In natura esistono gay, commercialisti e filobus (ma più commercialisti)

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“Abbiamo evitato qualcosa contronatura” (A. Alfano).

Quando sento parlare di “natura” in questi termini mi viene un brivido: possibile che ancora si viva questo equivoco circa il considerare “non naturali” alcune cose che si trovano comunque nella nostra realtà? Se esiste significa che la Natura, nel suo complesso, lo ha permesso. Anche un intervento dell’uomo è parte della Natura.

Non sarebbe “naturale” se la Luna prendesse e iniziasse a rimbalzarci addosso, o ci sfuggisse via contro ogni legge fisica o imparasse a suonare il bongo. Ma se la Luna venisse distrutta da qualcosa, seguendo le leggi della Fisica, quello sarebbe un evento “naturale”, nel senso più stretto e veritiero del termine: una bomba costruita dall’uomo, sufficientemente potente a spazzarla via, sarebbe in questi termini “naturale”. Il che non va confuso con “desiderabile”, “accettabile”, “tollerabile”. “Naturale” indica una semplice previsione di un evento all’interno di una catena causale: mi piace una donna > cerco una donna; mi piace un uomo > cerco un uomo; sono Adinolfi > mi spiace.

Per voi è “naturale” un cane? Penso di sì. Eppure senza l’intervento dell’uomo noi oggi avremmo solo dei branchi di lupi: quelli che ci sbavano sulle scarpe e cercano di accoppiarsi con le nostre caviglie sono il risultato di manipolazione umana, incroci, errori, obbrobri.

Non si può guardare
“Carino” stocazzo

Oggi i cani sono ritenuti cosa buona, socialmente positiva, coccolosi e utili, e questo li fa ritenere più “naturali” di un pugno di cellule geneticamente manipolate. Ma non è così. Pure quelle sono naturali tanto quanto il rottweiler o il dogo argentino, solo meno “tollerabili socialmente” da una certa fascia di popolazione, che però parla di “Natura”. Ma se le leggi di Natura lo consentono, la cosa è naturale.

Qualcuno si scaglia contro il non essere “naturali” dei farmaci? No, eh? Ehi, in natura non esiste l’antibiotico che ti sta salvando la vita! Ma neppure quell’automobile esiste in natura. Nell’accezione di natura che stai così caldeggiando, dico.

Il giudizio sulla “gradevolezza” di qualcosa, sulla sua “tollerabilità sociale”, sul fatto che quella cosa naturale debba essere combattuta o incoraggiata è altra storia.

È ovvio che in questi termini anche un omicidio è “naturale”, ma non sarebbe certo “desiderabile”, dunque andrebbe naturalmente combattuto. E questo lo si fa tramite le normative, le regole di comportamento.
Ma nessuno si sognerebbe di scendere in piazza, in occasione di un omicidio qualunque, protestando con dei cartelli con su scritto “L’OMICIDIO NON È NATURALE!”. Cazzo significa? La storia dell’uomo ci ha insegnato quanto sia un evento “naturalmente” presente in ogni epoca.
Invece gente scende in piazza con questi identici cartelli quando si parla di aborto, parlando di “natura”, come se un embrione fosse più “naturale” di un adolescente. Boh, magari la puzza di piedi fa la differenza.

Dunque, ancora oggi, quando sento parlare di stepchild adoption, unioni civili, Cirinnà varie, il vessillo che viene innalzato comprende sempre quella frase: “NON È NATURALE!”, addirittura arrivando a scomodare termini realmente troppo impegnativi in bocca a persone spesso sgrammaticate pure nella postura: “IL DIRITTO NATURALE”.
Ma in natura esistono le persone. Le persone fanno cose, e le cose che fanno sono sempre naturali. Se la natura lo consente, le persone fanno cose naturali. Se invece una cosa non rientra nelle possibilità offerte dalla natura state tranquilli che sarà la natura stessa ad impedirla.

– Cosa stai facendo?
– Voglio trasformarmi in un flacone di Mastro Lindo.
– Ci riesci?
– No.
– Allora non è una cosa naturale.
– Ma io voglio!
– Riprova. Ci riesci?
– No.
– Mi spiace, è la natura.

Ecco, quella è una cosa innaturale.

Invece:

– Che fai?
– Voglio infilare il mio pene in una bistecca cruda.
– Ci entra?
– Mmmhhh, sì.
– Allora è una cosa naturale.
– E posso farla?
– Tecnicamente sì. Dal mio punto di vista non fai una cosa che io farei.
– E perché?
– Beh, intanto io la farei a casa mia e non per strada, per esempio. E poi quella era la mia bistecca.
– Mi stai giudicando?
– Certo. Ma non importa: il mio è un giudizio sociale circa una tua scelta naturale, che resta tale.

