In fondo, che male c’è?


Festeggiare il Capodanno è tradizione antichissima e bellissima e sparare i botti ci sta, con tutto quel che sparano nel mondo che male faranno due botti? Sì, qualcuno ogni anno ci rimette le dita, ma ci sono tanti che comunque le perdono per altre cose, tipo il lavoro.

Se tanta gente va a vedere il cinepanettone di De Sica un motivo ci sarà: a me quei film non dispiacciono e comunque c’è tanto di peggio in giro. Certo, portano un esempio di italianità del tutto negativo, all’estero e soprattutto nelle menti più deboli, ma in fondo ci sono ben altri problemi.

A Ferragosto si deve andare a fare un giro da qualche parte: ci sono le code, certo, ma in fondo ci sono sempre. Oddio, ogni anno tanti incidenti e morti sulle strade. Ma non ci sono poi tutto l’anno?

Il Natale è una bella festa ed è importante che almeno un giorno all’anno ci si senta più predisposti verso il prossimo, anche se poi si torna alla vita di tutti i giorni, ma chi del resto non pensa anche al suo orticello?

Che il Papa si occupi anche di cose non spirituali rientra nel suo compito: sì, non dovrebbe, ma in fondo che male fa? Oddio, impedisce a chi non crede di scegliere eutanasia, testamento biologico, procreazione assistita, influenzando la classe politica. Ma tutto sommato, non è una cosa buona che sia in Italia?

L’energia nucleare è necessaria: certo, magari non è il massimo della sicurezza, soprattutto in un Paese che ha già dimostrato l’incapacità di sottrarre la gestione dei rifiuti tossici alla Camorra, ma perchè pensare sempre al peggio?

Tutto sommato Berlusconi non ha fatto così male: sì avrà i suoi difetti, ma chi non li ha? Certo, è il capo del nostro Stato e ci rappresenta all’estero. Usa la sua posizione per interessi personali e resta attaccato alla poltrona per evitare la galera. Ma chi di noi non farebbe altrettanto al suo posto?

L’italiano è il popolo del “ma in fondo”, del “tutto sommato”, del “e poi, diciamoci la verità”.
Tutto sommato ha anche ragione. In fondo che male c’è nel riconoscere ed accettare le proprie debolezze? Nell’essere consapevoli dei propri limiti? Nel capire che, in fondo in fondo, siamo delle merde?

Il punto è che abbiamo fatto il salto della quaglia: non più solo riconoscimento ma vanto.

– Ehi Giovanni, ciao: ti vedo davvero pezzo di merda oggi.
– Trovi? Ti ringrazio
– Niente, figurati.
– Anche tu però: da qualche tempo sei più vigliacco del solito.
– Dai, perchè mi dici così? Mi imbarazzi… Grazie…
– No, dico davvero… Ho saputo della raccomandazione che hai ottenuto per tuo figlio. Che bastardo! Grande!
– Sempre gentile. Sì, ho sfruttato le mie amicizie. Se non ci si aiuta tra noi…
– Sei un mito. Una faccia di merda.
– Dai, non esagerare, così mi metti in imbarazzo. Ho fatto quel che ho potuto.
– Sì, ma sei passato avanti a gente che meritava davvero. Un grande, ribadisco. Hai persino fatto suicidare un padre di famiglia che pensava di aver finalmente trovato lavoro…
– Ahahah, vero! Quella è stata la ciliegina sulla torta. Sei gentilissimo. Anche tu avresti fatto lo stesso.
– Ah, certamente. Se mi capita l’occasione…
– Figlio di troia come sei…
– Eheh, grazie dai…
– Ah, tanti saluti a quella puttana di tua moglie.
– Presenterò, grazie. E auguri.
– Auguri a te.