La solitudine dei numeri verdi

call-center

Ieri non ho ricevuto neppure una telefonata da un call center, niente, zero.
Mi sono preoccupato e verso le 19 ho chiamato Fastweb, per chiedere cosa avessi che non andava per loro.
Dapprima sono un po’ caduti dalle nuvole, ma io ho insistito e ho chiesto se avessero ancora disponibile l’offerta “20 Mbit, due sim al costo di una, che parlano tra loro senza manco bisogno che tu partecipi, all inclusive, acqua e olio a posto”. Mi ha risposto Caterina Di Fastweb, che – guarda i casi della vita – aveva pure il cognome preciso dell’azienda. Molto gentile, mi dice che l’offerta ce l’avevano ma che in genere sono loro a chiamare e non viceversa. Le ho fatto presente che a me piace così, prendere l’iniziativa, pure a letto, e penso di aver fatto colpo: ha immediatamente attaccato. Probabilmente è già in viaggio da Cagliari per raggiungermi (i call center sono tutti dislocati in Sardegna, forse per giocare sul fatto che poi possono dirti che sei stato tu a non aver capito bene).

Pronto, casa La Terza?

Per qualche ora mi sono improvvisato telefonista. Ho chiamato centinaia di persone per proporre un certo corso di formazione.
Ho scoperto un mondo. Un mondo di pensionati rinchiusi in casa e del tutto andati con la testa. Un mondo di casalinghe malfidate, sospettose, pronte poi ad aprirsi una volta trovata la chiave comunicativa giusta. Un mondo di bimbi che rispondono al telefono e gestiscono in autonomia una casa.

– Pronto casa Menna?
– Sì, chi parla?
– Sono blablabla, cercavo Daniele.
– Daniele chi?
– Beh, Daniele… Menna?
– Ah sì, un attimo.
– ???

– Pronto casa De Patre? Cercavo Renato.
– Non c’è.
– Quando lo posso trovare?
– Non lo so. Arrivederci. [CLICK].
– ???

– Pronto casa Di Marco? C’è Flavio?
– Lei chi è?
– Sono blablabla, della blablabla.
– Cosa vuole da Flavio?
– Volevo proporgli un corso di formazione, completamente finanziato, che…
– Che finanziato?
– Eh?
– Si paga?
– No signora, come detto è completamente finanziato da blablabla e…
– Chi parla?
– ???
– Chi è lei?
– Quello di prima signora, mi sono presentato 12 secondi fa.
– Cosa vuole da Roberto?
– No, da Flavio. E non voglio niente. Parlavamo del corso…
– Che corso?
– Sempre quello di cui sopra. Non c’è in casa qualcun altro, signora?
– C’è Flavio.
– E io lui cercavo!
– Che vuole da Flavio?
– Niente, dargli la mia solidarietà.
– Si paga?
– …

– Pronto casa Lorena?
– Eeeeehhh! Ciao! [bambino treenne]
– Ciao. C’è la mamma?
– La mamma dorme!
– Chi altro c’è in casa?
– Non lo so.
– Mi puoi passare qualcuno?
– Sì.
– Grazie.
[rumore di telefono poggiato. Passi di bambino. Silenzio. 3 minuti. Si sente il bimbo cantare “Il coccodrillo come fa”. Chiudo].

– Pronto casa Luciani?
– Sì ma non compriamo niente.
– Nè io vendo niente.
– No perché pure ieri ci avete chiamato.
– “Avete” chi?
– Voi del telefono.
– Signora, penso si sbagli. Io sono della blablabla e volevo parlare con Rita per un corso di formazione. Gratuito.
– Non si paga niente niente?
– Niente niente.
– E voi che ci guadagnate?
– Sono corsi finanziati, signora.
– Allora alla fine si paga qualcosa.
– No signora, l’allievo non deve pagare niente.
– E chi paga?
– In questo caso paga l’Ente che ci ha commissionato il corso. E’ possibile parlare con Rita?
– Rita non c’è.
– Quando la posso trovare?
– Rita si è sposata, non abita qua. Può dire a me.
– Ma a lei ho già detto. Avevo bisogno di parlare con Rita.
– Per quanto riguarda cosa?
– Il corso di formazione!
– Ah no guardi, non voglio sapere niente. Di queste cose se ne occupa mio marito ma ora lavora.
– Va bene signora, scusi se le ho fatto perdere tempo.
– Ma prego! Che mi richiamate pure domani?
– Non penso, signora.
– No perché domani esco presto.
– Bene signora.
– Però a mezzogiorno ci sono eh.
– ???

– Pronto casa Spacone?
– Sì.
– Dovete morire malissimo [CLICK]

(Auto)indulgenza

Ricevere una garbatissima telefonata dal servizio clienti della casa costruttrice della propria nuovissima auto, essere impegnati in quel momento e rimandare ad un paio d’ore più tardi l’interlocutore ed il suo “rapido questionario di soddisfazione cliente”, trovarsi due ore dopo ad essere completamente liberi ma a non rispondere al telefono che puntualmente squilla come concordato, e senza altro motivo che non sia indolenza. E cercarsi (e trovarsi) una autogiustificazione a quel comportamento, rinvenendola – coup de genie – in un silenzio-assenso, del tutto idiota ma perfettamente calzante del proprio grado di soddisfazione dell’acquisto. Tornando così in pace con se stessi.