Ehi raga, ciavete una siga?

RV-AB428_BOGART_DV_20110128005417
Nell’immagine, Humphrey Bogart prima di usare le sigarette elettroniche

La sigaretta elettronica consente di inalare un misto di acqua, glicole propilenico, glicerolo, nicotina, aromi. Dato che provoca sensazioni simili a quelle della normale sigaretta, essendo priva di combustione riduce i rischi per la salute.
È dotata di sistema di riscaldamento di questi vapori; dunque l’idea di avere tra le mani una vera sigaretta è estremamente realistica. Se non fosse una cazzo di sigaretta elettronica.
Parecchi studiosi ravvisano anche nel mero atto di maneggiarla un ulteriore elemento familiare e dunque rassicurante, in grado di farci rinunciare alle tradizionali e dannose sigarette. Ma questo lo si faceva anche da piccoli, con le sigarette di chewingum, quando fingevamo fossero vere: ci prendevamo per il culo, consapevolmente, perché per motivi anagrafici non potevamo permetterci quelle vere.
Oggi? Lo stesso. Senza la scusante dell’età. Cinquantenni sorridenti, dopo anni di Muratti senza filtro, dita ingiallite che ci potresti scrivere senza penna, seduti ai tavolini dei caffè che aspirano aria sporca e calda da piccoli polmoni d’acciaio, non trovando in questo nulla di ridicolo. Finché non passo io a guardarli con gli occhi sbarrati e la faccia di chi ha visto un topo morto, con una sigaretta elettronica in bocca.

Usare una sigaretta elettronica certifica il vostro status di “vorrei ma non posso”.

È questo il messaggio che passa quando passeggiate con questi moderni calumet della tristezza: “Ehi, guardatemi! Non riesco a smettere ma neppure ho le palle per continuare!“.

La sigaretta elettronica è l’equivalente della bambola gonfiabile nel sesso, o del metadone per un tossico: è una soluzione di ripiego perché quella più desiderabile presenta degli inconvenienti.
Nel caso della droga il problema è l’illegalità (scherzo: il costo elevato).
Nel caso del sesso con una donna vera il problema è la donna vera.

Eppure sempre più persone si stanno convertendo alla sigaretta elettronica.

Un’altra ragione per evitarla.

 

Perché la democrazia è come la carta da culo

Quello che “L’Italia è un cesso di posto”.
Quello che “Non andrei mai in Germania”.
Quello che vota Grillo.
Quello che non vota Grillo.
Quello che non mangia carne.
Manco di Grillo.
Quello che è contro chi non mangia la carne.
Quello che poi fa: “ma in fondo ciascuno deve fare quello che crede”.
Quello che risponde: “No, ci sono dei limiti a questa libertà”.
Quello che dice: “Di che cazzo state parlando?”.

Hanno ragione tutti.

Mi sono reso conto che in realtà le prese di posizione non partono da intime convinzioni ma da una serie di fattori che alla fine ci rendono quello che siamo e ci portano a scegliere una parte piuttosto che un’altra semplicemente per caso, abitudine, opportunità, voglia di caratterizzarsi, empatia con chi ha già quella posizione, protesta, desiderio di mostrarsi diversi dagli altri, bastiancontrarismo, turbe.
Quindi, se scrivo una battuta nera, avrò ragione io, che rivendico la forza catartica dello scherzo sulla morte e sulla sofferenza. Avrà ragione chi scrive invece cose più leggere e mi accuserà di giocare con roba in grado di ferire certi animi. Avrà ragione chi mi difende, perché libero di poter scegliere cosa leggere. Avrà ragione chi attacca chi mi difende, perché si è magari sentito chiamato in causa personalmente. Avrò ragione io di nuovo, che sarò pure libero di scrivere quel che voglio. Avrà ragione che mi dirà che in fondo scrivere è una cosa, pubblicare è altra e ci sono sensibilità particolari che.

Così se mangio un hamburger avrò ragione io a scegliere di uccidermi col colesterolo. Avrà ragione l’animalista, che si limita a togliere la vita a lattughe (esseri viventi minori). Avrà ragione il medico, che punta tutto sul discorso-salute. Avrà ragione l’altro medico, che dirà che anche la carne deve rientrare in un piano alimentare equilibrato. Avrà ragione la vegana, che dirà che non è necessario usare carne perché la soia fa miracoli. Avrà ragione quello di prima incazzato ancora sulla mia battuta nera, che è rimasto ad insultarmi anche mentre passavo a quest’altro esempio.

E avrà ragione l’interista, quando si sente defraudato di quel calcio di rigore. E di aver perduto Roberto Carlos (gli interisti non hanno mai superato ‘sta cosa). E avrà ragione l’arbitro, che non l’ha proprio visto. E ha ragione il calciatore, che non si sente di aver commesso fallo. E avrà ragione l’altro calciatore, che il fallo l’ha sentito. Anche se era in tribuna.

E avrà ragione il berlusconiano, che “qual è l’alternativa?”. E avrà ragione il ciellino, che invoca Dio pure dentro le aule istituzionali. E avrà ragione il comunista, e Baffone.

Hanno ragione tutti.

Questo per dire cosa? Che trovo ridicolo accanirsi, azzuffarsi, combattere per far emergere la propria idea o posizione: non è certamente l’unica corretta.
Ogni punto di vista deve essere considerato alla pari degli altri. E non in ossequio ad una generica e buonista visione democratica della vita, affatto. Semplicemente perché quella non è “LA” verità ma una visione delle cose, come altre mille altrettanto valide.

