“Hanno vinto tutti” (cit.)

Vi dico come finirà il 4 marzo:

Il PD emetterà un burocratico (e internamente contestatissimo) comunicato su fondo grigio, mostrando che tutto sommato si è trattato di un “grande risultato” se lo moltiplichiamo per 3, riconoscendo le difficoltà del momento politico, annunciando il “grande lavoro da fare per un governo di larghe intese”, purché senza politiche di sinistra.
Berlusconi stapperà due diciassettenni per festeggiare il “grande risultato”, riconoscendo le difficoltà del momento politico, annunciando il “grande lavoro da fare per un governo di larghe intese”, purché senza magistratura di mezzo.
Salvini comparirà su tre piazze contemporaneamente, nei fondi di caffè e a Fatima per festeggiare il “grande risultato”, riconoscendo le difficoltà del momento politico, annunciando il “grande lavoro da fare per un governo di larghe intese ma per ora perché poi vi facciamo vedere”, valutando le proposte sulla base del Pantone di chi le avanza.
Di Maio indosserà i calzini spaiati e sbaglierà indirizzo, e rivolgerà il suo discorso alla famiglia Mincarini, festeggiando il “grande risultato”, riconoscendo le difficoltà del momento politico e quelle sulle tabelline, denunciando la grande truffa delle matite copiative e invitando gli elettori a ripetere il voto su Rousseau usando la propria penna sul monitor, annunciando il “grande lavoro da fare per evitare un governo di larghe intese”, senza congiuntivi.
Grasso si rivolgerà a entrambi i suoi elettori, festeggiando il “grande risultato”, riconoscendo le difficoltà del momento politico, annunciando il “grande lavoro da fare per un governo di larghe intese” senza che vi partecipi.
Emma Bonino non dirà nulla perché ormai comunica solo col turbante, festeggiando il “grande risultato”, riconoscendo le difficoltà del momento politico, annunciando il “grande lavoro da fare per un governo di larghe intese” senza Pannella (ma pure questo è da vedere).
Giorgia Meloni urlerà in romanesco, farà chiudere il museo senza accorgersi che era su Mussolini, insulterà i giornalisti senza accorgersi che erano del suo ufficio stampa, caccerà via gli extracomunitari senza accorgersi che giocano nell’Inter, prenderà per il culo le brutte facce della vecchia politica senza accorgersi che quelli sono i suoi cartelloni, festeggiando il “grande risultato”, non riconoscendo le difficoltà del momento politico e nemmeno i parenti, annunciando il “grande lavoro da fare per trovare la strada di casa” senza capire la differenza tra qualunque cosa.

Però per ora è bello.

Pacata analisi dei risultati elettEHI, UN GATTINO!

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Spero che finalmente tutti abbiano chiara la reale portata della “Rete” circa la rappresentatività del Paese reale. Anche se siamo immersi nei social al punto da cercare un “Mi piace” pure sul culo della commessa di H&M, là fuori c’è un mondo. Un mondo. Che di Grillo si ricorda le sparate a Sanremo contro Craxi, che votava Craxi, che oggi voterebbe Craxi, che è Craxi.

Fare affidamento sui movimenti di opinione da “Condividi se vuoi far tornare i marò a casa” e “Clicca qui se vuoi abolire il cancro” è non solo puerile e sognatore ma davvero caricaturale.

Renzi non ha vinto per gli ottanta euro. Renzi ha vinto perché non ha un apparato basato su blog aziendale e caciara da piazza. Così come Berlusconi non sapeva manco dell’esistenza dell’internet quando ci umiliava nel mondo con le faccine a Michelle Obama e si faceva conoscere come italianovero con l’appalto socialista nella mano destra e un Dell’Utri sopra la finestra.

Il buzz markettaro internettiano funziona, funziona tanto, tantissimo. Ma in quel mondo là, che non il “IL” mondo, che non raggiunge l’elettorato attivo/passivo/nonsanonrisponde. E pure avere il botto di “like” per ogni “vaffanculo” urlato su Facebook non è indicativo di nulla. Perché questo pomodoro ha 43.512.032 like. Senza essere manco passato per uno spot Yomo.

