You’ll never walk Clone

La diversità aggiunge valore alle nostre vite: ti immagini se fossimo tutti uguali?“.

Ok, è una frase bellissima. Ma la domanda sarebbe: “Ma tutti uguali a chi?”.
Cioè, se fossimo tutti uguali a me stesso sarebbe un mondo noiosissimo, certo, ma perfettamente funzionante. Niente ressa, mai, da nessuna parte, per evitare il fastidio della gente. Ciò comporterebbe un Salento vuoto ad agosto, nessuno in autostrada a pasquetta, nessuna coda l’ultimo giorno di qualunque cosa in qualunque sportello pubblico. Col paradosso della consapevolezza di tutto questo e dunque di nuovo tanti “me stesso” in Salento ad Agosto, in autostrada a pasquetta, etc. Con la consapevolezza di quest’altra cosa e di nuovo nessuno. Etc. I paradossi irrisolvibili.

Per esempio: strade sempre pulite e senza una buca: ma chi le sistemerebbe? Io no di certo. E i commercialisti? Chi farebbe mai il commercialista in un mondo di soli “me stesso”? Io manco per il cazzo: ho un equilibrio mentale da preservare: da bambino sognavo cose, non numeri, e preferirei vivere un giorno da essere umano che cento giorni da commercialista. Ma il commercialista serve. Dunque? Dunque boh, paradosso, e il giochino finirebbe qua. Magari investirei nella ricerca, nella robotica, per creare robot-commercialisti, privi di ogni sentimento, di umano pensiero e capacità se non quella di fare i conti. Come i commercialisti veri.

Scherzo eh: i commercialisti non sono così male.

Scherzo ancora: lo sono.

Ma ci sarebbero altre cose, prive di paradosso, che renderebbero questo un mondo migliore, se popolato da soli “me stesso”: niente macchine in doppia fila. Niente ultras infoiati allo stadio. Niente sovrappopolazione mondiale. Niente fisime nel lavare la macchina nuova coi rulli che “potrebbero graffiarla diomio lavaggio solo a mano con shampino specifico e spugna morbida per la mia piccolina“. Niente puttanate così, mai. Niente gente in ritardo, niente monnezza buttata a casaccio. Niente film di De Sica, Boldi, Salvi perché nessuno andrebbe a vederli. Così come niente Barbara D’Urso, De Filippi, Amici, Nemici, tronisti, troionisti, reality, programmi di cucina, programmi di altro che alla fine sono di cucina. In un mondo di soli “me stesso” nessuno avrebbe più bisogno di dei, dunque niente esaltati, niente fondamentalisti, nessuna guerra di religione, nessuna Chiesa, tutti i beni di tutte le religioni immediatamente redistribuiti tra la popolazione e niente più spese in nome di qualcuno che non solo non esiste ma se esistesse non avrebbe certo bisogno di soldi, né permetterebbe a esseri umani di conciarsi in quel modo e parlare a suo nome. Niente terrapiattismo, sciachimismo, antivaccinismo, teorie sciamaniche, arruffoni, santoni, cialtroni, cantoni, rioni.

Una cazzo di palla di mondo? Probabile.

Ma la cosa più importante, che mi farebbe davvero desiderare un mondo di soli “me stesso” e che renderebbe il nostro un mondo migliore è: mai, mai, mai, per nessun motivo, da nessuna parte, musica latino-americana.

Basterebbe questo.