È nato. Morto.

È nato un blog che accoglierà mie ed altrui robe cinicissime, pesanti, nere e oltre i limiti della decenza (non della satira).
Vi partecipo insieme ad un gruppo di squilibrati rifiutati anche dalle strutture di Madre Teresa. Nonostante nessuno di loro abbia mai abortito (se sei fan di Madre Teresa non l’hai capita).
Insomma, siamo qui:

http://umoremaligno.blogspot.com/

Paragoni

Se Dio sta là a segnarsi le scopate della gente, non vi pare francamente eccessiva la stima che si nutre nei suoi confronti?

Voglio dire, la parrucchiera di mia moglie fa lo stesso.

Piccole (ma piccole) donne

Madre Teresa ha passato la vita tra i lebbrosi. Solo che lei sopravviveva.

Madre Teresa ha fatto tanto per l’umanità. Peccato non sia rimasto nessun testimone oculare.

Madre Teresa per tutta la vita è rimasta contraria all’uso del preservativo. “È così scomodo per i cumshot” si è giustificata

Madre Teresa ha passato la vita negli ospedali. Ma mai in uno psichiatrico.

Nel 1948 ebbe l’autorizzazione dal Vaticano ad andare a vivere da sola nelle periferie degradate delle metropoli, a condizione che continuasse la vita religiosa. Eh! avrebbe potuto darsi alla bella vita

Madre Teresa ha passato la sua esistenza in mezza a miseria e malattie. Avrebbe potuto però far qualcosa per quella postura.

Madre Teresa di Calcutta era un’impostrice. Non era madre.

(e non era di Calcutta).

(nè si chiamava davvero Teresa)

Madre Teresa si è fatta ben volere da tutti. Alla lebbra però stava un po’ sul cazzo.

Madre Teresa è stata proclamata beata. Non appena ha lasciato l’India.

Madre Teresa baciava i lebbrosi.. Ma solo perché, con quel fisico, non si poteva permettere di meglio.

Madre Teresa fino alla morte si è portata dietro il ricordo dei suoi lebbrosi. Un orecchio.

Madre Teresa è stata ripresa in molti documentari ma io la ricordo benissimo nella scena del bar di Guerre Stellari.

A Madre Teresa venne dedicato anche un francobollo. Se lo lecchi: ti prendi la lebbra.

Ricevette diverse laureae honoris causa da parte di diverse università in cerca di facile pubblicità.

Nel 1999 fu eletta “persona più ammirata del XX secolo”. Subito davanti a Sharon Stone.

(E questo fa capire che anno di merda sia stato il 1999)

Famosa in tutto il mondo, Madre Teresa ci ha lasciato un grande insegnamento: non tutte possono fare le veline.

Madre Teresa: “Ho sempre detto che dobbiamo aiutare un indù a diventare un indù migliore, un musulmano a diventare un musulmano migliore ed un cattolico a diventare un cattolico migliore”.E gli atei una ottimo concime per campi.

Il Guardian nel 1996 denunciò le condizioni dei bambini orfani, che vivevano nelle strutture di Madre Teresa, oggetto di abbandono e di sevizie fisiche e psicologiche. Nel 2010 copincollò l’articolo sostituendo la parola Irlanda.

Madre Teresa “Sento che oggigiorno il più grande distruttore di pace è l’aborto”. Questo orribile strumento del demonio che non consente la procreazione di nuovi lebbrosi su cui speculare.

Si vuole santificare Madre Teresa per miracoli che avrebbe compiuto. A me è sempre piaciuto il suo trucco della miniaturizzazione.

Madre Teresa: una grande donna. In un corpo francamente cessissimo.

Se bagni una suora esce Madre Teresa.

(e non darle da mangiare dopo mezzanotte . Potrebbe riempirti la casa di bambini poveri)

Madre Teresa faceva di tutto per mettere a proprio agio i lebbrosi: anche assumerne l’aspetto.

Madre Teresa ha sempre adorato Gesù Cristo. Come tutti i necrofili.

Se in un duello tra Madre Teresa e Yoda punti “su quello che sembra un alieno” i bookmaker vanno in confusione.

Ho una medaglietta con l’immagine di Madre Teresa. Perde i pezzi.

Le ultime parole di Madre Teresa sono state rivolte a Dio. E a un non meglio precisato animale domestico.

Madre Teresa non ha mai contratto la lebbra. Ma non ha mai condiviso il suo segreto con gli altri lebbrosi.

A dimostrare la sua vicinanza, Madre Teresa toccava sempre i lebbrosi. Sulle caviglie.

(Madre Teresa non è più tra noi. Vedi? Scherza, scherza col fuoco…)

Non si direbbe, ma in “quei giorni” Madre Teresa era veramente intrattabile.

[Scritto da: Asc, Castorovolante, Kra, Uomomordecane, Van deer Gaaz]

Il mio amico immaginario. “Amico” un par di palle.

