Io e Giorgio

Mentre passeggiavo per strada notai una sagoma a me familiare: era quella di Giorgio. Perchè in strada ci fosse una sagoma raffigurante un mio amico resta un mistero.

Mentre mi avvicinavo a Giorgio, notavo come la distanza tra me e Giorgio diminuisse.

Parlammo del piu’ e del meno ma dopo pochi minuti descrivere dei segni matematici ci era venuto a noia.

Decidemmo allora di andare a prendere qualcosa al bar: io scelsi la specchiera dietro il bancone, Giorgio la plafoniera sopra la cassa.

Mi invito’ a casa sua per pranzo: disse che c’era il soffritto della nonna ma di mangiare una vecchia, per di più fritta, non se ne parlava e declinai l’invito.

Rividi Giorgio una settimana dopo: era con il suo cane che rosicchiava un osso trovato per strada. Anche il cane portava qualcosa in bocca.

Il suo cane era molto affettuoso: saltava dappertutto, scodinzolava, ogni Natale inviava una cartolina.

Giorgio diceva che il suo cane era anche un ottimo coiffeur, forse perchè in passato era stato un cane da riporto.

Ora Giorgio sta pensando di prendersi un bassotto ma credo avrà problemi nell’arrivare a Paperopoli.

Giorgio è sempre stato appassionato di giochi da tavolo, in particolare era bravo a Monopoli. Ma anche nel foggiano non se la cavava male.

Era bravissimo anche con i dadi: al casino’ il suo brodo faceva furore.

Nelle bocce invece era negato: proprio non riusciva a rifare un seno decente.

Ora Giorgio si è fatto un computer: io l’ho sconsigliato ma lui voleva a tuti i costi un rapporto sessuale con quell’oggetto.

Il problema è che di informatica non ne sa niente: ha seguito anche un corso. Fino ad Ajaccio.