Scherzare su tutto?

Ricevo costantemente messaggi di insulti, a volte minacce.
Il tema è sempre lo stesso: ma come cazzo ti vesti?
Altre volte invece si parla di battute che avrebbero offeso questo o quello, scherzato sull’intoccabile, preso per il culo ciò che non deve.
Sul tema circa i limiti della satira hanno scritto menti brillanti.
Io qui vorrei aggiungere che se una battuta nera vi tocca personalmente, difficilmente potrà muovervi al riso.
Se avete un figlio nato senza gambe, non gli nasconderete le protesi col giochino “acqua-fuocherello-fuoco”.
Se siete un prete già condannato per reati sessuali non apprezzerete battute sulla pedofilia. O sul sesso. O sulla coprofagia. Vi limiterete a praticarli.
Se state ora storcendo il naso di fronte a queste battute, potreste annegare qualora piovesse.
L’importante è che siate consapevoli che si tratta di vostri limiti. Di paletti personalissimi. E che questi sono certamente diversi da quelli di chiunque altro.
Dire: “questa battuta è di cattivo gusto” è non solo un errore di approccio ma denota anche una mancata presa di conoscenza dei propri fantasmi, paure. Della propria soggettività. Il gusto, nella satira e nell’umorismo nero, non hanno spazio. Un po’ come per voi quando indossate quei pantaloni.
Esiste la costruzione satirica. Che può essere più o meno corretta. Nella forma, intendo.
Una volta detto questo vien da sé che ogni tema può essere oggetto di satira. Ma tutto, eh.
Il politico e il santo.
Il prete e chi invece in dio crede davvero.
Su tutto si può scherzare.
Anche sul bambino malato di leucemia perché non si scherza su lui ma sulla malattia, per esorcizzarla.
E se avete da prendervela con qualcuno, mandate affanculo Dio, non chi lo denuncia.