Brunetta è basso [risate]

Esempio di come l’apparenza possa fuorviare – nella foto nessuna tolleranza ma forte xenofobia: il cicciobello cinese è stato lasciato nella scatola.

 

Che poi ho imparato tanto, da questa storia.
Che ci sono quelli che, innanzi un sacco di perline colorate dicono: “guarda, ce ne sono di nere!“.
Che ci sono quelli che, innanzi un sacco di perline colorate dicono: “guarda, ce ne sono di rosse!“.
Che ci sono quelli che, innanzi un sacco di perline colorate dicono: “guarda, il sacco è di liuta!”.
Che ci sono quelli che, innanzi un sacco di perline colorate dicono: “guarda, ma non è uguale uguale alla tua ragazza quando si trucca?“.

Quando tu ti eri solo soffermato ai fatti. E cioè che avevi un sacco di perline colorate. E le vedevi tutte. Tutti i colori, e non pensavi certo a contenitori o mignotte.

Ciascuno può vedere in ogni cosa quel che vuole, enfatizzare solo alcuni aspetti, volutamente ignorarne altri.
Il fine è sempre lo stesso: cercare di vivere in un mondo che più si adatti alle proprie esigenze. Che poi è l’obiettivo primario di ogni essere vivente: noi ci adattiamo all’ambiente circostante solo perché siamo costretti. Ma quanto ci piacerebbe che fosse l’ambiente ad adattarsi a noi.
– Cazzo, fa freddo: meglio mettere un maglione.
– Ma perché non fai uscire il sole?
– Sei coglione o cosa?
– Coglione.

L’ambiente però è restìo ad accettare di cambiare sulla base dei nostri desideri. Fosse così in questo momento mi apparirebbe Naomi Watts al posto di questa tastiera. O forse è accaduto ma la trovo piena di briciole.

Allora cerchiamo noi di cambiare le cose, modificarle nei limiti del possibile. E quando non si può cerchiamo di farci piacere ciò che sappiamo non poter cambiare. Che poi è quel che faccio con mia moglie quando le dico “tranquilla, non mi sono mai piaciute le tette grosse“.

In questi giorni si è detto di tutto sul caso “Umore Maligno” e sul famigerato post sui disabili.
La maggior parte delle persone che conosco è rimasta allibita di fronte alla ferocia degli attacchi, ma anche sgomenta per quanto tempo ci sia voluto prima che qualcuno denunciasse Umore Maligno.
Quel che a me ha fatto più specie è la strumentalizzazione delle posizioni. La destra che cerca autori di sinistra. La sinistra che denuncia razzismi da destra. Il centro che sbraita: “non contiamo un cazzo!“.

Abbiamo chi cerca la battaglia da combattere, armata dal sacro fuoco della Verità e del Bene. E denuncia così un post certamente oltre le righe, sicuramente feroce, probabilmente non per tutti, forse migliorabile, di certo in grado di attorcigliare le budella.
Ma satirico, non ci sono cazzi.
E a nulla vale l’obiezione: “ma che satira e satira! Vi nascondete dietro la satira per dire cose orribili!“.
Vero: ci nascondiamo dietro la realtà. Orribile.
A nulla vale tanta tautologia perché la satira è orribile per definizione.
E’ come entrare su Youjizz e poi urlare sgomenti: “Ma che amore e amore! Questi si nascondono dietro atti sessuali solo per scopare!“. Sei un grande, potresti guidare il PD.

E tanta indignazione mi sta dimostrando che l’obiettivo satirico ricercato è stato perfettamente raggiunto: indignare te.
Te che non capisci che Umore Maligno sta facendo emergere un problema (e stavolta ci sta riuscendo alla grande).
Te che ti scandalizzi per mostrare agli iscritti alla tua associazione che fanno bene a rieleggerti l’anno prossimo e dunque ancora per un anno avrai il tuo rimborso spese con tanto di cresta.
Te che “vorrei vedere voi a vivere con un disabile in casa, quanti problemi” e mi stai dicendo tutto, perché non sai che io magari ci vivo con un disabile in casa e so dei problemi ma a me fa specie il tuo focalizzarti sui problemi che porta il disabile.
Te che mi dici che sono io il vero handicappato, caricando questa parola di quel significato spregevole e negativo che mi stai accusando di portare avanti.

Questa la ripeto perché notevole:

Te che mi dici che sono io il vero handicappato, caricando questa parola di quel significato spregevole e negativo che mi stai accusando di portare avanti.

Te che voti PD e ridi alle battute sulla deficienza mentale del Trota, o a quelle sull’ictus di Bossi o sull’altezza di Brunetta (tutte fortemente incentrate sul sottolineare delle infermità o problematiche invalidanti: in cosa sei diverso da chi oggi definisci “mostro insensibile?”. Ché tra l’altro io sono pure belloccio.).

Una originalissima e del tutto politicamente corretta satira verso un verticalmente svantaggiato: Puffo Contadino

Te che mille volte hai soffermato il tuo pensiero alla gobba di Andreotti. Ché quelle non sono disabilità, perché attaccate al nemico.
Te che vai a Natale a vedere il cinepanettone con un De Sica che prende in giro il ricchione di turno.
Te che non riesci a non sentirti superiore al contadino analfabeta.
Te, Cristo santo, che “comunque in città non c’è un parcheggio manco per cazzo ma guarda quanti spazi vuoti per i disabili“.
E mi dimostri così che la diversità esiste davvero. Nel tuo pensiero piccolino.

Ma stai sereno, arriva il collettivo Maligno a farti sentire meglio, farti credere di essere dalla parte dei buoni e portavoce di sani valori. Un po’ come chi va a messa a Natale e poi si definisce “cristiano abbastanza praticante“. Praticami abbastanza ‘sta minchia: sei praticante o no? “Cara, sono marito abbastanza fedele. Il sabato mi concederai un paio di nigeriane“.

Umore Maligno, che denuncia la vera diversità, quella invisibile, che ti porti dentro, che ciascuno di noi tiene in saccoccia, pronto ad appiccicarla a qualunque cosa non sia affine al proprio essere.
Cercando così, ancora di modificare l’ambiente circostante. Consapevole di essere del tutto incapace di adattarsi.
Per propri, palesi, insuperabili, incosapevoli limiti.