It’s the final count, down!

Se l’uomo conoscesse con certezza e precisione la data della propria morte avvierebbe senza meno un conto alla rovescia, fatto di mesi, giorni, ore, minuti e secondi. E la sua intera esistenza sarebbe un continuo, affannoso macerarsi dietro quel macabro conteggio.
La sua fortuna è dunque non sapere circa la propria fine, in modo da poter vivere gli stessi mesi, giorni, ore, minuti e secondi macerandosi dietro problemi secondari e accessori, come la ricerca del senso della vita. O la stesura di blasfemi post.
Questo dimostra senza meno l’esistenza e la grandezza di Dio, che ha programmato questo escamotage alla perfezione, in modo da lasciarci testa e tempo per poter credere in lui, organizzarci per venerarlo e adorarlo, nonostante Dio stesso sia il primo ad essere consapevole di non esistere.