19 Maggio 2010

mercoledì, maggio 19, 2010

chè qua non si butta via niente (3)

D’Alema attacca duramente Sallusti, che l’aveva comunque provocato presentandosi a Ballarò con la faccia di Sallusti.

Morto uno dei padri della psichiatria italiana. Il suo medico qualcosa ci vedeva, in quelle macchie.

Prosperini abbandona la politica: “mi dedicherò ai meno fortunati, ai disabili”. Niente, continua a pensare a se stesso.

Huston, bagaglio esplode in aeroporto. “Te lo dicevo che davvero non ci stava, un altro maglione!”

MEDIASET: “Sky prepotente sui diritti TV”. In effetti si è presa il pallone.

Vigili multano una donna perché indossava burqa. La donna paga senza protestare, consapevole di averla scampata bella per quel parcheggio a cazzo di cane.

Vigili multano una donna perché indossava burqa. Un atto irriguardoso. Aggravato dal tentativo di infilare la multa sotto al tergicristalli.

Messa pubblica per Benito Mussolini, è polemica. Pio XI in effetti fu molto più discreto.

Napoli, va a fare la tac e muore. Almeno rispettata la corretta sequenza cronologica.

Marco Pannella compie 80 anni. Ma non ha raggiunto il quorum.

La Grecia accetta tutte le durissime condizioni imposte dalla Comunità Internazionale. Però quel dito non era necessario.

Teramo vara la eco-giunta: tutti in bici, dal sindaco in giù. Anche se non è quello che la popolazione si aspettava, quando si parlava di “avviare un nuovo ciclo”.

La Russa fonda “La Nostra Destra”. “Sarà un’entità che vuol vivere dentro al PDL, contro ogni forma di soppressione”. Praticamente una metastasi.

postato da maxzulli alle ore 19/05/2010 12:32 | link | commenti (2)

18 Maggio 2010

martedì, maggio 18, 2010

Crescendo

Ciao caro, come stai?

Bene, grazie, tu?

Io bene, ma tu… sei sicuro vada tutto bene?

Certo, perchè me lo chiedi?

Ho saputo di quel problemino al tuo cane.

Cosa? Che problema?

Che non stava bene…

Come? Non ne so niente…

Beh, magari si è rimesso…

Ma da cosa?

Da quelle bruciature…

Bruciature? Di cosa parli?

Ma da quanto manchi da casa?

Beh, in effetti sto rientrando oggi. Sono stato tre giorni fuori e…

Ah, dunque non sai niente del tizzone caduto dal tetto.

Tizzone? E’ caduto un tizzone sul mio cane?

Sì. Era acceso e il cane si è bruciacchiato.

Oh povera bestia. Ma scusa, da quale tetto è caduto? Un tizzone poi?

Eh, il tetto andava a fuoco.

A fuoco?

Sì.

Ma quale tetto era?

Il tuo.

Che? Vuoi dire che ha preso fuoco un pezzo di tetto?

Togli “un pezzo”.

Il tetto di casa?!?

Quale casa?

Che vuoi dire?!!

Cucù la casa.

Mi è bruciata casa?!?! Oddio! Chiamo mia moglie!!!

Non risponderà.

EEEEH?!?!?

Era in casa.

MA… MA…

Non ha fatto in tempo ad uscire.

MA…

Neppure i bambini.

I BAMBINI!!! I MIEI BAMBINIII!!! Dio… mi… mi sento male…

Non per molto. Ho il responso di quel tuo esame medico. Come immaginavi.

Q…quanti mesi mi restano…?

Vuoi scherzare?

Set… settimane…?

Piantala.

???

10…9…8…

14 Maggio 2010

venerdì, maggio 14, 2010

Chè qua non si butta via niente (2)

Sul tratto Venezia Roma, treno «sparisce» misteriosamente in galleria. I vertici Trenitalia sollevati nel vederlo riapparire all’uscita.

Iran eletto nella commissione ONU per i diritti delle donne. Se ne parlava già da un po’, nessuna sorpresa: lupus infibula.

Lite sulla Playstation si conclude in tragedia: un ragazzo uccide il fratello. Sì, ma in che livello?

“Mio figlio nato grazie a Papa Wojtyla”. Ma aggiunge: “con lui era come farlo sulla lavatrice”.

Bersani: “1 maggio non è una festa passatista”. Nel dubbio, Schifani querela.

Bersani: “1 maggio non è una festa passatista”. Restano “capzioso”, “retrivo” e “maramaldeggiare”.

Scajola: “Hanno messo di mezzo i miei figli.” Giura oggi, giura domani, Berlusconi aveva terminato i suoi.

USA: Repubblicani propongono Microchip a Immigrati. Loro insistono sulla carta verde.

Ospedale pediatrico rifiuta beneficenza dei porno-divi. Durissima la risposta degli attori.

Adozioni,”Non si può decidere il ‘colore'”. La Lega infatti punta sulle taglie.

Si ammazza in carcere con i lacci delle scarpe. Dal referto del medico legale risulta chiaro il suicidio con due colpi di laccio alla testa.

Si impicca in carcere con i lacci delle scarpe. Le guardie penitenziarie erano distratte. Prendevano appunti.

13 Maggio 2010

giovedì, maggio 13, 2010

mea culpa canino

Solo per ribadire che il post precedente non voleva offendere chi ama i cani e gli altri animali. No, su.
Voglio dire, è ovvio che si scherzasse su chi possiede un cane. Ma le possibilità che questo possa davvero legittimamente offendersi per il mio post sono praticamente nulle, per tre motivi:
1) i padroni di cani sono persone sensibili e intelligenti, e come tali comprendono bene il senso dei miei scritti, l’ironia, la vis comica
2) nessuno in fondo può pensare male di un animale tanto buono e storicamente vicino all’uomo
3) tanto stavano fuori a far cacare quella stupida bestia.
Ecco, vedi? Ma che ti incazzi? È scherzoso, il mio tono. Dai.
Mica ho detto che sei tu, stupido… Ah, ti risenti perché il tuo cane non è stupido…
Beh, in effetti ti do’ ragione: non è lui che si sveglia presto al mattino a portarti a pisciare; che ti prepara i bocconcini; che ti taglia le unghie; che sostanzialmente mantiene te.
In effetti il tuo cane tanto stupido non è.
Lui.

10 Maggio 2010

lunedì, maggio 10, 2010

Ché qua non si butta via niente (1)

E’ morto Carpené, il “signore del Prosecco”. Sarà tenuto in fresco.

“La credibilità della RAI è crollata” afferma Zavoli lucidando delle scarpe.

Bersani: “Faccio appello alle forze di opposizione” “…one…” “…one…”

TURCHIA: Apre il primo Albergo per Nudisti. Non sparisce mai un accappatoio.

Rossano: ad accorgersi che dopo qualche ora da un aborto il feto è ancora vivo è stato un cappellano. Non chiedetevi perché.

Treviso:in 30 minacciano di ‘candeggiare’ ragazza nera. Il peggio è stato quella cazzo di nonna che voleva poi fare la prova strappo.

Donna muore d’infarto al Luna Park. La direzione di Italia in miniatura si dice affranta e sconvolta. Un pochino.

Israele, meteorite si abbatte sulla spiaggia. Dalla Striscia di Gaza, pietroni sempre più grossi.

Fa scandalo un Cristo in croce con attributi eccessivi. Più che altro il “SUCA” al posto di “INRI”.

Arriva lo Kfen, allucinogeno cinese. Dà gli stessi effetti delle altre droghe. Ma stinge.

Padre Pio, salma traslata nel nuovo loculo. Purtroppo io non potrò assistere, beoti voi che ci sarete.

Aspirante suicidia si stende sui binari, illesa nonostante il passaggio del treno. Sull’altro binario.

Nasce la prima rivista porno per non vedenti. Che poi son quelli che già le usavano troppo da giovani.

13enne croata si sveglia dal coma e inizia a parlare tedesco. Come prima del coma.

7 Maggio 2010

venerdì, maggio 07, 2010

C’è una Maserati che ti ama.

Da bambino ho frequentato sia asilo che elementari da suore. Andavo regolarmente in chiesa, ho anche cantato nel coro qualche volta. Per tre anni poi sono andato in campeggio con la parrocchia, accompagnato da diversi preti.
Per mia esperienza personale posso affermare che mai ho ricevuto attenzioni particolari da bambino, mai.
Anche per questo, oggi, non  ho deviazioni sessuali: non sono pedofilo, necrofilo, idrofilo.
Sono stato fortunato, io. Come me la maggior parte dei bambini, certo: mica tutti vengono molestati!
Ma.
Dal 1950 al 2002 4.392 sacerdoti americani (su oltre 109.000) sono stati accusati di relazioni sessuali con minorenni.
E questa è la punta dell’iceberg. Si comprende facilmente come le cifre del non emerso siano spaventose.
Il problema è serio e presenta risvolti gravissimi: un bambino sessualmente molestato sviluppa maggior propensione ad acquisire deviazioni sessuali a sua volta.

