“Brulico d’immenso”
così avrebbe dovuto.
Niente lumi, no Brumaio né Germile.
“Brulicare” invece.
Vivacità,
movimento,
gente gente gente.
“Brulico d’immenso”,
vuol dire niente,
ma è poesia
e la poesia non sempre vuol dire.
Niente.
“Brulico”,
il tempo sarebbe stato lo stesso,
e pure a scuola, da piccoli:
“mi piace, è una roba corta”,
Simona, prima media
che pochissimi anni dopo avrebbe virato quel pensiero
a novantagradi.
Renata Del Priore
insegnante
– “Brulico”, perché “brulico”, Di Girolamo?
– Boh
Chiudendo ogni cerchio d’ermetismo
Poi con “Brulico” mai alcuna poesia famosa.
Perdere un’occasione.
“Brulico”,
quelle parole che più le ripeti e più perdono il significato,
e ne prendono un altro.
Cambio di consonante:
un paese di montagna.
Doppio scarto:
un animaletto strisciante.
La Settimana Enigmatica,
la rivista con più tentativi di comprensione.
Brulico d’immenso,
poesia ermetica
Charlotte Rampling,
attrice.
Ma forse è più futurismo.
Domani sicuro.