Nessuno mi può giudicare, anzi no

Noi diamo per scontata la validità di troppi paradigmi del tutto privi di senso.
Vi faccio un esempio: “Io non giudico mai nessuno“.
Ecco, è una frase semplice, con la quale si imposta una posizione di moderazione e saggezza.
Peccato che, nonostante l’eleganza, non abbia alcun senso, tipo fingere di lavarsi le mani quando si va a pisciare.
Non c’entra, scusate.

Tutti giudichiamo tutto, sempre, in ogni circostanza. Fa parte del sistema di valutazione della realtà che ci circonda. Senza giudicare persone o cose saremmo estinti da tempo, tipo i lemmings che si buttano giù dal dirupo perché non giudicano pericolosa la cosa (non sono un esperto di lemmings ma ho questa buffa immagine in testa dai tempi dell’Amiga 500).

– Mia suocera non la sopporto: si intromette sempre nella mia vita, è ossessiva, pretende di educare lei i miei figli!
Ecco, io la sto giudicando. E faccio bene perché è una figura umana che ha un impatto reale nel mio quotidiano. Ho bisogno di parametri per gestire il mio rapporto con lei, dunque devo emettere giudizi.

– Ma hai visto Maria al funerale? Ti pareva un abbigliamento consono a una circostanza così triste, quella gonna stretta e corta?
Ecco, io la sto giudicando. E faccio bene perché ho bisogno di parametri di riferimento sulla rispondenza delle persone ai miei canoni sociali per scegliere se stringere o allentare legami. La giudico, eppure non mi è poi così dentro la vita.

– Quel politico mi fa schifo: prima sta da una parte, poi da un’altra, un viscido incredibile.
Ecco, io lo sto giudicando. E anche pesantemente, senza sapere poi granché dei perché di certe scelte che – ho già emesso sentenza – bollo immediatamente come ripugnanti. Lo giudico, senza sapere troppo, senza che mi entri troppo nella vita.

– E’ verde, ma ti muovi, coglione!
Ecco, io lo sto giudicando. Pesantemente. Ho emesso sentenza, senza sapere se quella persona magari era distratta perché ha ricevuto una terribile notizia poco prima, se sta andando a suicidarsi, se…

Giudicare è parte della vita, lo facciamo continuamente, per prendere decisioni immediate o posticipate, per farci una idea circa i nostri comportamenti, priorità, opportunità.
In certi casi, molti casi, emettiamo frettolosamente sentenze inappellabili.
– Con Tizio ho chiuso: è un idiota.
– Chi ama così tanto un cane ha dei problemi.
– Chi non ama un cane ha dei problemi.
– I vaccini causano autismo.
L’ultimo esempio è il tipico caso di giudizio frettoloso, basato su errate conoscenze. Ed è uno dei pochi casi in cui possiamo sì cercare di chiedere alla persona di rivedere la sua sentenza. Perché emessa senza adeguata istruttoria, un po’ come tutte le sentenze fin qui esaminate, ma questa pericolosa per terzi, perché la sua sentenza è in grado di incidere pesantemente nella mia vita.

Dunque, quando qualcuno vi dice di non giudicare, probabilmente sta solo soffrendo la vostra sentenza, che contrasta con la sua.

Io non giudico mai” è giudicare chi giudica sempre. C’è un giudizio di disvalore su chi giudica.

Io non giudico mai se non conosco la situazione” è solo una precisazione che elegantemente ti chiede di non emettere sentenza contrastante con la tua. Giudicandoti negativamente, eh.

In ultimo: “Non posso giudicare quel comportamento perché non sono nella testa di quella persona” è un palese giudizio negativo sulle persone che invece stanno operando una proiezione del sé su chi ha fatto qualcosa che ha scatenato commenti. Chi giudica sono semplicemente persone che stanno “emettendo sentenze” del tipo “Se io fossi stato al suo posto avrei fatto così”. Ecco, questo è umanissimo, ci serve per “prepararci” alle eventualità della vita.

I titoli servono a volte per emettere giudizi più compiuti (I vaccini non causano autismo, sono un medico, ho i titoli per dirtelo), ma non servono per la proiezione del sé. Non ho bisogno di conoscere diritto della navigazione per emettere un giudizio sul caso Schettino, non ho bisogno di essere un criminologo per emettere un giudizio su chi ammazza i genitori. La valenza di questi giudizi poi è tutta personale, certo, ma “Io non giudico” è la più grossa bugia vi possa essere raccontata. Non apprezzate mai questa frase, è falsa, nasconde già la sua negazione, ti sta proprio giudicando.

Senza giudicare situazioni e persone saremmo bocce ferme, immobili, in attesa del nulla.

Ma pure un giorno da pecora è ok

Un leone si esercita in un tiro da tre durante un’amichevole

Perché non possiamo pensarla tutti allo stesso modo?

Voglio dire: è davvero una buona cosa essere tutti diversi? Pensate agli animali, i leoni per esempio: non è che un leone prende e decide di diventare, che so, vegano, o testimone di Geova, o grillino. Un leone fa il leone, mangia gnu, scopa, dorme, scopa, dorme, scopa, dorme, scopa, dorme, mangia gnu.

Perché l’uomo deve per forza differenziarsi dalle bestie dal punto di vista negativo?

Tutta questa diversità di idee, cosa porta di buono?

Pensate all’Italia, agli scontri politici, alle tensioni sociali, alle divergenze familiari. Ci si scanna per uno spazzolino fuori posto. Avete mai visto uno gnu commettere uno gnuicidio per uno spazzolino fuori posto? Ma già solo impugnarne uno sarebbe un casino, con quegli zoccoli.

Insomma, lo gnu fa lo gnu: cerca erba, è secca, vabbè ci accontentiamo, mangia erba secca, è finita, cerchiamo altra erba, non c’è, muoviamoci di migliaia di km, ma cerca più vicino! No, dobbiamo fare migliaia di km, manca molto? Moltissimo, uff, ho sete, ho fame, CRISTO UN LEO….

E insomma, lo gnu fa lo gnu, non si mette a scendere in piazza per la pensione, non contesta la legge elettorale, non soffre la malasanità.

L’evoluzione ci ha resi veramente migliori? Beh, forse dello gnu sì, ma un leone non vive meglio?

Pensateci.

Per quello si dice “Meglio un giorno da leoni…”.

È che io continuerei con “Che cento giorni da essere umano”, perché le pecore, al giorno d’oggi, non stanno meglio di noi?

Una pecora mangia erba, mangia erba, mangia erba, dio quanta erba, nient’altro che erba, devo cacare, fatto, altra erba, altra erba, altra erba, nessun pericolo, lupi zero, del resto ci sono i cani che ci difendono, altra erba, altra erba, ma non si scopa mai, altra erba, altra erba, ah, si avvicina il pastore, allora si scopa.