Detto questo: perchè rischiare? Perchè mandarlo in parrocchia?
Voglio dire, tu manderesti tuo figlio in una palude, dicendogli “figlio mio, vai tranquillo: hai solo il 15% di perdere una gamba a causa di un coccodrillo. E solamente nel 5% dei casi diventerai coccodrillo a tua volta“.
[Eviterei questa seconda parte: il bambino potrebbe trovare allettante diventare coccodrillo].
Se il vantaggio fosse evidente si potrebbe anche pensare di correre il rischio.
Figlio mio, sai che se vai nella palude potresti essere azzannato da un feroce coccodrillo. E anche perdere la vita. Ma potresti trovare anche una fiammante Maserati Granturismo nel bel mezzo di un profondo acquitrino. Dunque secondo me sarebbe bene che andassi“.
E perchè nun ce vai te?
1) Cosa me ne faccio di una Maserati Granturismo se non ho nemmeno la patente?
2) Quella Maserati sarà inservibile, se è in un profondo acquitrino
3) Ma SEI SICURO CI SIA POI UNA MASERATI? L’HAI VISTA?

Perchè è questo un ulteriore problema: nessuno l’ha mai vista, ‘sta cazzo di Maserati. Nessuno.
Certo, si dice ci sia, quattro piloti ne raccontano da anni in quattro libri diversi. E qualcuno conserva anche il suo telo di copertura. Sul quale è rimasta impressa la sua immagine. Questo si dice.
Ogni tanto un Arbre Magique lacrima sangue – qualcuno racconta. Ma manco questo ho mai visto.
Ma tanta gente ci crede. Sarà vero allora.
Oddio, tanta gente credeva pure a Giove e Apollo. Che ora non ricordo cosa fossero. Forse vecchi modelli di Lamborghini.

In soldoni, nessuno davvero mi ha mai saputo dimostrare l’esistenza di questa Maserati.
E comunque, il rischio di perdere una gamba è troppo alto per inseguire una fantasia.
Ma la decisione la si dovrebbe prendere con molta serenità nel momento in cui si acquisisce risposta alle domande:
“Papà, ti pare ragionevole che ci sia una Maserati in un acquitrino?”
“No figliolo, ma così ci dicono”.
“Papà, vale la pena farsi il culo, rovinandosi questa già misera vita, per cercare una cosa che nessuno ha mai visto?”
“No figliolo, ma così ci dicono”.
“Papà, tu che sei mio padre e che dunque mi ami, e possiedi la Maserati, la metteresti in un acquitrino in mezzo ai coccodrilli?”
“No figliolo, io te la darei immediatamente, ora, qui”.
“Papà, quanti sono tornati con la Maserati Granturismo finora?”
“Nessuno figliolo. Nessuno”.

3 Maggio 2010

Corsi e rimorsi storici

1939

Hitler invade la Polonia.

Gli sforzi dei polacchi nel resistere all’avanzata dei carrarmati tedeschi si riducono ad un cattivo lavaggio dei loro finestrini.

L’URSS attacca la Finlandia per semplice invidia dei loro denti bianchissimi.

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1940

Le truppe tedesche attaccano i Paesi Bassi e il Belgio e da qui entrano in Francia, dimostrando che il TOMTOM non era ancora stato inventato.

L’Italia entra in guerra: Genova viene bombardata dall’aviazione britannica e francese. La Marina Militare risponde all’attacco ma le bombe di profondità non sembrano efficaci.

Parigi viene occupata dai tedeschi. Drammatiche scene di una Parigi devastata da omaccioni biondi con calzino corto sotto il sandalo.

Hitler tenta di conquistare l’Inghilterra con incursioni aeree notturne sui cieli di Londra ma la Luftwaffe non riesce nell’intento. L’obiettivo di fiaccare il morale inglese colpendo direttamente la popolazione civile con bombardamento di wurstel e crauti non aumenta a sufficienza il colesterolo nei londinesi e permette agli inglesi il contrattacco con fish and chips.

L’Italia attacca la Grecia ma fallisce l’obiettivo e si ritrova in Albania. Già che c’è acquista delle Mercedes rubate proprio in Italia.

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1941

Hitler conquista i Balcani con una guerra lampo. Mussolini ha un ruolo fondamentale nella vicenda: sale sul carro del vincitore già qualche giorno prima.

Comincia l’Operazione “Barbarossa”: Hitler attacca la Russia, perdendo quasi un milione di uomini. I russi invece ne perdono 4 milioni e mezzo. Ma vincono. Polemiche: viene richiesto il riconteggio delle schede.

L’Italia continua a fornire il suo vitale contributo alla causa dell’Asse con numerose vittime su ogni fronte.

Sottomarini tedeschi contro navi da rifornimento americane nell’Atlantico. Alla lunga gli U-boot tedeschi vengono sconfitti dagli esorbitanti costi dei tagliandi.

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1942

Controffensiva invernale sovietica: i russi ricacciano indietro le truppe tedesche. A palle di neve sono micidiali.

Gli Stati Uniti entrano in guerra. Nonostante il petrolio lo dovessero mettere e non prendere.

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1943

La Russia si riprende le città occupate dai tedeschi, Stalingrado in primis. Le truppe tedesche vengono ricacciate indietro, così come le italiane. Queste ultime, male equipaggiate, non riescono a dare un contributo decisivo all’avanzata sovietica, per via di armamenti non all’altezza e tecnologicamente superati. Ma era evidente che lanciare sui carri armati russi dei mandolini, per giunta scarichi, fosse una strategia suicida.

Anche sul fronte africano gli alleati guadagnano territori. E viene ripresa anche la Sicilia. La Lega Nord non esiste ancora ma già caca il cazzo e minaccia secessioni.

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1944

L’armata sovietica si riprende anche l’Ucraina. Il bisogno di nuove badanti si era fatto insostenibile.

Sbarco in Normandia e liberazione della Francia: gli americani, con un attacco a sorpresa, penetrano nelle linee tedesche a nord della Francia. Gl’avevan detto che là, il petrolio, c’era. Quando scoprono che così non è, sparano a tutti, distruggendo le truppe tedesche preposte al controllo. Nobel per la pace a Obama, che non si sa ancora chi sia.

Gli Alleati liberano Roma dall’occupazione nazista. La popolazione accoglie con balli e canti i militari. Un po’ come fece quando fu occupata da quegli altri.

Quando ogni speranza sembrava essere caduta, colpo di coda delle truppe tedesche che organizzano una potente controffensiva, con la quale riescono a rientrare in possesso, se non di tutto, almeno dell’Oktoberfest.

Gli Alleati avanzano ma vengono respinti sulla linea gotica. Riescono però a conquistare Rimini. Volevano assolutamente il Cocoricò.

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1945

I russi entrano a Berlino e pongono la fine del Terzo Reich. Hitler si suicida il 30 aprile, ed ora vive in Brasile.

Mussolini viene fucilato e appeso a testa in giù in Piazzale Loreto. La cosa non lo fa comunque desistere dal lanciare farneticanti proclami.

Truman decide di attaccare il Giappone: “non fate troppi danni, ragazzi, solo per intimidirli. Basteranno due bombette” – pare che disse.

L’Italia esulta. Convinta di aver, se non vinto, almeno pareggiato la guerra.

Aprile 2010

venerdì, aprile 30, 2010

Insomnia

Certe notti (Ligabue non c’entra, non mi intendo di arte naif) dormo poco, pochissimo, praticamente niente.

E quando capita, al mattino sto ancora ancora bene, ma col passare delle ore parlo coi folletti. Pure quelli che aspirano.

Mi capita di vivere un’allucinazione continua, come se avessi leccato una rana ed i suoi tortellini.

Non riesco neppure a pensare in italiano corretto: mi perdo molti avverbi e praticamente tutte le frasi si compongono di al massimo 5 parole, tipo “io no fatto quello tu dici”, oppure “No spesa, no adesso. Dopo.”.

Anche i sensi sono deviati: non sento odori oppure questi sono amplificati e comunque tutto è immerso in un sottofondo di brodo di mensa universitaria. I suoni sono soffusi e c’è un’eco di base tipo arpa ma suonata da Marilyn Manson quando non caca da tre giorni.

E sto incazzato, incazzatissimo con tutto e con tutti. Ma non ho forze per esternare questo mio stato alterato. E allora penso fumetti con asterischi e girandole come Gambadilegno quando lo prendeva in culo da Topolino. L’altra volta ero in macchina e uno mi ha tagliato la strada: gli ho detto “percentuale cancelletto parentesi quadra!”. Lui si è comunque risentito per il tono (secondo me si è offeso particolarmente per il cancelletto) ed io sono stato contento.

Poi magari arrivo a casa, stremato, mi butto sul letto e non mi addormento: svengo direttamente con gli occhi aperti.

Il mattino dopo sembro un Gollum con due mestruazioni al posto delle pupille.

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mercoledì, aprile 28, 2010

Secondo uno studio americano… primo uno francese.

Secondo uno studio americano le donne sarebbero attratte dalla mascella di un uomo, dalle sue labbra ed in genere dalla parte inferiore del viso. Che credo comprenda anche un metro sotto.

Voglio dire, tu puoi anche avere la testa di un alieno, le ruote al posto delle gambe o essere Buttiglione, non importa: l’importante è la mascella.

La prima cosa che ho fatto è stata andare a vedermi allo specchio. L’impatto è stato subito confortante: avevo una mascella.

Secondo: la mascella si trovava davvero al suo posto. Voglio dire, non sono stato a cercarla sotto gli avambracci o nella cassetta della posta, no: era proprio là dove piace alle donne.

In ultimo: c’erano anche le labbra. Ed entrambe.

(Considero a questo punto un semplice plus non essere Buttiglione, non ne faccio più motivo di espresso vanto con il prossimo).

Armato di queste nuove sicurezze esco in strada sfoggiando tutto l’armamentario che lo studio americano riteneva sufficiente a farmi fare strage di femmine: mascella e labbra.

