Ed è in certi sguardi che s’intravede l’infinito (cit.)

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… e guardava me! Proprio me!
Ne ero certo ormai: il dubbio era nato nel momento stesso in cui una creatura così eterea, fuori da ogni canone di ordinaria bellezza, aveva volto lo sguardo verso di me – perché mai avrebbe dovuto farlo?
Eppure era così: mi stava interrogando con gli occhi. Il guardare era lo stesso di una Lady Conyngham immortalata da Lawrence, con quel sorriso accennato e gentile ma anche carico di sensuale dolcezza.
Gli stessi colori erano quelli: porcellana e riflessi di avorio, incarnato rosa vivo in quelle gote, labbra disegnate col curvilineo.
Mi sembrava il tempo si fosse fermato: non potevo credere che in mezzo a tutta quella confusione – odio i ritrovi mondani, ma in quel momento avrei ricoperto d’oro chi mi aveva invitato – potessi essere investito da tale carico di sensazioni.
E lei era realmente fuori contesto, non certo per inadeguatezza – ci mancherebbe – ma perché realmente la sua presenza strideva con tutto ciò che di umano le scorresse attorno.
Perché? Ma semplicemente perché era bellissima. Bellissima. Sono quelle aggettivazioni (“bellissima”) talmente abusate da aver perso anche la potenza descrittiva originale. Ma credetemi: “bellissima” qui va inteso nel più puro significato, con quel valore, quel carico di immenso stupore che colpisce e affonda chiunque si trovi a gestire una “cosa” così fuori dal comune.
Credo mi innamorai all’istante.
Mi violentai per scuotermi da quella paralisi che mi colpì (sentivo caldo, freddo, caldo ancora). E feci per avvicinarmi.
In quei venti passi cercai una frase, un concetto, delle parole che mi consentissero di mantenere ancora un contatto visivo con lei, di non perdere quel sogno.
Non mi venne in mente nulla. Ma ormai lei aveva visto che mi facevo d’appresso e il mio personale Rubicone era scavallato.
Continuava a sorridere e guardarmi. Il cuore era schizzato via.
Mi avvicinai. Cinque metri, due metri, un metro.
Niente, strabismo.

Sei sanissima!

“La maggior parte della bellezza di una donna va via con una secchiata d’acqua” (cit.).

Il trucco femminile è una sofisticata arma di seduzione, della quale poche donne fanno a meno. Ma vi siete mai chiesti perché il trucco aumenti l’attrattiva?
Perché evidenziare zone del corpo, modificarne i colori, alterarne la compattezza porta un maggior interesse e definiscono la persona come “più bella” di quanto non sia al naturale?

Cos’è poi la bellezza?

Non statemi a fare l’ipocrita nenia: “io preferisco la donna così com’è“. Allora spiegatemi perché per i servizi di copertina, per fotografie, spot, film non vediamo mai una come si fosse appena svegliata.
E’ ovvio che il trucco valorizzi, copra i difetti e renda una donna decisamente più attraente.

Per certi versi il discorso vale anche per gli  uomini, ovviamente con tutti i limiti del fatto che per un uomo “truccarsi” al massimo coincide col sistemare barba e capelli, concedersi abbronzatura e poche altre alterazioni fisiche, ma il concetto è assolutamente lo stesso, dunque nessun sessismo. È solo che il trucco, essendo pratica eminentemente femminile, ci aiuta a capire meglio il perché alterare il proprio aspetto trasmetta certe immagini mentali.

ROSSETTO: sto comunicandoti che le mie labbra sono ben irrorate, che c’è buon afflusso di sangue. Questo significa che il mio corpo sta bene, che sono in salute.
RIMMEL e CONTORNO OCCHI: i miei occhi contrastano fortemente sul mio viso, sono in estrema evidenza ed anche la parte più chiara sembra ancora più tale. Questo trasmette una immagine di occhio sano e riposato e dunque di poco stress a livello psicofisico. Questo significa che il mio corpo sta bene, che sono in salute.
FONDOTINTA: la mia pelle è uniforme. Non ci sono zone rovinate dunque non ho passato il mio tempo sotto agenti dannosi come Sole o intemperie. Questo significa che il mio corpo sta bene, che sono in salute.
SMALTO: le mie estremità (dita delle mani e dei piedi) sono perfettamente funzionanti perché il sangue vi affluisce correttamente. Non ho zone congelate o atrofiche. Dunque non ho mai sofferto condizioni climatiche estreme. Questo significa che il mio corpo sta bene, che sono in salute.
Aggiunta: per gli smalti si noti la tendenza al rosso/rosso bruno. Si avvalora il concetto di buon afflusso di sangue. Non si badi all’uso di colori come il bianco o il nero: fanno parte di altri corredi mentali che richiamano oggi idea di agio, di possibilità di vivere senza far uso eccessivo delle mani. Lo smalto mi informa che non faccio lavori pesanti. Questo significa che il mio corpo sta bene, che sono in salute. Altri colori “estremi” come il verde, il fucsia, il blu seguono la stessa tendenza, con un richiamo visivo ancora più evidente. Questo significa che il mio corpo sta bene, che sono in salute.
PRODOTTI PER I CAPELLI: i miei capelli sono sani, forti. Il tempo e le condizioni atmosferiche non li hanno sfibrati ed indeboliti. Questo significa che il mio corpo sta bene, che sono in salute.

In conclusione, si altera il proprio corpo per mandare segnali di salute. La bellezza non è altro che l’immagine di una persona che appare appunto sana e più questa idea passa, più si rafforza l’attrattività.
Una body builder crea abbastanza disagio in un uomo perché tutto sommato trasmette l’idea di persona atletica, ma non è quella la “salute” in senso stretto. Perché mi sta comunicando forza, e dunque potenziale combattimento, aggressività. Cioè si tratta di una persona che tendenzialmente si scontra con altri esseri, vive all’aperto e quindi il suo corpo è sottoposto a continui stress. La body builder non è in salute come la modella: questo il messaggio che il mio cervello elabora in modo a me inconscio. E comunque la modella è più figa.

Se tutto questo è vero, il trucco non è altro che un elaborato certificato medico, col quale mi attesti il tuo stato di sana e robusta costituzione e l’assenza di patologie invalidanti.

Quindi, care donne, se Max Factor non è un immunologo potete anche evitare di spendere con lui tutti quei cazzo di soldi.
A me basta che vi facciate un check up ogni tanto.

– Sei bellissima, sai?
– Grazie, guarda che transaminasi.
– Hai un corpo meraviglioso.
– E dovresti vedere le mie curve glicemiche.
– Ho voglia di fare l’amore con te.
– Anche io. Spero che il tuo tempo di protrombina sia come il mio.