Alfredo Carponi /2

Esperimento di scrittura collettiva. Riprendo il post di Alexfor e riparto da dove lui termina. Chi prosegue? Il/la primo/prima che si prenota nei commenti avrà la puntata 3.

(1a puntata)

Continuo a cercare nella memoria, ma niente: sono solo col mio nuovo Io. Se poi è nuovo.  Se poi cerco davvero. Perché è questa la cosa più curiosa: so di essere tale “Alfredo” ma non ho pensato neppure per un attimo – quando mi si è posta davanti questa donna – di chiederle altro. Come quei giocatori di carte che spizzano l’angolino per attenuare l’impatto di un fante inutile.

E se non avessi avuto piacere di saperne di più, su di me?

Magari non ero cieco dalla nascita: mi sarebbe parso di aver improvvisamente perso qualcosa.

Sì, questo “Alfredo” era cieco dalla nascita: così mi garbava la storia. “Garbava”. Ero toscano? Sono toscano? Mi piace pensare così? Preferirei altro? Neppure provai a parlare, per non dissipare a me stesso i dubbi con una inflessione dialettale che magari mi avrebbe collocato a Matera. Ma se così fosse stato? Perché questo pensiero ora? Ero un coglione leghista? No, visto che immediatamente avevo associato “coglione” a coglione. E questo umorismo ora? Mi piaceva. Mi piace.

La mia vecchia identità la vedevo così, adesso: un potenziale impiccio. Come se avessi potuto essere chiunque e tra me e questa nuova vita ci fosse di mezzo semplicemente la mia precedente.

“Semplicemente”, poi.

Ma ero certo che non avrei potuto tirare a lungo in quello stato di non conoscenza: c’era questa donna che sapeva di me e di lì a poco avrei saputo anch’io.

E poi volevo realmente capire dove mi trovassi e che fosse accaduto ai miei occhi. Ma soprattutto: perché quello stato di assoluta, incomprensibile serenità interiore.

–          Chi sei?

–          Alfredo, ma cosa ti è successo agli occhi?

Ecco, era finita. Questa stronza aveva azzerato già il grosso della mia nuova vita. Prima vedevo, sì.

–          Non so niente. Chi sei?

–          Oddio, neppure mi riconosci. Ti sto portando al Centro Ripristino, non ti preoccupare.

–          Al che?

–          Stai giù, non parlare. Sei pieno di fluido. Rilassati.

–          Fluido?