Per l’occasione non indosso il solito passamontagna (al quale avevo cominciato ad imputare le reali ragioni del mio insuccesso con l’altro sesso: eppure era così comodo… Oddio, d’estate qualche problemino lo dava, ma era in banca che ogni volte mi facevano storie).

Uscito con la sicumera di chi ha una mascella e delle labbra al posto giusto mi aspetto di dover allontanare a forza lo sciame di femmine che di lì a poco avrebbe rallegrato la mia giornata.

Invece.

Nessuna pare invece accorgersi della mia mascella.

All’inizio ho pensato dipendesse dal fatto che non conoscevano la ricerca.

Decido così di aprire un banchetto informativo: distribuisco depliant con i risultati di quello studio, allegando una foto della mia mascella.

Pensavo che l’informazione corretta avrebbe prodotto i risultati sperati. Ma ancora, più che una multa per occupazione non autorizzata di suolo pubblico non ottengo.

Cosa stavo sbagliando?

Eppure quello della foto della ricerca americana aveva una mascella nella mia stessa posizione, labbra più o meno uguali…

Comincia così a montare una depressione che mi porta a rivolgermi ad uno psicologo:

– Buongiorno

– Buongiorno dottore, ho un problema con la mia mascella

– In che senso?

– Nel senso che non va bene.

– Non va bene?

– No, non va bene.

– Le dà problemi di masticazione?

– No. Di donne.

– Mi spieghi.
E inizio il mio breve racconto fatto di frustrazioni e tentativi senza risultati.

– Il suo problema non è nella mascella.

– No?

– No. E’ nella testa.

– Nella testa?

– Già. Dobbiamo intervenire su quella, non sulla mascella.

– Va bene. Ma è uscito un altro studio che dice che alle donne piace una certa forma della testa e quella cosa della mascella non vale più?

– No. Alle donne piace un uomo sicuro di sè.

– Ma io sono sicuro di me.

– Ne è sicuro?

– No.
Insomma, quel giorno inizio la mia terapia sulla sicurezza, l’autostima e cose così.

Dopo sei mesi sono un altro.

Completamente diverso.

Mi sono sottoposto ad un maxillo facciale.

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martedì, aprile 27, 2010

Dello xenofobo e di altri strumenti musicali

Un razzista lo riconosci perchè quando parla di xenofobia inizia con: “Sia chiaro, io non sono razzista, però…”.

E’ come se uno che va comprare una lavatrice dicesse al commesso: “Sia chiaro, a me non serve una lavatrice, però…”. Al commesso interessa?

Tu stai dimostrando di volerla, la lavatrice. Stai dando seguito ad un tuo pensiero. Con fatti concreti. E dire che la lavatrice non ti serve non porta nulla se non far pensare che tu non abbia le palle per dire le cose come stanno davvero. O per fare il bucato. Sono i fatti a smentirti. Zozzo che non sei altro.

Dunque.

Sono uscito l’altra sera per il solito giro. Io non sono razzista, però il mio quartiere è pieno di negri.

Siccome questi si son fatti furbi, adesso tendono a rimanere chiusi in casa. Non trovandone abbiamo ripiegato sui barboni.

Io non sono razzista, però i barboni vanno cacciati a pedate in culo o bruciati vivi – meglio.

Ne abbiamo trovato uno dietro la stazione, avvolto nei cartoni. Subito ci siamo guardati in faccia per capire chi volesse appiccare il fuoco. La nostra è una comitiva che si ritrova da anni e c’è un bellissimo clima goliardico, ma anche tanta stima reciproca, per cui ogni volta è tutto un “Dai, questo brucialo tu…”… “Dai, l’hai visto prima tu…”…”Sicuro? Posso posso?”… “Ma certo!” “Grazie, il prossimo è tutto tuo…”.

Insomma, Fausto ha insistito per lasciarmi il primo della serata.

Ho tirato fuori lo zippo con la croce celtica (regalino di mia moglie… ha un gusto per queste cose…) e gli ho messo fuoco.

Del resto, ubriachi come sono, prendono con una facilità incredibile: potenza dell’alcol.

Se non fosse stato per le bastonate di accompagnamento sarebbe pure riuscito a raggiungere la fontana, che culo ad aver portato le mazze da baseball!

La sera era ancora giovane e abbiamo pensato di dare una reale svolta alla stessa cercando mignotte nigeriane.

Io non sono razzista, però se ne andassero a fare le zoccole a casa loro.

Dopo averle fatte divertire un po’ (eh, si divertono, si divertono) ne abbiamo messe un paio nel bagagliaio. Non ci stavano all’inizio, poi abbiamo pensato che non era necessario trasportarle intere.

[NOTA: Il fiume comincia a deviare il corso: dobbiamo trovare un altro punto di scarico].

Eravamo troppo stanchi per le roulotte degli zingari ma Renato ha comunque voluto tirare la molotov che sua moglie aveva così amorevolmente preparato con le sue manine (è bello quando una donna pensa a te).

Io non sono razzista però gli zingari proprio non li sopporto.

Tutto sommato è stata una bella serata, in compagnia.

La cosa più bella? Tornare a casa e vedere la tua donna che ti aspetta sveglia: leggeva l’ultimo libro di Calderoli (quella donna è un’intellettuale: io tutte quelle figure non le capisco).

No, io non sono razzista.

Però.

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lunedì, aprile 26, 2010

Del grottesco e dell’arabesco

Sono venuto in possesso – non sto a spiegare come – di un libro antichissimo, che tratta di antiche e spaventose credenze locali. Ce ne sono di ogni cultura e Paese: orientali, europee, africane – le più terrificanti. Sono stato sempre appassionato del genere ma stavolta mi si gela il sangue solo nell’aprirlo.

Sì, siamo nel terzo millennio, la tecnologia e tutto ma come si fa a restare impassibili di fronte a certe cose?

Poi sono convinto che se una credenza è diffusa da tanto tempo, con la gente che continua a parlarne, qualcosa di solido sotto sotto ci sarà.

Insomma, sono affascinato e spaventato dalle credenze.

Ma un po’ tutti i mobili di cucina mi hanno sempre fatto venire i brividi.

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venerdì, aprile 23, 2010

Riflessioni sulle ultime…

Ue: sì alle colture Ogm

Per l’approvazione, decisivo il voto favorevole delle stesse colture.

Ue: sì alle colture Ogm

“Nessun pericolo per la salute e nessuna mostruosità della natura”, dichiarano le pannocchie.

La ricerca ci regala la prima rivista porno per non vedenti.

Che poi son quelli che già le usavano troppo da giovani.

La montalcini compie 101 anni e seppellirà tutti. Con la ricerca italiana è già andata.

Per esser certi dell’età della Montalcini è stato necessario invecchiare il carbonio 14 in botti di rovere.

La montalcini mostra i primi scritti da lei pubblicati da ragazza. I papiri sono conservati benissimo.

Infami accuse al governo di tagliare i fondi alla ricerca. Era semplicemente una voce del bilancio che nessuno riusciva a comprendere.

La rete è importante per i ricercatori italiani. Fate voi gli equilibristi senza!

I recenti fatti del vulcano islandese hanno fatto tornare alla ribalta l’importanza della ricerca anche per scongiurare gli eventi naturali. Speranze vane riguardo gli interventi dal vivo di Gasparri.

Fuga di cervelli in Italia. La Gelmini è causa o dimostrazione?

Al Gran Sasso si studia la astrofisica particellare. Quando Gasparri ha fatto visita alla struttura gli hanno detto che facevano fare bumbum ai sassolini .

Le donne risultano svntaggiate nel raggiungere posizioni di vertice nella ricerca. Forse è il tempo che perdono nel parcheggiare.

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giovedì, aprile 22, 2010

L’agnello di Dio. O il canguro?

Gesù – Figliolo, tu sarai il mio primo discepolo,

Discepolo – E tu chi cazzo sei?

G – Io sono l’agnello di Dio.

D – L’anello di Dio?

G – Agnello, agnello!

D – Ah. Che sta per…?

G – Uh, l’agnello… perchè… è… non lo so mica perchè.

D – Cominciamo bene. Comunque, che devo da fare?

G – Annuncia al mondo la lieta novella!

D – Cioè?

G – L’agnello di Dio è tra voi. Un gran giorno è nato.

D – Renato chi?

G – E’ nato! NATO!

D – Si ma fatti capire, su.

G – Dici che parlo difficile?

D – No, è che sei un po’…

G – Un po’…?

D – Niente, dai.

G – Dimmi pure, se posso migliorare in qualcosa…

D – No, quei capelli…

G – Cos’hanno i miei capelli?

D – Fanno troppo Kurt Cobain.

G – Morto?

D – Fatto.

G – Sì, io mi sono fatto uomo per…

D – Ti sei fatto un uomo?

G – No, io mi sono fatto uomo, non “un uomo”!

D – Non ti capisco. Comunque i capelli non vanno bene.

G – Dovrei tagliarli?

D – Si’…

G – Va bene, non è questo un problema.

D – E ci sarebbe un’altra cosa…

G – Cosa?

D – Le infradito… quest’anno non vanno tanto.

G – Ma mi avevano detto…

D – Chi?

G – Mio padr… Niente. Eppure in spiaggia ci cammino benissimo.

D – Beh, sì, sulla sabbia sono l’ideale.

G – Anche sull’acqua.

D – Che?

G – Niente, cose mie.

D – Comunque: dicevi dell’agnello?

G – Eh? ah, sì, l’agnello… ma… senti, dov’è che si beve un goccio di quello buono da queste parti?

