scandaloso nell’estenderlo al diritto di voto?
Il mio vicino di casa picchia la moglie, è stato dentro per violenza e ubriachezza, non ha neppure la quinta elementare, non sa leggere né scrivere, non ha alcuna idea o interesse circa la politica, da due anni soffre di demenza senile ma nessun medico l’ha acclarata. Lui vota. Nessuno si scandalizza.
Se dico che uno così non dovrebbe avere questo diritto si levano gli scudi in difesa della democrazia.
“Chi sei tu per dire chi deve votare e chi no?”.
Io? Nessuno.
Infatti mica decido io chi deve essere ammesso a Medicina e chi no.
Il voto ai 16enni?
Nessun problema.
Aspettatevi il circo Barnum dei candidati.
Aspettatevi colorate campagne elettorali a suon di promesse di ricariche e novità sui loot di Fortnite.
Il senso delle cose.