Finché non mi cacciano (30)

Insomma, la manovra di Tremonti non piace a nessuno: non al PDL, che non vede sgravi per Berlusconi, non alla Lega, perché scritta in italiano, non all’opposizione, perché non c’è.

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Finché non mi cacciano (27)

Questione nucleare, anche qui, dopo Fukushima, l’orientamento è netto: ci si caca sotto.
Non esistono impianti di smaltimento sicuri” dichiarano tutti coloro che sono entrati in bagno dopo Bondi. E come dar loro torto? Quelle scorie resteranno in rima a vita.

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Finché non mi cacciano (26)

Il PDL riconosce la sconfitta, pur sottolineando l’importanza di aver conservato baluardi come Cosenza, Rovigo, Varese, Iglesias (ma solo Enrique), una dozzina di puttane, Giorgio Mastrota, mio nonno e buona parte della Mafia.

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Manco le tabelline

– che meraviglia! Quanto ha?
– tre mesi. 
– oddio, è un amore!
– sì. È un birbante!
– ahah! Si vede. Guarda come ci sta guardando adesso. 
– sì. Ci sta proprio prendendo in giro. E sapessi quando mi tiene sveglia la notte. Mi guarda consapevole della mia “tragedia”, sa che il giorno dopo saró a pezzi ma non gli interessa. È un piccolo sadico. 
– guarda ora! Sta ridendo! Ha capito! 
– certo! È veramente intelligentissimo. 

No. 
Quel piccolo ammasso di cellule mollicce non fa nulla di tutto questo. 
Non decide, non prende in giro, non capisce. 
Niente. 
Sei tu, idiota di un genitore, a voler interpretare ogni sua colichetta come un segnale di vita intelligente, ogni spasmo facciale come un ammiccamento consapevole, ogni bolla di saliva come ineccepibile costruzione semantica. 

Quel coso è un imbecille. 
Totale. 
Non solo non sta cercando di dirti nulla ma neppure ha la capacità di formulare pensieri. Non è in grado di concatenare sequenze temporali, non conosce il principio azione-reazione, non sa neppure le parole! Le parole, Cristo! Se non conosci le parole come cazzo puoi ragionare in modo articolato? 

Tu, genitore orgoglioso e obnubilato dai miasmi fetenti di quel pupazzo animato, fermati un attimo e prova a pensare qualunque cosa senza usare le parole, senza conoscere l’alfabeto! 
Prova! 
Manco una scena di sesso riusciresti a pensare. La infarciresti comunque di parole, espressioni colorite, desideri comunque formalizzati in sequenze di lettere. Anche il canonico “che troia” abbisogna di parole. 

– hai visto?! Ha sorriso! Ti ha riconosciuto!

No, coglione. Non è un sorriso. Tu lo vuoi vedere come tale. È solo una reazione di un sistema nervoso in costruzione. 
E no, non ti riconosce. Sebbene tu abbia letto decine di ricerche che dimostrano come, in utero, il feto sappia distinguere il rombo del SUV del padre da quello del vicino (peraltro diverso solo per colore), sappi che no, quello che tu consideri il nuovo Hermann Minkowski è meno intelligente dell’acaro che ti sta mangiando la pelle morta sul cuscino. 

Hai generato un babbeo. 
Magari diverrà intelligentissimo. Ma ora non lo è affatto. Nè il tuo rivolgerti a lui con quella vocina idiota accelererà il suo sviluppo intellettuale. 
Al massimo diventerà la Iervolino. 

Ma poi, per togliere di mezzo ogni dubbio sulle sue capacità, non ti basta sapere che quello è tuo figlio?

Oh, Signùr

Oh Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa,
penso che al Mc Donalds non si facciano tutti questi problemi.

Oh Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa,
ma dubito lo sia quello che parla a nome tuo.

Oh Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa,
che poi è lo stesso atteggiamento di mia suocera.

Oh Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa,
l’anno scorso comunque si mangiava meglio.

Oh Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa,
del resto sono a tua immagine e somiglianza.

In fondo, che male c’è?


Festeggiare il Capodanno è tradizione antichissima e bellissima e sparare i botti ci sta, con tutto quel che sparano nel mondo che male faranno due botti? Sì, qualcuno ogni anno ci rimette le dita, ma ci sono tanti che comunque le perdono per altre cose, tipo il lavoro.

Se tanta gente va a vedere il cinepanettone di De Sica un motivo ci sarà: a me quei film non dispiacciono e comunque c’è tanto di peggio in giro. Certo, portano un esempio di italianità del tutto negativo, all’estero e soprattutto nelle menti più deboli, ma in fondo ci sono ben altri problemi.

A Ferragosto si deve andare a fare un giro da qualche parte: ci sono le code, certo, ma in fondo ci sono sempre. Oddio, ogni anno tanti incidenti e morti sulle strade. Ma non ci sono poi tutto l’anno?

Il Natale è una bella festa ed è importante che almeno un giorno all’anno ci si senta più predisposti verso il prossimo, anche se poi si torna alla vita di tutti i giorni, ma chi del resto non pensa anche al suo orticello?

Che il Papa si occupi anche di cose non spirituali rientra nel suo compito: sì, non dovrebbe, ma in fondo che male fa? Oddio, impedisce a chi non crede di scegliere eutanasia, testamento biologico, procreazione assistita, influenzando la classe politica. Ma tutto sommato, non è una cosa buona che sia in Italia?

L’energia nucleare è necessaria: certo, magari non è il massimo della sicurezza, soprattutto in un Paese che ha già dimostrato l’incapacità di sottrarre la gestione dei rifiuti tossici alla Camorra, ma perchè pensare sempre al peggio?

Tutto sommato Berlusconi non ha fatto così male: sì avrà i suoi difetti, ma chi non li ha? Certo, è il capo del nostro Stato e ci rappresenta all’estero. Usa la sua posizione per interessi personali e resta attaccato alla poltrona per evitare la galera. Ma chi di noi non farebbe altrettanto al suo posto?

L’italiano è il popolo del “ma in fondo”, del “tutto sommato”, del “e poi, diciamoci la verità”.
Tutto sommato ha anche ragione. In fondo che male c’è nel riconoscere ed accettare le proprie debolezze? Nell’essere consapevoli dei propri limiti? Nel capire che, in fondo in fondo, siamo delle merde?

Il punto è che abbiamo fatto il salto della quaglia: non più solo riconoscimento ma vanto.

– Ehi Giovanni, ciao: ti vedo davvero pezzo di merda oggi.
– Trovi? Ti ringrazio
– Niente, figurati.
– Anche tu però: da qualche tempo sei più vigliacco del solito.
– Dai, perchè mi dici così? Mi imbarazzi… Grazie…
– No, dico davvero… Ho saputo della raccomandazione che hai ottenuto per tuo figlio. Che bastardo! Grande!
– Sempre gentile. Sì, ho sfruttato le mie amicizie. Se non ci si aiuta tra noi…
– Sei un mito. Una faccia di merda.
– Dai, non esagerare, così mi metti in imbarazzo. Ho fatto quel che ho potuto.
– Sì, ma sei passato avanti a gente che meritava davvero. Un grande, ribadisco. Hai persino fatto suicidare un padre di famiglia che pensava di aver finalmente trovato lavoro…
– Ahahah, vero! Quella è stata la ciliegina sulla torta. Sei gentilissimo. Anche tu avresti fatto lo stesso.
– Ah, certamente. Se mi capita l’occasione…
– Figlio di troia come sei…
– Eheh, grazie dai…
– Ah, tanti saluti a quella puttana di tua moglie.
– Presenterò, grazie. E auguri.
– Auguri a te.