D – Se ti accontenti proprio di un goccio dovrei averne mezza aperta a casa.

G – Mezza? Va bene.

D – Se poi non basterà andremo a comprarne un’altra.

G – Basterà.

D – Ti accontenti vedo, va bene, dividiamo quel poco che ho.

G – Magari moltiplichiamo.

D – Eh?

G – Niente, cose mie.

D – Boh. Mi spieghi meglio quella cosa dell’agnello?

G – Eh? l’agnello? Che agnello?

D – Hai detto di essere l’agnello.

G – Eh? Ah, sì. Io sono l’agnello di Dio.

D – E perchè?

G – Eh?

D – Perchè sei l’agnello di Dio? Che significa?

G – Come che significa! L’agnello di Dio!

D – Ma perchè l’agnello? Che senso ha?

G – Perchè essendo il figlio, dunque, l’agnello… no. Essendo che sono l’agnello di Dio e pure suo figlio… no. Siccome che l’agnello è un animale buono…

D – Ma lo è pure un cerbiatto.

G – Il cerbiatto di Dio. Beh, sì, suona bene in effetti. Io sono il cerbiatto di Dio!

D – Sì ma mica puoi andare in giro cosi’ ad inventarti le cose! Allora puoi fingere di essere qualsiasi animale!

G – Sì, hai ragione. Allora oggi saro’… il leone di Dio!

D – Tu stai fuori.

G – La tortorella di Dio!

D – Piantala.

G – L’upupa di Dio.

D – Manco so com’è fatto un upupa.

G – Dici che ci vorrebbe qualcosa di piu’ familiare?

D – E sì, dai. Una cosa che riconoscono tutti.

G – Tipo un coniglio?

D – Prova.

G – Io sono il coniglio di Dio!

D – No dai, pare un Dio fifone.

G – Hai ragione… che ne pensi della gallina? Tutti conoscono la gallina. Io sono la gallina di Dio!

D – Non dà senso di onnipotenza.

G – Non fa effetto eh? Il calabrone? Il calabrone di Dio!

D – Ma che è?!

G – Uff… comincio a scocciarmi… il cavallo di Dio?

D – No.

G – Il pavone di Dio?

D – Pare che poi se la tira.

G – L’armadillo di Dio.

D – Ma se abbiamo detto che deve essere un animale che tutti conoscono!

G – Che palle! Non andava bene l’agnello?

D – Ma non significa niente. Che poi a Pasqua se lo mangiano pure. Pare irriguardoso.

G – Hai ragione. Ma cos’è la Pasqua?

D – Veramente non lo so. Mi sa che ho inventato una parola nuova.

G – Vabbè, l’agnello no ma allora? La mosca?

D – Ma che schifo!

G – Il gorilla?

D – Sì, io sono il gorilla di Dio, pare la guardia del corpo.

G – Fermo! Ce l’ho!

D – Dai, spara.

G – Il porco!

D – Beh, beh… sai che ti dico…

G – E vai! Già me lo vedo sulla bocca di tutti! Il porco di…

D – OK BASTA COSI’!

G – MI PIACE! IL PORCO DI D…

D – Nnamo va’.

G – Pensi che tra duemila anni la gente ne parlerà?

D – Credo sarà una frase che tutti useranno.

G – Che meraviglia!

D – Certo.

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martedì, aprile 20, 2010

Luoghi comuni reloaded

– Non capisco perchè ti ostini a stare con gli occhi chiusi: ok, sto guidando io, come hai chiesto, ma ti stai perdendo tutto il paesaggio!

– Lascia stare, non mi interessa: so già tutto, conosco ogni albero, collina, vicolo che stiamo attraversando. E’ come se li vedessi.

– E come è possibile, visto che non siamo mai stati da queste parti?

– Tutto il mondo è palese.

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lunedì, aprile 19, 2010

E’ un medicinale, usare con Manuela

ASPIRINA: Dio che stress!

AULIN: Che hai Aspirina?

ASPIRINA: E’ che mi chiedono sempre di tutto! E fammi passare il mal di schiena e abbassami la febbre e fammi smettere questo mal di testa!

AULIN: Ma non sei contenta? Sai fare cosi’ tante cose!

ASPIRINA: Ma in fondo nessuna bene.

AULIN: Perchè dici cosi’, dai.

ASPIRINA: E’ che se davvero hai la febbre, quella alta dico, mica ricorri a me.

AULIN: Beh, certo, lì chiedo a Tachipirina

ASPIRINA: E se ti fa male ma male la testa?

AULIN: Forse a Moment

ASPIRINA: Vedi? A che servo io?

AULIN: Ma a volte si ha bisogno di te, di qualcuna che sappia fare tante cose e tutte insieme.

ASPIRINA: Ma ne sei sicuro?

AULIN: Ma certo dai. Chi vuoi che si rivolga a chi fa bene solo una cosa?

VIAGRA: ‘sto cazzo!*

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* espressione idiomatica per mancanza di accordo; dissenso, discordia: essere, trovarsi in disaccordo su qualcosa.

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mercoledì, aprile 14, 2010

Razziatone ad una santana. Santana e cagnotta.

Colta mia, tuta colta mia.

Non aneto rapito ke… ke sei una strozza! Dolo una strozza!

Ketty creavi? Ke non lo aprei saputato? Tuta la cita giallo sa.

Odio mio, seppe enzo ke o’ perzo tango tenpo apprezzo atte’… ke rognone sono strato. Uno scupido tonale.

Tu ke disci: “yogi no, non pozzo badile ton te al kinema pertè alè bue ciò il garrettiere, varta ke cappelli ke o’, volo far bidella pettè”.

E io ci crescevo, mi fidato bidè.

Ettu’, strozza e cagnotta, ke razzo pompinavi? Tè nannavi a schioppà con chilla meza seca di Frausto l’idrantico, ke io, minoprio io, sono strato a protrarlo in cazza mostra. Un fiero rognone sono strato.

Komodo, e? Troncarsi l’indrantico. Ke manko le sbardellette, puelle ke puoi dentra il maritozzo e lui si impicca sotto il lento o nell’armadillo.

Ma dantè: si una è zocca, pigna oppoi zocca sidis mostra.

Ettù tattakki ar cazako.

Emo ke giri penzo, ke ciai aveto il carteggio di dire?! “Ho tinto tuti i miei organismi contè”… biella zocca ke sghei!

E cono l’indrantico? Non li tingevi gli organismi?

E una oltra rosa: lui la prezzava il tuo mulo ormai radente? Placcido e piego di cellulosa?

“E’ pellame a scucchia d’arrangia, non cellulosa” – disci… Sè, ke me pareti la gonna cantone tandem ieri grazza!

La bronzima volpa, io lila vori entro cazza mia meli traccio da dolo.

Ansi, miki amo una zocca ke seni indente e mente fa lila vori mela tronco purè io.

Gargiulo, a gargiulo tene devy antares, tu e tuta la terrazza bua: santana, sghei dolo na schiodosa santana!

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lunedì, aprile 12, 2010

Coerenze
Stavo pensando che mi fa impazzire quando uno si dichiara cattolico ma non praticante.

E’ come dire macellaio ma vegetariano, assessore al traffico ma senza patente, misogino ma latin lover.

Ci sta, per carità, ci sta.

Ma non senti che qualcosa non quadra?

Poi penso al medico obiettore antiabortista.

Ecco, quello è un cattolico praticante.

O almeno così mi ha detto sua moglie.

Ah, no. E’ stata la sua amante.
 

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venerdì, aprile 09, 2010
Quel che poteva (legittimamente) andar perso:

L’85enne Padre Gabriele Amorth terrà corsi per diventare esorcisti. Da dentro.
David e Victoria Beckham dichiarano di fare sesso cinque volte al giorno. Lei è insaziabile ma anche Victoria non scherza.
Sindone: a Porta a porta l’apertura della teca. Nemmeno stavolta dall’interno.
Tutto esaurito per la Sindone anche nei ristoranti. Che speriamo cambino tovaglia.
Padre Pio riposerà in un sarcofago rivestito di argento e pietre preziose. E dovreste vedere l’impianto Bose.
Dal 19 aprile padre Pio passerà nel nuovo santuario. Tutto esaurito per l’evento. Una roba che a San Giovanni Rotondo non si vedeva da ieri.
Lapo Elkann parcheggia sulle strisce per disabili. Apprezzo sempre le autocritiche ma deve fare di più.
Pensionato prende a martellate la moglie. ‘Ste istruzioni IKEA non sono sempre chiarissime.
Estratti vivi da miniera cento minatori cinesi indistinguibili dagli originali.
Cina, intrappolati da 7 giorni, salvati cento minatori. Sempre più capienti, ‘sti sottoscala.
Morto il giudice santi licheri. Ma aspettiamo la cassazione.
Sacerdote indagato per evasione fiscale. Non avrebbe rilasciato fattura al bambino.
Calderoli: «nel 2013 Berlusconi al Quirinale e la Lega a Palazzo Chigi». Ora ci conto molto, sui Maya.
Alla radio davano “Thriller” di M. Jackson. Non sarei riuscito a trovare musica pasquale più indicata.
Bersani: “Adesso acceleriamo”. L’uso del plurale è commovente.
Giornalisti: e’ morto a Pavia Maurizio Mosca. Lascia un gran vuoto dietro di sè. Ma speriamo che ce lo dicano altri, dove va Milito.
E’ Nato il figlio di Tatangelo-D’alessio. Ovviamente piange.
Pupo spopola in Russia con “Italia amore mio”. Un motivo in più per i ceceni.
PEDOFILIA: dopo gli abusi, prete raccomandato dal Vescovo. Deve essere stato davvero bravo questo.
Islam, nasce il sexy shop a prova di sharia. Le donne vengono macellate lo stesso ma secondo precisa procedura.
Pillola abortiva: Cota, “Io le terrei nei magazzini”. Va bene, ma in un Paese civile si chiamano “farmacie”.