Direte: è solo una questione semantica allora? Posso parlare direttamente di “opportunità” invece che di “naturalità”?
Proviamo. Perché in piazza le persone che si oppongono alle unioni civili e cose così non parlano tanto spesso di “opportunità” ma più sovente di “natura”? Perché si rendono conto (o non se ne rendono conto ma sono fortunate in tal senso) che sarebbe facile controbattere “Opportuno? E per chi? Per te? Ma è la mia vita, non la tua!”. Parlando invece di “Natura” chiamano in causa forze superiori: hanno bisogno di “garanti”, come tutti quelli privi di basi solide. E la natura è un garante eccezionale, in grado di rendere ogni argomento estremamente credibile.

 NON È NATURALE!
– Veramente lo è, essendo io un essere naturale e facendo cose che la natura mi consente, tipo amare una persona del mio sesso, crescere con questa un bambino meglio di come lo crescerebbe un istituto o un coglione.
– Ma un bambino ha il diritto naturale ad avere un padre e una madre!
– Lei conosce il diritto naturale?
– Certo! Tutti lo conoscono! È scritto dentro!
– Ma il mio magari è diverso. Pensi che per me il diritto a scegliere come e quando morire liberamente rientra nel mio diritto naturale.
– Allora il suo è sbagliato! Solo Dio può scegliere!
– Mi porti una copia del suo diritto naturale, lo confrontiamo.
– Ma non ha senso.
– Esatto. Perché il suo diritto naturale è solo una sua invenzione di comodo, per proteggere le sue false certezze. Senza l’ombrello di tutela di questo termine, le sue motivazioni sono inesistenti e pretestuose.
– Questa non l’ho capita.
– Perché non legge UMC.
– Chi?

Peccato che pure questa pratica, circa il volersi fare i cazzi degli altri impedendo che ciascuno viva naturalmente la propria vita come vorrebbe, per quanto sgradevole, odiosa, medievale e manichea, sia anch’essa possibile in natura e dunque, tecnicamente, “naturale”.

Pensate, pure essere leghista è naturale, anche se mi rendo conto che lì siamo proprio al limite.

Il diritto naturale a ritenervi pericolosi

sentinelle
Un uomo legge il giornale in piazza e si ritrova circondato da figuranti, in una candid camera vecchia come il cucco

Ho scoperto l’esistenza del “Movimento Sentinelle in piedi”. Che già sa di pleonastico (prova a fare la sentinella seduto e vedi quanti giorni di consegna ti danno) e di ossimoro (“movimento” e “sentinella”? La sentinella sta ferma, se si muove è una ronda).
“Dio quanto sei pedante, vieni al punto”. Ok. Il punto è proprio questo: ignoranza. Diffusa, radicata, inconsapevole.
Questi stanno in piedi a manifestare per l’unicità del matrimonio tra un uomo e una donna, per la famiglia “naturale”. Non hanno neppure idea che il concetto di “famiglia” non esiste in natura. C’è quello di relazionalità, comunità, legame.

Ogni volta che qualcuno innalza il vessillo del “naturale” sta consapevolmente o meno creando un conflitto con l’esercizio di libertà personali.
A dirla tutta, la logica stessa di “natura” viene compressa da qualunque regola sociale, altrimenti qui staremmo semplicemente a darci addosso e veder prevalere il più forte sul più debole. Perché questo fa, la natura: far vincere chi è più grosso, più capace; selezione (“naturale”, no?). Senza le regole noi oggi staremmo a scannarci per strada, impunemente; ciascuno farebbe il comodo proprio e potresti ritrovarti ammazzato in casa da uno solo perché più grosso di te. Insomma tutto come fossimo in Italia.

Questa la “natura”.

Le regole sociali, le normative, non stanno là a tutelare il diritto “naturale”, la famiglia “naturale”, il comportamento “naturale”: al contrario. Mirano a ridurre le spinte della natura a favore di costruzioni più adatte al bene comune, alla pace sociale.
Dubitate sempre di quelli che invocano etiche “naturali”: sono gli stessi che parlano per frasi fatte, pensano come è stato loro insegnato, vivono improntando le loro azioni a principi scritti da terzi.

L’omosessualità non è una invenzione dell’uomo: esiste in “natura”. Non è una scelta, non si trasmette col contatto. Magari al Muccassassina sì, ma è un caso limite.

Proteggere la famiglia “naturale” (che non esiste) da una manifestazione “naturale” dell’essere (che esiste) è come cercare di proteggere il mio amico immaginario (che per me c’è, è importante, se ho sei anni) dalla sua sparizione dovuta a crescita, presa di coscienza, maturazione personale.

Questo per dire cosa? Che siete tristissimi, uniti, in gruppo, a creare una comunità (naturale) che cerca di impedire che altre comunità (naturali) vivano la propria libertà (naturale).

A me, mio nonno diceva sempre: “8, 70, 34, 21, 57, ruota di Napoli”.

Ma diceva pure: “Se vuoi vivere bene vivi e lascia vivere”.

Perché voi vi limitate alla prima parte?

Sentinelle_Roma_Adinolfi
Una ragazza manifesta per il diritto alla vita, prima di vederselo negato dall’appetito di Adinolfi