Penso dunque penso

Stavo correndo lungomare, facendo cadere l’occhio sui culi delle ragazze più di quanto necessario per mantenere sotto controllo il ritmo cardiaco, quando mi si para davanti una bambinetta – avrà avuto 4, 5 anni – con due bellissime codine bionde. Sorridente, vestita tutta colorata (che quando va a ballare sembra un’aranciata (cit.) ) che mi fissa e mi sorride. Io rispondo al suo sorriso in modo istintivo, cacciandole la lingua. La bambina, molto divertita, mi fa le boccacce, e io contrattacco. Tutto questo scambio sarà durato – che so – dieci secondi, un tempo ridottissimo ma comunque sufficiente per notare lo sguardo indagatore della madre, circa le mie intenzioni. E mi sono sentito un pedofilo. Cioè, ho letto nei suoi occhi quel tono inquisitore come a dire: “Cazzo vuole questo dalla mia bambina?“. E ho pensato al degrado di questa società che mi ha avvelenato il pensiero. Era talmente evidente che mi stavo per fermare a spiegare che mi piacciono quelle più grandi, tipo la mamma appunto. Ma a quel punto sarei sembrato un maniaco sessuale. Che comunque è un minus rispetto al pedofilo. Ma la mia base di partenza era semplice runner, dunque il salto di ruolo sarebbe stato comunque notevole. Solo dopo altri 2 secondi ho notato una figura maschile, poco distante, che stava osservando la scena: lei, me, la bambina. Un uomo, seduto sul muretto con la Gazzetta in mano, abbassa il giornale per meglio osservare me che osservo la mamma che controlla la bambina. Ed io che guardo lui che guarda lei che guarda l’altra. Si era creata una scena tipo il buono (io, dal mio punto di vista), il brutto (l’uomo, dal mio punto di vista), il cattivo (io, da tutti gli altri punti di vista tranne il mio e quello della bambina). Allora ho guardato lui come a dire “non è come stai pensando” anche se non sapevo davvero cosa stesse pensando ma probabilmente pensava qualcosa circa i pensieri della moglie, al che ho pensato ai pensieri della moglie, che forse pensava io pensassi alla bambina diversamente da come la stavo pensando davvero. In tutto questo non ho valutato i pensieri della bambina, che probabilmente non pensava affatto ai pensieri miei, della mamma e del (presunto) papà, dato che i pensieri di una bambina sono pensieri da bambina e dunque non c’è spazio per pensieri da grandi ma magari ci sono molte caramelle e un grosso dinosauro. E allora ho pensato a lui, al dinosauro appunto e a quando vide quel grosso meteorite: non pensò un cazzo se non ad estinguersi. Ma a quel punto mi ero accorto che il mio pensiero si era spostato al dinosauro, tralasciando completamente il pensiero del pensiero del padre che pensava al pensiero della madre che pensava al mio pensiero che ormai era tutto spostato nel cretaceo e a una non meglio precisata zanzara che mi spunta nel pensiero così a cazzo e la penso mentre si accinge a pungere il dinosauro estinto prima che pensasse di estinguersi e da qui ho pensato a tutta la clonazione alla Jurassic Park che si è intitolato Jurassic Park nonostante i dinosauri avessero pensato di esistere nel cretaceo e non nel giurassico ma il regista ha pensato che Cretaceus Park avrebbe avuto meno successo di Jurassic Park e dunque Jurassic Park e vaffanculo.

Tutto questo in quei dieci secondi.

Poi mi chiedo perché le mie prestazioni quando corro sono così scarse.