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giovedì, aprile 08, 2010
Creazionismo VS Evoluzionismo

Qualcuno oggi sta mettendo in dubbio le teorie darwiniane, per rispolverare antichi concetti creazionistici, secondo i quali sarebbe stato Dio stesso a crearci a sua immagine e somiglianza.

Provo a chiarire definitivamente, con la competenza e le capacità che mi riconoscete dopo che avete bevuto.

Secondo me la verità sta nel mezzo, come sempre.

Dio ci ha creati a sua immagine e somiglianza. Ma si è accorto che eravamo tutti uguali così. Troppo. E miliardi di esserini triangolari con un occhio al centro avevano seri problemi all’anagrafe.

E poi, sai i casini per prendere il figlio-triangolino giusto all’uscita di scuola?

Per non parlare delle fidanzate:

– Ma ti giuro cara, pensavo fossi tu!

– E io avrei gli angoli così larghi?!

– …
Di buono c’era l’assenza dello shopping per le scarpe.

Comunque.

Ad un certo punto Dio deve aver capito di aver fatto una cazzata e ha iniziato a trasformare quei triangolini in altre figure geometriche.

Ma dopo una decina di queste, di nuovo, si presentava il problema dei duplicati.

Dunque prese atto dell’impossibilità di una immagine e somiglianza assoluta e fece una forma a casaccio, tendente al cazzo di cane. E creò l’uomo. Differenziandolo per piccoli particolari: forma degli occhi, altezza, codice fiscale.

L’idea fu geniale e Dio si congratulò con sè stesso (era molto spocchioso, sapete? Non parlava con nessuno).

Il fatto è che questa genialata l’ebbe durante una glaciazione. La terra era ammantata dai ghiacci fino all’equatore e il riscaldamento elettrico probabilmente non funzionava benissimo.

Dunque i suoi pupazzetti morivano come mosche, appena venuti al mondo.

Cosa pensò di fare allora Dio?

Riscaldare tutta la Terra?

Certo, era Dio, avrebbe potuto. Ma cominciava già a montare l’onda ecologista, il risparmio energetico e quelle menate là e per non diventare subito impopolare pensò di aspettare che la Terra si scaldasse da sola.

Nel frattempo dotò tutti gli uomini di una termocoperta Beghelli.

L’idea era geniale (anche se in molti sorse il dubbio di un cartello) e avrebbe anche funzionato, se ci fossero state sufficienti prese elettriche.

Insomma, il piano zoppicava ancora.

La svolta ci fu quando Dio vide una scimmia:

– Toh, e a te, quando t’ho creato?

– Uhuhuhu!

– Non parli la mia lingua, esserino?

– Uhuhuh!

– Va bene, non fa niente, sono Dio, cercherò di capire quel che mi dici.
Un po’ per stanchezza, un po’ perchè faceva un cazzo di freddo, Dio riuscì a capire ben poco di quel che diceva la scimmia.

Ma ebbe l’intuizione di notare il pelo che la ricopriva. E pensò di ammantare tutti gli uomini in quel modo. Facendoli riscaldare a costo zero.

Così nacque l’uomo. A immagine e somiglianza di Dio. Ma dai tratti scimmieschi per questioni energetiche.

Man mano che i ghiacci si sciolsero, nel corso dei millenni, Dio uso’ il suo spinzettatore gigante e rese glabre tutte quelle bestie. Che bestie non erano più. E creò l’uomo.
Ora, quando vi dicono che tutto gira intorno ad un triangolo di pelo sapete di cosa si stia parlando.

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mercoledì, aprile 07, 2010
L’estrema unzione

Ho condotto uno studio sull’estrema unzione.

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Diverse le ipotesi sin qui avanzate in merito alle reali origini dell’estrema unzione.
Secondo il teologo polacco Viktor Raczynski tutto ebbe origine da Isaia 14:13 (1):

Tu dicevi in cuor tuo: «Io salirò in cielo,

innalzerò il mio trono al di sopra delle stelle di Dio;

mi siederò sul monte dell’assemblea,

nella parte estrema del settentrione;

trattando di ascesa al cielo si pensava di facilitare la stessa ungendo il defunto. Il termine “estrema” fu ripreso dall’ultimo verso – nella parte estrema del settentrione – anche per simboleggiare l’ultimo viaggio (estremo).

Altra ed autorevole ipotesi quella del filosofo Dmitri Sergjiezny, che riprende il Libro dei Re 1.34 (2), nel quale si dice:

“In quel luogo il sacerdote Sadoc e il profeta Natan lo ungeranno re d’Israele. Poi sonate la tromba e gridate: Viva il re Salomone!”.

Questo a simboleggiare il positivo trapasso da uomo a re, da mortale ad immortale.

Per estensione il concetto fu portato nell’ambito delle cerimonie per il defunto.

La mia personalissima ipotesi invece tende a confutare tutte le precedenti:
l’estrema unzione deriva da una malriuscita frittura di pesce.
Come noto, il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci (3) permise, da cinque pani e due pesci, di sfamare circa 5.000 persone, piu’ le donne ed i bambini (a quel tempo non considerati), per un totale stimato di oltre 8000 persone.
Il punto è che la moltiplicazione non riguardò altro e, mentre per il pane non vi fu problema, per il pesce si ebbe a creare, dopo la soddisfazione iniziale, un forte malcontento dovuto all’impossibilità di cucinare correttamente gli stessi.
Scarseggiando l’olio per la frittura, all’ultimo cucchiaio dello stesso in padella, l’apostolo Luca ebbe a dire: “Signore, questo è l’ultimo”.
Al che Gesu’ rispose: “Figliolo, allora questa unzione segnerà l’estremo confine tra una buona frittura ed un pesce crudo”.
“E te lo magni te il pesce crudo a’ capello'” ringhio’ la folla.
E la rivolta monto’, costringendo Gesu’ ed i suoi tredici apostoli ad una rovinosa fuga.
Uno di essi, Girolamo, venne raggiunto e lapidato e gli apostoli rimasero in dodici.
Da quell’ultimo cucchiaio di olio, quella estrema unzione fu ricordata come l’ascesa di Girolamo al cielo.
Da allora non manca mai dell’olio nel momento in cui un cristiano viene assistito durante il trapasso.
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Note:
(1)http://www.biblegateway.com/passage/?book_id=29&chapter=14&version=55
(2)http://www.tscpulpitseries.org/italian/ts851009.html
(3)http://biblia.wordpress.com/2006/07/21/il-vangelo-secondo-matteo-capitolo-14/
Chè qua non ci inventiamo niente.

Marzo 2010

mercoledì, marzo 31, 2010
Proverbi analogico-digitali

Tutti hanno diritto ai propri 15 minuti di Denial of Service.
Chi sta in sleep-mode non prende phishing.
Cielo a pecorelle, desktop Windows classico.
Non si sa mai chi bussa alla backdoor.
Uomo avvisato, invia segnalazioni errori / non inviare.
Impara l’arte e fai un backup.
Se dai a un uomo un pesce lo nutri per un giorno, se gli insegni a programmare avrà fame per il resto della vita.
La skin non fa il monaco.
Sbagliando s’impalla.
Occhio non vede, monitor out of range.
Non c’è 00000010 senza 00000011.

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lunedì, marzo 29, 2010
penso che le mezze stagioni ci possano pure essere, ma in fondo non è questo il punto

L’altra sera, come tutti i mercoledi, sono uscito per la consueta e ormai tradizionale caccia al negro con gli amici.
Era nata come una cosa simpatica, cosi’, per ammazzare la serata e con gli anni si è tramutata davvero in un giocoso must, imperdibile.
Si fa per compagnia, è un piacevole diversivo ai soliti incontri, diventati davvero noiosi ormai, al circolo del New Ku Klux Klan dove se non c’hai l’ultimo grido di cappuccio manco ti guardano in faccia… ahahah, guardano in faccia, questa me la devo segnare… Ormai quelle riunioni le lascio a mio figlio che si diverte tanto…
Siamo io, il Giangi con la sua mazza da baseball fatta arrivare appositamente da Pasadena, L’Alfi e il suo pugno di ferro arrugginito e il Gago che preferisce le mani nude ma c’ha pure una pistola che invero usa davvero di rado, tirchio com’è.
Il problema sta nel fatto che i telegiornali locali, ma ora anche quelli nazionali, non sempre colgono lo spirito goliardico della cosa e sembra vogliano far passare questa bisboccia per una cosa poco carina verso gli immigrati. Che ottusi!
Vorrei rassicurare tutti che non è cosi’: non è questione di provenienza, ci mancherebbe. Noi non facciamo distinzioni tra Senegal, Marocco, India o Corno d’Africa. Per noi va bene tutto. Siamo aperti di vedute e non stiamo là a spaccare il capello in due, se non con tutta la testa… ahahah, buona questa, sono davvero un giocherellone…
Ma vista la mancanza di senso dell’umorismo che ci circonda, abbiamo voluto dimostrare la nostra buona fede, allargando le nostre sortite fino a ricomprendere in esse froci, ebrei e handicappati.
L’altra sera – mi scappa un po’ da ridere, capirete, ci è andato di mezzo pure un vecchio che davvero non c’entrava niente ma siccome zoppicava un po’, il Giangi – che burlone – gli ha spezzato l’altra gamba, quella buona “cosi’, per pareggiare l’andatura” ha detto. Che sagoma! Ma la cosa piu’ carina è stata quando poi l’Alfi ha riconosciuto quel vecchietto essere suo nonno! Ma ci pensate che coincidenza? Il nonno! E’ stato unico quando gli si è avvicinato mentre giaceva a terra e gli ha detto “ma te che cazzo te ne vai in giro a quest’ora, coglione! Ma mori ammazzato…”: non lo trovate esilarante?
Insomma, io alla mia caccia del mercoledi’ sera non rinuncerei per nulla al mondo.
Ah, una cosa: quest’anno contiamo di festeggiare il trecentesimo pestaggio: siete tutti invitati per la festa che prevederà, tra l’altro:
1) Aperitivo a base di superalcolici serviti da extracomunitari nudi ed in catene, liberamente umiliabili
2) Stupro etnico con tombolata finale
3) Visione delle diapositive di Guantanamo sulle torture ai prigionieri iracheni (sarà servito popcorn caldo)
4) Happy hour con rogo finale dello stilista piu’ checca, il negro più sudicio, l’ebreo piu’ tirchio.
Tutti invitati!
P.S. Se fai parte della schiera di persone non in grado di capire l’ironia della mia festa, non avrai le tartine di zingaro.

