Iter consigliato

Avevo perduto ogni speranza di poter vivere ancora il suo calore.
Era bellissima, Dio mio, bellissima.
Ma distante.
Una spalla emergeva timida da quella odorosa, sottile fibra di maglina come il sole farebbe da un manto di cirri all’albeggio. Incantato, incantatore.
Quei seni annichilivano ogni idea contraria all’esistenza di Dio.
Il chiarore che emanava quella pelle sembrava volesse insegnare a vestali vergini l’arte della purezza.
Ma restava là, come assente. Non si sottraeva al mio amore ma sentivo chiaramente che il suo spirito era altrove.
Pensai di chiederle qualcosa ma esitai, certo di non ottenere risposta.
Fu un triste, freddo amore quello che consumammo sul talamo che ci vide complici.
Forse la sequenza corretta era: stupro-sgozzamento.