Mostri. Voi.

La conoscete la storia di quella nonnina 82enne che a un certo punto prese e uccise i suoi tre nipotini?
Si chiamava Carola Wilkins Di Serio ed era una immigrata gallese in Canada, con nonni italiani.
Non si sa cosa le passò per la testa, ma un bel giorno prese e portò i suoi tre nipotini nel bosco. E li uccise.
Tornò a casa come niente fosse. Quando sua figlia le chiese dove fossero i ragazzi, lei rispose candidamente: “Li ho uccisi“.

Pensate allo choc. In Canada non si parlò d’altro per mesi.

Sapete cosa accadde? Che la donna non scontò neppure un giorno di carcere: il sistema giudiziario canadese prevede infatti che superati gli ottant’anni una donna con genitori o nonni stranieri, possa scegliere di scontare la pena nella terra di origine dei suoi parenti, dopo estradizione. E Carola, che aveva anche origini italiane, indovinate cosa scelse? Esatto, l’Italia. Perché il nostro paese, superati gli ottant’anni, non prevede più pena detentiva e se il reato è commesso all’estero non si applicano neppure i domiciliari. Insomma, niente carcere, per la nonna assassina. L’avvocato italiano assegnatole riuscì persino a farle ricevere una somma di denaro come vitalizio, dato che la pensione non le bastava più una volta allontanata da casa e cambiato paese. Vitalizio ovviamente pagato dallo Stato italiano, cioè da tutti noi.
La dolce nonnina passò il resto della sua vita in un ospizio, in tutta serenità.

Cosa ci insegna questa storia?
Nulla, perché l’ho inventata.
Non è vero niente, ma soprattutto pochissimi di voi hanno le competenze e il tempo per informarsi, non tanto sulla storia di Carola Wilkins Di Serio, quanto sul sistema giudiziario canadese, italiano, qualsiasi. Non c’è una sola parte vera in tutto il racconto, e i sistemi giudiziari canadese e italiano non funzionano affatto in quel modo.

Anche la foto è presa a cazzo su internet.

Ora, pensate se questa puttanata fosse scritta su un blog più conosciuto, su una pagina social tenuta da gente più nota: quanti inizierebbero a indignarsi a cazzo? E quanti, una volta dichiarata la assoluta infondatezza della storia, continuerebbero al motto: “Non importa se non è vero, comunque c’è gente che ammazza e non fa nemmeno un giorno di galera!“.

Niente, era per dire qualcosa che non educherà nessuno, che non insegnerà niente a nessuno, quanto a riflessione, piacere della ricerca, analisi della realtà presentata.

Un po’ come ha fatto la scuola negli ultimi decenni, a quanto vedo.