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venerdì, marzo 26, 2010
Nonq uanto vorrei- ALmeno.

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Non sempre riesco ad essriesco ad essere una person aprecisa.
Per fortuna su internenet ci ono i template che aiuta3no
[please paste text above then delete this line]

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giovedì, marzo 25, 2010
Forse non tutti sanno che…

In Vaticano ci sono alcuni preti credenti.
Durante determinate funzioni religiose ai preti è vietato sputare sull’ostensorio.
Nel caso un prete si macchiasse di pedofilia, i suoi superiori provvederebbero immediatamente trasferendolo dove ci sono altri e più numerosi bambini, contando sull’effetto inibitore dell’imbarazzo della scelta.
Qualora reiterasse l’atto pedofilo interverrebbe direttamente il Vaticano, infischiandosene ma in una nota ufficiale.
Ogino Knaus non è il nome del cane del Papa.
Il Papa, in borghese, veste come il Mago Otelma.
Il Mago Otelma, in Borghese, è un figo della Madonna.
La Madonna, in borghese, non levita.

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martedì, marzo 23, 2010
Comicità: prima lezione.

Nella comicità ci sono precisi momenti-chiave nei quali occorre fare qualcosa per creare l’effetto risata – è noto ed intuitivo.
Il tempo è tutto.
Ma non tutto. Cosa voglio dire (oltre a manifestare un evidente bipolarità)? Che ci sono ulteriori elementi necessari per scatenare l’ilarità. Un paio di baffi, per esempio.
I baffi fanno ridere.
Ma quel che più fa ridere è pensare ai baffi.
Pensateci.
I baffi.

Dai, ora ricomponetevi.
Del resto erano solo… ahahahah!
Scusate.
Molto probabilmente questo deriva da un aggancio subcosciente, complesso ed armonico, al concetto infantile di…
No.
Un paio di grossi baffi.
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Oltre questo, c’è anche tutto un campionario di parole che – per loro stessa valenza comica – riescono a scatenare il riso. Ciò che occorre è semplicemente una decontestualizzazione.
Tra queste parole:
– Commercialista
– Citofono
– Culo
Cosa accomuna le parole summenzionate?
I più attenti avranno già notato che iniziano tutte allo stesso modo, vale a dire con –
Ecco, questo intendevo con “elemento-sorpresa”.
E l’obiezione: “non si è mai parlato di elemento sorpresa” rafforza l’elemento sorpresa.
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Se dico: oggi vado dal commercialista non creo ilarità.
Se ci vado col culo di fuori già un sorriso lo tiro su.
Se poi il commercialista mi chiede come stia il mio citofono, ancora di più.
So già cosa state pensando: “E se il citofono avesse i baffi?”. Esatto, vedo che state entrando nel meccanismo.
Perchè è una domanda nonsense. Come volete che stia un citofono? E’ un oggetto, Cristo Santo! Lo capite? Smettetela di chiedere del mio citofono, smettetela! Tutte le volte che scrivo di comicità, qua a chiedermi del citofono. Creando questo effetto demenziale che è uno degli elementi strutturali di un certo tipo di comicità. Ma il nonsense lo tratteremo la prossima volta, quando questo estintore smetterà di compiacersi.
___
La prossima lezione parlerò di un altro elemento cardine della comicità, elemento che in questo post non è stato sviscerato perchè merita uno spazio a sè: i tormentoni, vale a dire frasi o parole che in un testo o discorso ricorrono spesso, creando un effetto aspettativa che rassicura il lettore e di per sè muovono il riso. Ma di questo  si tratterà la prossima volta: per oggi nessun esempio di tormentone, non mettiamo troppa carne al fuoco.
Invece, vi ho mai parlato dei baffi?

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lunedì, marzo 22, 2010
Dai bello, vieni, hop hop… dai… BASTARDO!

Tutte le volte che rientro a casa, negli ultimi 30 metri che mi separano dal cancello, mi ritrovo rincorso dal cane del mio vicino.

Che sia in moto, macchina, a piedi o in funicolare non importa: lui è là, ad aspettarmi.

Non so se lo faccia anche con gli altri (è un po’ la storia dell’albero che cade in un bosco senza nessuno a sentire) ma a questo punto ne dubito: quel cane ce l’ha con me.

Io non ho un buon rapporto con quel cane. Non l’ho mai avuto.

A dir la verità un po’ con tutti i cani.

Per estensione potrei dire che proprio gli animali mi stanno sul cazzo.

Ma se vogliamo dirla tutta sono gli esseri viventi che non sopporto.

Quel cane però.

E’ uno di quei bastardini (se li chiamano così un motivi ci sarà) che fan dire alla maggior parte delle persone “che carino”.

Io non lo trovo carino. E comunque non penso di aver mai usato questo termine in vita mia. Sicuramente non per qualcosa che caca in strada.

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– Carino il suo cane!

– Grazie

– Uh, guarda cosa sta facendo…

– Eh, fa i suoi bisogni…

– Ma caca tantissimo!

– Beh… non mi pare il modo…

– Mi chiedo dove tenesse dentro tutta quella merda, un cosino così piccino…

– Ma… come si permette?

– Nono, per carità, non fraintenda: più caca e più lo trovo carino. Se tanto mi da tanto però lei avrà il cesso sempre intasato.

– …

– No, nel senso di quel che si dice, i padroni e i cani si assomigliano…

– …

– Niente, buongiorno.

___

Quel cane io lo odio profondamente: non provo per lui la tipica indifferenza che nutro verso gli altri animali. Lui vuole interagire con me e questo mi fa incazzare. E’ come se si volesse mettere sul mio stesso piano, come se si arrogasse il diritto di interloquire con uno che, fino a prova contraria, c’ha un patrimonio genetico con i controcazzi, mica i due cromosomi suoi.

Poi ho parlato con un mio amico biologo e mi ha detto che il cane il cane ne ha 78, di cromosomi. E noi solo 46. Dunque non sono i cromosomi a fare la differenza, anzi: più ne hai e più sei coglione.

Il mio vicino di casa è sicuro pieno di cromosomi.

Comunque questa storia sotto casa mia deve finire.

Adesso, quando rientro in macchina, sto cercando di metterlo sotto, facendolo sembrare un incidente.

Prima o poi ci riesco, ne sono sicuro.

E questo vale anche per il cane.

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venerdì, marzo 19, 2010
Il cuore del problema

Si fa tanto un parlare di preti pedofili e ci si dimentica delle polveri sottili. O di cambiare la lettiera del gatto.

Voglio dire, qual’è il vero problema? Davvero qualcuno pensa che siano i preti pedofili?

Secondo me c’è più gente con la lettiera del gatto lurida che genitori con bambini sessualmente molestati. E’ una questione statistica.

Mi aspetto già l’obiezione: “ma a quarant’anni ancora con quei jeans vai in giro?”. Saranno pure cazzi miei, non sviare il discorso.

Dire: “un atto di pedofilia è gravissimo” non può non trovare tutti d’accordo. Ma perchè voi vedete il dito e non la luna. Vi capisco, ho appena rifatto le unghie, ma cercate di seguirmi, dai.

Quel che voglio dire è: tu genitore cosa hai fatto per impedire quell’abominio?

Quell’uomo porta costosi ciondoli e la gonna da una vita, non ha una donna (fissa almeno) e di questo pare pure vantarsi, i suoi referenti vestono in un modo talmente kitch che il Mago Otelma pare in gessato ma soprattutto questi stanno ammazzando milioni di persone con quella storia del preservativo che sarebbe peccato. E in Africa, non si sa perchè, i pupazzi o li usano per ficcarci dentro spilloni o li ascoltano.

Insomma, ci hai messo del tuo ad affidargli tuo figlio. I segnali erano chiarissimi ma tu niente.

Non starò qui a puntualizzare il danno cerebrale che viene arrecato ad un bambino, costretto ad ascoltare favole di santi e diavoli, superpoteri e resurrezioni, padri che lasciano torturare figli e Maddalene mal descritte (quando tutti sanno che una storia ha bisogno dell’elemento-gnocca per essere vincente).

