Alle volte…

 

Scendo le scale, arrivo in piazza, in fondo.
– toh, sono dispari
e vai avanti.
Importanza della questione prossima allo zero.
Ma è una bella giornata, non hai altri pensieri e magari fantastichi un po’ su quella cosa. E rifletti: stai progettando una scalinata? Perché fare 13 gradini? Ne fai 12, un filino più alti. O 14, comodi comodi.
Poi pensi che magari non c’è dietro alcun progetto: si disponeva di certi blocchi di marmo, di determinate dimensioni, e si sono utilizzati quelli. Blocchi che serviranno anche altrove. Dove magari le scale alla fine saranno pari.
Amen.
Ma il pensiero non ti abbandona.
– 13 scalini… 13 scalini…
Non che sia un fanatico delle scale pari, intendiamoci. Ci sono ben altre priorità quanto a numeri pari. I coglioni, per esempio. Ma quando prendo il passo in un certo modo poi un po’ mi rompe doverlo rimodulare perché avanza un singolo scalino, se avevo iniziato a farli a due a due. Niente di importante ma – penso – mi impegna quella manciata di sinapsi che potrei mantenere libere per cose più utili, tipo guardare il colore dell’ultimo scalino e confrontarlo con il precedente. Oppure prestare più attenzione all’esatta forza impiegata dalla gamba destra per fare un immediato paragone con quella della sinistra. O ancora valutare un cicinino meglio il livello del fiatone all’ultimo scalino per riportarmi alla memoria la stanchezza provata il giorno prima.
Trovo dunque poi non così marginale il fatto che quegli scalini siano dispari.
Anzi, più ci penso e più mi sembra qualcosa da evidenziare. Magari da segnalare.
Ecco, segnalare il problema alle autorità, prima che questo diventi qualcosa di ancor più grave di quanto già non sia.
Perché mi sto rendendo conto che quegli scalini, così dispari, così incredibilmente diversi da scalini pari, mi stanno togliendo la vita.
Non riesco più a pensare ad altro!
Perché dispari? Perché?!
Ormai sono dentro una spirale senza uscita: gli scalini dispari! Li hanno messi per farmi impazzire!
C’è un preciso piano dietro, ordito da chissà quali potenti entità, per trascinarmi chissà dove!
Non c’è alcun motivo, nessuno, perché siano dispari! Siamo nel 2011, possibile che non ci sia la tecnologia adatta a creare una scalinata pari? E’ ovvio sia stata progettata in quel modo col solo fine di farmi uscire di senno!
Comincio a pensare che esista Dio, e che ce l’abbia con me. Che l’inferno è quel che sto vivendo qui, oggi!
Mi siedo, madido di sudore, occhi sbarrati. Mi volto. Là quella maledetta scalinata.
Ossessivamente non posso far altro che ricontare gli scalini:
– uno…
– due…
– …
– dieci…
– undici…
– dodici.
Dodici.

Niente, errore mio.