Le opinioni sono degne di rispetto a prescindere.

Questa cosa è banale, scontata, strasentita? Certo. Ma attenzione: qui non si parla di diritto di parola. Affatto. Qui si fa un discorso tutt’opposto: la democrazia non serve. Il diritto di parola è non solo sopravvalutato ma dannoso.

E va eliminato.

Se tutte le opinioni sono ugualmente importanti e se nessuna di queste è in realtà “LA” verità assoluta, è inutile discutere. Che si dia ragione a chi riesce a prendersela.
Questo in genere avverrà con la forza, ma da sempre sono ammesse anche arti subdole come la manipolazione del pensiero altrui, l’inganno, la trappola, il plagio, l’asservimento, la coercizione, la lusinga, la frode, la corruzione, la pressione psicologica, il ricatto, l’imposizione, la repressione, la sopraffazione, la violenza, il trucco, l’espediente, la smutandata pubblica, la scoreggia in auto.

Si tratta di riduzione del rumore mediatico, di ricondurre a unicum una moltitudine di opinioni talmente frammentate da risultare del tutto deleterie per il progresso umano.
A cosa serve dare parola a tutti se tutti hanno poi ragione?

Pensate ad un enorme rotolo di carta igienica. Ogni opinione è uno strappo. Sono tutte ugualmente importanti – gli strappi sono tutti uguali. Non c’è uno strappo più lungo di un altro. Non c’è uno strappo più importante dell’altro.
Magari l’ultimo, ma solo se avete calcolato malissimo.

Ci siamo? Mi seguite?
Bene. Arriva ad un certo punto uno che prende e di queste opinioni – strappi – si pulisce il culo. Non importa quanto l’opinione fosse ben articolata e argomentata. Viene comunque ricoperta di merda. Dall’unico che detiene il potere.

Dunque?

Dunque la mia proposta è: smettiamola con la dialettica, i dibattiti, le discussioni, i comizi, le tribune, le arringe, le Amache, i giornali, i tiggì, le chiacchiere in ascensore, le soap.
So che sulle soap siamo tutti d’accordo.
Che ciascuno faccia quello che deve, per portare avanti le sue idee, i suoi principi. Si prenda il metro di terra dal confine in discussione col vicino. Se ci riesce. Dica che le auto non devono fare più di 130 all’ora e imponga questo suo volere alla Mercedes. Se ci riesce. Faccia cambiare la legge elettorale e se la costruisca a sua immagine. Se ci riesce.

Insomma: si crei il suo mondo. Anche con la forza. Sarà comunque limitato dalle idee e dai principi di uno più forte, più subdolo, più violento, più scoreggiatore, etc.. Applicando così, finalmente anche alle opinioni, il principio della selezione naturale. Principio che ha saputo portarci a questo stadio evolutivo e che mai nessuno ha osato mettere in discussione quanto a capacità di migliorare la nostra specie.
Perché con le opinioni non dovrebbe avere altrettanto successo?

Lo Stato dovrebbe semplicemente astenersi dal fare giustizia e lasciare che si imponga il migliore, in ogni ambito nel quale due o più opinioni venissero a confronto.
Aboliti i tribunali, i giudici, i conciliatori.
Via libera alla giustizia fai da te, ai forconi, agli armamenti pesanti.
Se uno se li può permettere.
Voglio vedere il mio vicino di casa, con la sua mazza da baseball, negarmi la veranda quando gli entro nel culo con un Apache.

Dunque: che da oggi ciascuno cerchi di inculare il prossimo e che vinca il migliore.

Eh? Bravissimi: vedo che molti di voi hanno già iniziato.

 

Pillole di saggezza (1)

A volte mi vengono idee comiche mentre sto per addormentarmi. Allora mi alzo al mattino cercando di ricordare quelle battute brillanti ma niente, sono sparite. Ed è evidente.

Da piccolo volevo fare il benzinaio perché lo vedevo sempre con quel portafogli gonfio di soldi. Poi ho scoperto che non è che tutti quei soldi alla fine restino a lui: mi hanno spiegato che là sono solo di passaggio, che il grosso va ad altre persone. E allora mi sono messo a fare la moglie del benzinaio.

Ho notato che su Facebook è facilissimo litigare con le persone. Questo non dipende dal nostro carattere ma proprio dalla enorme facilità di interazione e dalla eccessiva mole di contatti, nonché dal fatto che la comunicazione mediata favorisce questo genCHE CAZZO STAI GUARDANDO?!

Una volta ho rischiato di investire delle pecore che attraversavano la strada. È che mentre passavano mi sono addormentato.

La mia tastiera è piena di briciole. Ogni anno la cambio perché pulirla diventa impossibile. Sembrerà uno spreco ed uno sfregio alla miseria ma quei batteri dopo un po’ iniziano a svaccare e a lasciare briciole sulla tastiera.

Nella scelta dell’automobile il fattore emozione è tutto, molto più di freddi parametri tecnici e aridi calcoli utilitaristici. Che invece hanno un ruolo fondamentale nella scelta del partner.

“I blog ormai sono morti e non li legge più nessuno”. Non ricordo dove l’ho letto, ma mi pare su Facebook.

Avete mai passato una intera giornata così, senza fare nulla, senza altri pensieri che voi stessi, a pancia in su, a vedere il cielo, immobil? Io sì. Solo molte ore dopo è arrivata l’ambulanza.