Tu genitore sei doppiamente responsabile se tuo figlio è stato sessualmente molestato. Volevi che si formasse con i principi del cattolicesimo? E allora? Di che ti lamenti? Eccone uno. L’ha imparato benissimo, learning-by-doing. Se sei coerente insegnali a fare la firmetta nella casella dell’8 per mille e avrai formato il tuo bel cristiano cattolico. Perchè è questo che ti chiede la Chiesa.

Ah, è troppo cinico tutto questo?

Lo penso anche io. Per questo mio figlio non ce lo mando. Anzi, per sicurezza, manco lo faccio, un figlio, tiè!

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giovedì, marzo 18, 2010

La sindone di Peter Pan

Da piccolo ero affascinato da come l’acqua si trasformasse magicamente in ghiaccio mettendola nel freezer.

Cioè questa cosa pare una stronzata adesso ma a 4 anni aveva il suo alone di mistero.

Del resto non ero neppure supportato da una cultura scientifica che andasse oltre l’articolazione di parole semplici e lo scagliare pietre ai piccioni. A volte li beccavo pure, senza conoscere nemmeno la formula della gittata. Fortuna del principiante.

Poi scoprii che potevo mettere l’acqua anche in contenitori diversi da semplici bicchieri: dalle tazzine per il caffè passai ai bicchierini per la vodka ma già dopo qualche giorno usavo guanti in lattice, pezzi di parmigiano scavati e astucci del Tic Tac, fino alla testolina staccata del Big Jim.

Ero tenerissimo e credo di aver conservato quest’innocenza, questo spirito giocoso ancora adesso.

Certo, poi si cresce e le teste dei Big Jim non vanno più bene, ma mi diverto con lo stesso gioco: prendo cose, le riempio d’acqua, tutto in freezer e vedo che succede.

In questo periodo sto usando molto le teste dei barboni.

Ci metto un po’ a pulirle (dio i capelli!) ma quando l’acqua ghiaccia dentro e fa saltare le orbite è divertentissimo.

Poi, più le teste sono grandi più gli occhi fanno il botto, uno spasso!

Mantenere il bambino che c’è dentro di noi è importante, l’ho sentito anche da Costanzo.

Costanzo c’ha una bella testa.

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lunedì, marzo 15, 2010
Le dieci cose

Ciascuno ha le proprie fisse.
Io, negli anni, ho tirato giù un elenco delle 10 cose che odio fare, quelle che mi danno fastidio o mi fanno star male.

E’ un modo per esorcizzarle, per cercare di migliorarmi sempre.

Le dieci cose che odio e che mi riprometto di non fare più sono:

1) Stilare elenchi

2) Procedere sempre in ordine progressivo

3) Perdere il filo del discorso e cominciare a parlare di tutt’altro, come di quella volta in cui, al ristorante, il cameriere era ubriaco e ci portò tutto quanto avevano ordinato quelli del tavolo accanto, riuscendo persino a trasf4) Interrompere mentre qualcuno racconta qualcosa

4+1) Imparare a non aver più paura del numero cin… quattro più uno

6) Plendele pel il culo i cinesi

7) Ut1l1zz@r& k@r@TT&r1 n0n l&gg1b1l1

8) Insultare la nostra Italietta

9) Mancare di rispetto a chi legittimamente crede in Dio, Gesù e tutti gli altri personaggi di fantasia

10) Inserire, ogni tre parole, un Cristo, una volgarità merdosa, un insulto a chi la pensa diversamente da me (su questo sono tranquillo: nessuno può essere tanto coglione)

11) Non rispettare il numero previsto di punti

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venerdì, marzo 12, 2010
Altri luoghi comuni

Stress da traffico, liti per 6 italiani su 10

Gli altri quattro sono quelli col cappello.

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giovedì, marzo 11, 2010
Mezze stagioni

Avevo appena lavato la macchina quando si mise a piovere. La radio mandava un discorso di un politico, uno dei soliti ladri che magnano alla faccia di chi lavora. Spensi la radio e passando vidi dei ragazzi di colore ballare su dei cartoni, con accanto una grossa radio stereo. Dei giapponesi erano là a fotografarli mentre un tedesco sorseggiava una grossa birra. I ragazzi di colore si muovevano come avessero il ritmo nel sangue. Avrei voluto restare a guardarli, con invidia, perchè si sa, noi bianchi siamo negati, ma volevo tornare presto a casa per continuare la lettura del mio libro sui luoghi comuni.

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mercoledì, marzo 10, 2010
Gatto, da 1 a 10

1 mbra molle, n’gatto fiero, s’aggirava n’a stanza

2 ttava, come n’attore consumato, co’ ‘a polvere che volava e che pareva ‘a neve, fiocchi

3 manti n’a luce, che filtrava da e’ persiane. In

4 e 4otto ‘sto gatto matto se mise a

5 ttare [un po’ sbajata, ma so’ poeta, me sia concesso]! E che se credeva n’canarino?

6 gatto – je ricordai! Nun te vergogni?!

7 prendo te sdereno: li celli te l’hai da magna’!

8 nto che non sei altro – rispose er gatto –

9 di che sto a ffa’? Si me fingo cello pur’io

10 ne pijo, mica uno!

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lunedì, marzo 08, 2010
Delle renne e di altri deliri

Stavo facendo una TAC per ammazzare il tempo – l’estate puo’ essere cosi’ noiosa, sapete.

Nel frattempo giocavo nel tubo della TAC a tennis col Nintendo Wii contro Wiilander (il rovescio mi andava pure benino ma gli smash proprio non riuscivo).

Tra un game e l’altro mi idratavo con della panna montata (non avrei avuto il tempo di montarla io, anche se lei l’avrebbe voluto, mi faceva tanto gli occhi dolci): io adoro la panna montata, da quando vidi quel film porno nel quale se ne faceva un uso-abuso esagerato. Era la storia di quattro burocrati che per eccitarsi si spruzzavano di panna, tra scartoffie e atti di vendita. Mi sembra che il film si chiamasse “Gola proforma” o qualcosa del genere.

Nel frattempo sfogliavo un catalogo Costa Crociere, nella parte riservata ai viaggi del Nord Europa, quelli tra i fiordi e le altre piantde.

La cosa mi intrigò notevolmente: che cazzo ci faceva un catalogo Costa dentro una Tac?

Ma soprattutto, che cazzo ci facevo io dentro una TAC? Ah, la noia. No, non ho detto gioia.

Tutto divenne ragionevole quando mi si parò innanzi una renna di Babbo Natale a spiegarmi l’arcano. Praticamente l’aveva portato lei, il catalogo, perchè stava cercando un’alternativa al solito viaggio alle Seychelles di Capodanno (le renne sono assai stressate in quel periodo).

Si avvicino’ a me e attaccò bottone. Inveì a lungo anche contro una spilla da balia (ve l’avevo detto che erano stressate).

Mi raccontò che oltre a fare la renna riprendeva i paesaggi. Non che loro, i paesaggi, poi cambiassero il loro maleducato atteggiamento dopo essere stati ripresi.

Era appena tornata dalla Contea di Finmark, dove per metà dell’anno i giorni sono lunghi e prendono il nome di luuuuuunedi, maaaaartedi, etc, mentre l’altra metà dell’anno vanno a puttane in Brasile.

La contea di Finmark non la conosce nessuno praticamente, ma tutti conoscono Capo Nord, il punto più a nord di Città del Capo [in effetti è molto, ma molto a nord di Città del Capo], tanto che il suo nome doveva essere Città del Capo Nord ma problemi logistici (Città del Capo è troppo a sud rispetto a Capo Nord, a parte la periferia) ne hanno sconsigliato l’uso.

In verità Capo Nord è sì considerato il punto più settentrionale d’Europa, ma in realtà lo è il promontorio Knivskjelodden (71°11’8″), raggiungibile a piedi. Ma con quel cazzo di freddo non mi pare il caso.

Decisi di approfondire il discorso. Lasciai a metà la partita di tennis, la TAC e tagliai in due anche anche la renna, che aveva francamente rotto le palle con le sue mattane.

Lessi tutto quanto possibile sulla Norvegia, sulle loro tradizioni, il sole di mezzanotte e l’aurora boreale.

Lessi tutto. Ci metta poi della noce moscata, un pizzico di sale e serva in tavola.

Paesaggi magnifici, aria pura, posti da incanto. Stavo scoprendo qualcosa di elettrizzante. Richiusi il pannello dei cavi dell’alta tensione e ripresi a sognare.

Entrai in un’agenzia di viaggi e prenotai.

Sarei partito di lì a poco.

Quindici minuti dopo ero su un aereo, in ciabatte e pantaloncini, destinazione Cuba.

A me il freddo fa cacare.

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venerdì, marzo 05, 2010
Annuncio

Avendo vinto un’autobotte intera di birra in un prestigioso concorso nazionale,
CERCO

compagna di bevute, profondamente amante della birra.

Rigorosamente alla spina.

Siccome qua non si butta via niente

CERCO

donna amante del pissing.

Rigorosamente stessa attitudine.

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mercoledì, marzo 03, 2010
Le prove dell’esistenza di Dio. Mica cazzi.

Leggevo Sant’Anselmo d’Aosta (Men’s Health in edicola era finito).

Interessante perchè dice che poiché Dio è l’essere che, per definizione, ha ogni perfezione, deve necessariamente avere anche la perfezione di “esistere”.

