Mi è capitato di vedere recentemente in tv la Loren, presenziare ad una manifestazione di non so cosa. E ho provato un fastidio che non sono subito riuscito ad identificare. Premesso che a me la Loren è sempre piaciuta, cosa c’era stavolta di “sbagliato”?
Poi ho capito: era da un pezzo che non mi capitava di vederla così com’è diventata oggi; di quell’impatto, ciò che davvero non sopportavo era quella cieca ostinazione di chi proprio non riesce a farsi da parte con dignità.
Non parlo del fatto che il tempo passi per tutti e blablabla ma proprio che – credo – ad una certa età determinati personaggi pubblici hanno il dovere morale di sparire, tout court.
La cosa non vale tanto per noi comuni mortali quanto per le icone del nostro immaginario, quelle con le quali siamo cresciuti e che ci piace ricordare al massimo del loro splendore, perché ci accompagnino vita natural durante nella loro forma “divina”, che col tempo abbiamo imparato ad idealizzare.
A rafforzare in me questa idea, il fatto che i personaggi che a tutt’oggi celebriamo di più ci sono rimasti secchi prima di trasformarsi in vecchi parrucconi: da Steve McQueen a Bruce Lee, da Heath Ledger a Rodolfo Valentino.
E Jean Harlow, Belushi, James Dean… Fino al mito di Marilyn.
Ora, che per alcuni sia difficile sparire, dopo aver calcato i palcoscenici ed abbracciato folle intere posso anche capirlo. Ma vivere per sempre nel tuo momento di massimo fulgore non è poi qualcosa dal valore ben più inestimabile?
Qualcuno ci è riuscito, a fermare il tempo ed essere poi identificato con una idea mitizzata di se stesso.
Altri non hanno avuto tale fortuna. Pochi, solo pochi possono dire che il tempo non ha lasciato segni di pura violenza sui loro volti. Purtroppo le donne – si sa – sono ben più soggette degli uomini allo scorrere dei grani nella clessidra della vita.
In ogni caso non tutti sono dei sex symbol anche a sessanta, settant’anni. Personalmente, se fossi una star, pagherei oro pur di essere ricordato com’ero, e non come sarò.
Questo a maggior ragione se l’immagine che ti sei costruito partiva proprio da un impatto visivo di un certo livello, che gli anni ed il colesterolo cattivo potevano solo peggiorare.
E poi? E poi ci sono i miracolati, quelli che niente: il tempo per loro pare non passare mai.
O che addirittura sembrano migliorare, cambiando radicalmente, pur mantenendo quei tratti somatici che da sempre sono stati loro propri caratteri di distinzione.
I portatori di idee, principi e valori universali. Questi, e solo questi, potranno davvero cambiare aspetto e a noi poco importerà. Perché quel che conta è il loro messaggio, non importa come veicolato.
E’ dai divi, dai “bellocci” che pretendo qualcosa di diverso. Sapersi centellinare e sparire al momento giusto. Pretendere che sappiano restare fedeli all’idea che loro stessi hanno saputo costruire nelle nostre teste e non si vendano come moderne puttane dell’immagine al primo che gli offra due spiccioli.
Obiezione: tutto cambia, perché non dovrebbe cambiare anche l’immagine di chi ci ha accompagnato per un tratto della nostra vita?
No, non sono d’accordo. Che tutto cambi è giusto, fisiologico, ok. Ma qui si parla di icone, di figure carismatiche ed importanti, magari nate nella nostra infanzia, che hanno forse contribuito a forgiare certi nostri comportamenti. A loro no, non è concesso invecchiare.
Perché non ci si può, davvero, ridurre così.