Rilassiamoci, gente: internet è un campetto di parrocchia: ci si esalta, si corre, si suda, si ricevono ceffoni, si segnano pure bei gol.

Ma là fuori si gioca al Bernabeu.

Siamo donne, oltre le gambe c’è cucù

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Per motivi tecnici l’immagine è stata tagliata nella sua risposta, che comunque era: “Gli uomini”.

Trovo vergognoso quel che è successo ieri in Parlamento. Il concetto di “Quote Rosa” è così palesemente vitale, in ogni ambito, che non capisco come mai ci siano ancora queste assurde chiusure medievali. In casa mia, anzi, ho adottato il principio dello sbarramento minimo: se non entrano almeno tre zoccole ogni sera io non inizio manco a ubriacarmi.

No, seriamente: ma come si fa a non capire che un Paese che possa definirsi “civile” ha bisogno della presenza delle donne laddove più si prendono le decisioni importanti? In cucina, chi dovrebbe starci?

E non venitemi a dire che gli uomini sono migliori e a farmi sempre l’esempio di Carlo Cracco: pensate che lui poi abbia anche voglia di lavare i piatti? Già ce lo vedo, farmi la faccia schifata (a proposito, le espressioni di Cracco sono due: uno con la faccia schifata normale e uno con la faccia schifata da contratto Sky).

No, è una vergogna, una autentica vergogna: avremmo potuto dare un segnale di modernità definitivo, ieri. Invece niente: stiamo ancora là al palo, mentre ci stanno superando anche Paesi che fino a ieri consideravamo retrogradi. Sapete che per esempio in Iran stanno pensando di aumentare fino a tre centimetri la fessura per gli occhi nel burqa? E noi stiamo qua a cazzeggiare.

“Dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna”, è verissimo ma quello dell’obesità è un problema che non voglio ora analizzare.

Perché “oltre le gambe c’è di più”, cantava Anna Omsa.

E allora proviamo in altri ambiti, se nella politica proprio non ci si riesce: almeno tre donne in ogni squadra di calcio. Non saranno peggio di Amauri.

Ha ragione la Boldrini quando afferma: “GNEGNEGNEGNEGNE!”. Noi uomini dovremmo vergognarci. Specie se abbiamo votato PD.

A proposito: volevo stracciare la mia tessera ma avrei solo riprodotto in scala l’ennesima scissione.

Esperimenti pavloviani su iscritti al PD

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Ho trovato uno scritto di qualche anno fa, rovistando in soffitta, a firma a me ignota, probabilmente un ricercatore.
L’ho trovato estremamente interessante. Lo riporto pari pari.

È stato condotto un esperimento su un iscritto al PD, che qui chiameremo “A“. Abbiamo inserito “A” in un ambiente ermeticamente sigillato, privo di correnti, del tutto nuovo per il soggetto. Dopo un difficile ambientamento, “A” è riuscito ad acclimatarsi e a mettersi in un angolo in attesa di qualcuno che gli dicesse cosa fare. Ma non è stato inserito alcun elemento esterno in grado di svolgere questo ruolo da leader. Ciò perché l’esperimento prevedeva esattamente questo, ma anche per l’impossibilità di reperire un leader del PD.

A questo punto è stato introdotto nell’ambiente ermeticamente chiuso un iscritto PDL, che chiameremo “B” (le lettere sono di pura fantasia), e abbiamo atteso che i soggetti “A” e “B” interagissero. Dopo un brevissimo confronto si era già creato scontro, interruzione di dialogo e successiva divisione dello spazio in aree uguali, con chiusura totale reciproca. Abbiamo dunque introdotto un secondo iscritto PD, che qui chiameremo “C“.