In soldoni, da’ per scontata l’esistenza di Dio per dimostrare che Dio esiste.

Come a dire poichè notoriamente io so volare (!) nel momento in cui dimostro che indosso un costume da Superman implicitamente dimostro anche il mio saper volare.

Oppure: poichè io sono un premolare cariato, nel momento in cui dimostro che soffro dolore dimostro d’essere un premolare cariato.

Potrei continuare a lungo ma sono stanco. Dimostrando cosi’ d’essere una felce.

Sant’Anselmo d’Aosta fornisce 4 prove idonee, a suo dire, a dimostrare che Dio esiste. Le chiama “prove a posteriori” perchè partono dall’assunto dell’esistenza del mondo per dimostrare che Dio ha creato il mondo stesso.

L’esempio di Superman, del premolare e della felce di prima.

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1) Ognuno tende a impossessarsi delle cose che giudica buone. Ma se esistono cose buone, il loro principio dovrà essere unico. Dovrà esistere cioè una Bontà Assoluta.

L’argomentazione è fuffa: la capziosità epistemologica dell’incipit è fenomenale (“ognuno tende ad impossessarsi delle cose buone”. E ci mancherebbe altro: almeno la tendenza c’è. Se poi non ci riesco mi accontentero’ di roba meno buona) e ci tornero’ subito ma il prosieguo è realmente allucinato: “se esistono cose buone il loro principio dovrà essere unico”.

Perchè?

Non possono esistere cose buone da fonti diverse?

Ma torno alla frase di partenza, che manco Lapalisse: “ognuno tende ad impossessarsi delle cose che giudica buone”.

– Ognuno tende a impossessarsi delle cose che giudica buone.

– Eh? Beh, sì, meglio prendere una cosa buona che una cosa cattiva.

– Le cose buone sono migliori delle cose cattive.

– Beh, certo, l’ho appena detto.

– Una cosa cattiva è piu’ cattiva di una cosa buona.

– Ok, è piu’ che chiaro.

– Se ho una cosa buona ed una cosa cattiva e le metto a confronto, la cosa buona risulta piu’ buona di quanto buona possa essere la cosa cattiva.

– Basta!

– Alle svedesi piace l’uomo italiano.

– Eh?

– Rosso di sera…

– E non ci sono piu’ le mezze stagioni, no?

– Ah, la sai anche tu?

– Vabbe’, va…

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2) L’esistenza di varie grandezze determina l’esistenza di una grandezza somma che include tutte le altre, di cui tutte le altre sono partecipazione.

La prosopopea dell’affermazione dissimula con la sua apparente forza endogena la fallacità dell’argomentazione. Sono secoli che si tenta di unificare in una sola legge le grandezze dell’universo e nessuno ha mai trovato una grandezza somma che includesse tutte le altre. Ma il vero punto è la comprensione del termine “somma”.

– L’esistenza di varie grandezze determina l’esistenza di una grandezza somma che…

– Aspetta, aspetta… dici che c’è una grandezza somma, nel senso che è “superiore” oppure che “le addiziona”? “Somma” in che accezione?

– “Somma”, questo è quanto.

– Non mi hai risposto.

– Le altre sono partecipazione de…

– Non mi hai ancora risposto.

– …per cui tutte le grandezze…

– Mi ascolti?

– …sono partecipazione.

– Ti va a fuoco la spalla destra.

– Che?! Fuoco? Dove?

– Allora mi senti!

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3) Tutto ciò che esiste, o esiste in virtù di qualcosa, o esiste in virtù di nulla. Dunque, dato che ciò che esiste in virtù del nulla è il nulla stesso, e dato che qualcosa esiste, ciò esisterà grazie a un Essere Supremo, l’essere in virtù (di qualche cosa).

Perchè?

Semplicemente: perchè?

Partendo da una tautologia si giunge ad una affermazione del tutto svincolata dalla premessa. A quel punto si potrebbe affermare tutto ed il contrario di tutto.

– Tutto ciò che esiste, o esiste in virtù di qualcosa, o esiste in virtù di nulla.

– Continua, ti seguo.

– Eh? Ah, sì, bene… dicevo… dato che ciò che esiste in virtù del nulla è il nulla stesso, e dato che qualcosa esiste…

– Sì?

– Eh… allora, dato che dato che ciò che esiste… no, che il nulla ha creato…

– Prima avevi detto che dal nulla si crea solo il nulla.

– Eh? Cosi’ ho detto?

– Sì, proprio cosi’.

– Allora deve essere così. E siccome dal nulla si crea solo il nulla, allora le patatine Pai.

– Che?

– “Che” che cosa?

– Che c’entrano le patatine Pai?

– Tutto è riconducibile a qualcosa. E questo qualcosa riguarda anche il bue muschiato.

– Il bue muschiato? Guarda che stai facendo una gran confusione…

– … dici? E’ che c’ho pensieri…

– Dimmi pure.

– No, la bambina mi dà da pensare, non studia… pure mia moglie adesso ci si mette. Dice che non la so educare.

– Ma dai, stai tranquillo… si sistema tutto…. pure mio figlio faceva cosi’…

– Dici davvero?

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4) Dovrà esistere un essere a sommità della gerarchia che sia perfetto. Una perfezione prima e assoluta.

Qui leggo germi di nazionalismo: l’essere perfetto, a capo degli altri esseri viventi, implicitamente imperfetti.

– E dunque se noi siamo esseri viventi, qualcuno dovrà pur stare a capo della gerarchia di noi fallaci mortali.

– E chi, di grazia?

– Mah, questo non lo so veramente…

– Beh, non puoi lasciarci adesso col dubbio.

– Ci penso un po’?

– Si’ ma cerca di sbrigarti.

– … uhm, Ceausescu?

– Morto. Ha fatto pure una pessima fine.

– Hitler?

– Ma stai fuori? Dai, uno piu’ nazional popolare, ma meno “nazional”.

– Ce l’ho! Pippo Baudo.

– Sei stanco.

– E’ che lo sapevo pero’ adesso…

– Dai, riposati un po’.

– Succede sempre cosi’: vai che la sai una cosa e quando poi ti serve te la scordi.

– Comunque stavi andando bene, su.

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Anselmo si rese conto ben presto dei limiti del proprio elaborato sulle cause “a posteriori”, e ne cerco’ altre, “a priori”, che potessero dimostrare l’esistenza di Dio.

Il punto di arrivo di quarant’anni di studi fu l’enunciato:

“Id quo maius cogitare nequit” (“Dio è ciò di cui non si può pensare il maggiore”).

– Fratello, dopo quarant’anni di studi e riflessioni ho la prova provata dell’esistenza di Dio!

– Dimmi!

– Dio è ciò di cui non si può pensare il maggiore.

– In che senso?

– Che non ce ne sono di maggiori. Lui è maggiore di ogni cosa.

– Ma cosi’ affermi semplicemente che se esistesse un Dio questo sarebbe maggiore di ogni altra cosa. Non dimostri affatto l’esistenza di Dio.

– Hai ragione, mi ero distratto. Caffè?

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lunedì, marzo 01, 2010
Scollamento dalla realtà

– muoviti, usciamo! Vestiti!

– dai, fammi fare…

– ma perchè stai al computer sempre in mutande?

– mah, abitudine. Tanto non mi vede nessuno, non lo sa nessuno

– lo sa chi legge i tuoi post

– ma io in nessun post dico che scrivo in mutande

– l’hai appena scritto qui. Comunque vestiti, ti ho trovato una ragazza

– e com’è?

– carina, si chiama Roberta

– il nome è bello. E’ pure da femmina stavolta

– dai staccati da quel computer!

– tra un po’, devo finire di scrivere ‘sto post

– il solito post su Dio?

– no, in questo non si nomina nemmeno

– sei sicuro?

– in effetti, viene nominato, ma solo per dire che non viene nominato

– e comunque cinque righe su Dio ce le hai messe sicuro

– facciamo sei

– io ne leggo sette

– devo pubblicarlo prima di uscire

– ma lo puoi fare stasera! Dai che stanno aspettando!

– un secondo, ho quasi finito

– che post è?

– è un dialogo

– tra?

– tra me e te

– e di che tratta?

– niente, praticamente siamo noi che parliamo e tu dici che mi hai trovato una ragazza ma io traccheggio perchè sto scrivendo un post

– e ti pare divertente?

– beh, sì, è carina questa cosa: chi legge si trova di fronte la descrizione di quello che stiamo facendo ora io e te, ma non si capisce se nella vita reale, nel post o nel racconto di ciò che il post contiene. E’ una cosa cervellotica sottile

– a me sembra roba da sciroccato

– un po’ troppo cerebrale?

– già

– a me sembrava una cosa geniale

– e certo, tutto quello che scrivi tu deve essere per forza geniale. Poi non si capisce

– allora limo qualcosa qua e là. Magari prima corrego gli erori di battittura

– non c’è tampo per gli erorri, ci aspettano!

– Aspetta, trovo un finale!

– che finale?! Muoviti!

– ma ci stanno leggendo proprio ora, non posso mica finire così!

– ma chi ti sta leggendo?! Sei completamente pazzo! Nemmeno l’hai pubblicata ‘sta cosa!

– l’ho appena fatto. ma in realtà no. Cioè sì ma qui sul post no… sì…

– io vado!

– che dici se finisco con una frase spezzata, come a far sembrare che ho lasciato tutto a metà?

– come ti pare basta che usciamo adesso!

– allora faccio così: scrivo questa cosa come se tu mi prendessi per un braccio e non mi lasciassi fi