Dopo un periodo di tempo 1T, il soggetto “C” aveva intessuto una relazione amicale con “A“, con conseguente tensione comune rivolta verso “B“. Grazie a questa alleanza, l’area presidiata da “A” + “C” risultava l’80% del totale, lasciando a “B” solo lo spazio sufficiente per la sopravvivenza. Ma sorprendentemente, dopo un tempo 2T, “C” aveva interrotto le relazioni con “A“, per procedere ad un avvicinamento a “B“. Dopo un tempo 3T, gli spazi erano così suddivisi:

  • 10% “A“;
  • 20% “C“;
  • 70% “B“.

Dunque la nuova alleanza “C” + “B” aveva portato vantaggi solamente a “B“.

Abbiamo valutato le ragioni per le quali “C” avesse deciso di abbandonare l’alleanza col suo omologo “A“, che gli consentiva comunque il dominio dello spazio e con qualcuno a sé teoricamente affine. Ciò che è risultato è comprensibile solo intoducendo una serie di complesse variabili comportamentali, che qui chiameremo “BERS“, “FRANCESCHIN“, “LETT (NIPOT)“, “FACC’ DA BAMBIN RENZ“.

In sintesi, il soggetto “C“, a contatto con “A” aveva sviluppato una forte idiosincrasia per quest’ultimo, dovuta al diverso imprinting culturale nonostante il ceppo comune. Il primo, “A“, possedeva i tipici caratteri “BERS” + “LETT (NIPOT)“, mentre il secondo, “C“, era spostato sull’asse “FACC’ DA BAMBIN RENZ“, con un recentissimo influsso “FRANCESCHIN” che lo rendeva del tutto incompatibile con “A“.
A nulla è servita l’idea che una mutua assistenza “A” + “C” conducesse ad innegabili e reciproci vantaggi, specie contro il soggetto che portava con sé caratteri evidentemente incompatibili, se non ostili (parliamo di “B“).

A complicare le cose, la recente contaminazione con ulteriori flussi esterni, dati dalle variabili “CIVAT“, “PITELL“, “CUPERL“, “FIORON“. Il tutto tenendo sempre conto dell’influsso della costante “BAFFETT“, che sia “A” che “C” subivano pesantemente.

In sintesi, già dopo un tempo 2T, all’interno di un ambiente pur ermeticamente sigillato, il solo contatto di “A” con “C” aveva generato un flusso naturale di correnti, in direzione “B“.

Dopo un tempo 4T abbiamo iniziato ad associare il suono di un campanellino ogni volta che un inserviente entrava a portare del cibo ai tre soggetti coinvolti nell’esperimento.

Dopo un tempo “5T”, il soggetto “B” aveva venduto il campanello ad “A“, ma con un complesso gioco di joint ventures, era riuscito a piazzare lo stesso anche a “C“, che ora rivendicava la proprietà dell’oggetto contro “A“.

L’esperimento si è concluso dopo un tempo “6T”, con la generazione spontanea di un nuovo soggetto, con caratteristiche fortemente mutuate dalla costante “BAFFETT“. Questo soggetto nuovo ha immediatamente fagocitato “A” e “C“, accordandosi con “B” per la condivisione dello spazio comune. Abbiamo chiamato questo nuovo soggetto “D“.

 

Alema

 

El PD vencido jamás será unido

Il PD si spacca sulla fiducia ad Alfano:

– Sì!
– No!
– Tendenzialmente sì!
– Tendenzialmente no!
– Apriamo un dibattito!
– Non c’è nulla da discutere!
– Io sto con Renzi!
– Signora, non ci interessa di suo marito!
– Rifondiamo il PCI!
– Cossutta, hai rotto il cazzo!
– Alfano se ne deve andare!
– Finalmente una voce decisa! Chi ha avuto questo coraggio? Si faccia avanti!
– Eccomi. Ripeto: Alfano se ne deve andare.
– Bravo! Coraggioso. Poi ci dicono che il PD non sa prendere posizione… Ci dica, chi è lei?
– Sono l’autista di Alfano. Vi informo che il dottore se ne deve andare per un impegno urgente.
– Ah, va bene. Ce lo saluti tanto, noi qua proseguiamo. Compagni! Cosa dobbiamo fare?
– Sì!
– No!
– Tendenzialmente sì!
– Tendenzialmente no!
– …