Il mio amico immaginario mi ha detto che non esisto.
Lui, a me.
Ieri, prima di cena ha preso e ha sparato ‘sta cosa. Io lì per lì nemmeno volevo dargli peso, ero stanco e volevo solo mangiare e andare a dormire, ma lui insisteva.
Insomma, voleva farmi credere che fossi io, l’amico immaginario e che la realtà reale fosse quella sua.
Che poi, ci ho ripensato, magari per lui è davvero così. Ma io so di essere reale, dai. Sto scrivendo ora, no?
– No, in effetti.
– Uh, che ci fai qua?
– Voglio dimostrarti che sono io quello reale, come detto ieri.
– Ma ti sembra il momento?
– Ne trovi uno migliore? Così tutti capiranno che sono io quello vero e tu solo un parto della mia fantasia.
– Guarda che è un dialogo scritto, il lettore non capisce davvero chi stia scrivendo cosa.
– Questo dovrebbe già dimostrarti che affermare che sia tu quello reale è quantomeno azzardato.
– Tu sai che il lettore sa perfettamente che questo dialogo nasce integralmente dalla stessa persona, vero?
– Certo. Ma quella persona sono io.
– Ti sbagli caro, tu sei solo il frutto della mia fantasia.
– O lo sei tu, della mia. O della tua stessa.
– Mi sono perso.
– Vedi?
– Cosa vuoi dimostrare?
– Beh, nulla in effetti. Se non che stai tirando su un dialogo idiota tra due persone che in realtà sono una sola che finge siano due simulando sia la stessa.
– Ma non eri tu a fare tutto questo?
– Me ne guardo bene. Son quello sano, io.
– Sai, stai peggiorando. Una volta scrivevi cose intelligenti.
– Ma non eri tu a scriverle?
– Già.

Restare annichiliti

Alcuni mi dicono che scrivo in modo disomogeneo, senza uno stile unitario. Dicono che sperimento in modo ossessivo e non si capisce dove andrò a parare. Manca del tutto un filo che riconduca le mie cose ad un unico pensiero.
E questo non va bene.

Altri mi dicono che scrivo in modo disomogeneo, senza uno stile unitario. Dicono che sperimento in modo ossessivo e non si capisce dove andrò a parare. Manca del tutto un filo che riconduca le mie cose ad un unico pensiero.
E questo è molto bello.

Domani li porto all’acceleratore del CERN e li faccio scontrare.

“Infinitamente buono” reloaded

Quando ero un ragazzino mi sentivo buono. Andavo a scuola, ero bravo anche, e non facevo nulla che fosse ascrivibile al “male” come lo intendevo allora.
Sentivo alla tv di guerre, omicidi, stragi, ritiro dal commercio di succosissime creme spalmabili e di ogni altro crimine contro l’umanità mentre io non facevo nulla di tutto questo.
Pensavo inoltre: “ma questa gente non capisce che poi va all’inferno? Non ha paura?”.
Ed ero forte di tutto ciò: ero il buono e dunque stavo tranquillo.
Poi sono cresciuto e mi son reso conto di tante cose: non mi sento più il buono, nonostante non ammazzi nè stupri nessuna.
Ma solo perché non riesco più a semplificare la visione della vita come allora.
Non vedo più un bene o un male assoluti.
Nè penso che ci sia un Dio col taccuino a prendere nota delle mie cose.
Parlando con uno che invece crede, riconosco nelle sue parole la stessa mia sensazione di quando ero piccolo: si sente buono, ma non nel senso assoluto del termine. Comunque dalla “parte giusta”, quella dove c’è Dio. Mentre gli altri sono liberi di sbagliare nel non crederci.
Dalla loro hanno una iconografia monumentale e due millenni di costrizioni letterarie. “costruzioni”, scusate, il correttore ortografico. Ma quel che più conta è proprio il sentirsi sulla sponda corretta.
Dunque è abbastanza ingenuo, da parte mia, cercare di convincerli che ci sono palesi incongruenze in tutto ciò che hanno accettato di vivere, in un Dio onniscente ma che ci lascia libero arbitrio; onnipotente ma che vuole da noi un certo comportamento; amore infinito ma capace di lasciarti bruciare nelle fiamme eterne se desideri una bella donna.
Parlare di queste cose con chi crede è perfettamente inutile.
Perché loro sono i buoni.
E vedono me come quello che un po’ c’ha ragione, ma è troppo cazzone per avercela davvero.
Intanto un’altra giornata è passata. Dalla parte giusta.
Pascal aveva ragione: conviene credere.
È che trovo estrema difficoltà nel fare ciò che conviene, quando a me viene più naturale fare ciò che ha un senso.
E comunque: da piccolo tenevo agli indiani, quando i film di John Wayne ce li dipingevano come violenti e sanguinari assassini. Erano i cattivi. Allora.
E io mi sentivo un po’ sbagliato.
Allora.

“Infinitamente buono” ‘sto par di palle

Quando da ragazzino facevo la comunione, poi mi andavo ad inginocchiare. E quello era un momento oscuro. Non sapevo cosa dovessi fare.
A catechismo mi spiegarono che avevo appena assunto il Corpo di Cristo e per questo dovevo fare opera di pulizia interiore, lo dovevo accogliere nel migliore dei modi, offrirgli un Crodino, non so.
Mi fu anche detto che dovevo chiedere perdono per i miei peccati (ma mi ero appena confessato!), fare penitenza. E io mi sforzavo di trovare in me un senso di profonda colpa, che pero’ spesso latitava. Cio’ mi faceva sentire in colpa. E il cerchio si chiudeva correttamente. L’autoinduzione del senso di colpa era passaggio necessario per far contento Gesù. Perchè Gesù dovesse essere felice in caso di mio senso di colpa era mistero.
Insomma, capii che lo scopo di quella manfrina era stare male interiormente, trovare le magagne, rimarcare i propri errori e misfatti.
Dovevo sentirmi un verme, insomma. Più mi ci fossi sentito, più Gesù avrebbe agito dentro di me, un po’ come il bifidus.
A quell’età non avevo gli strumenti per analizzare. Ora li ho e voglio dirti: “oh Gesù, io non mi ci sentivo in colpa, va bene?! Ero un bambino, giocavo, non ammazzavo nessuno (allora).
E l’Atto di dolore, e “mi pento e mi dolgo” e “peccando ho offeso te”…
Oh, ma che cazzo!
Oggi trovo estremamente scorretto quel che mi hai fatto patire.
Non ti ci ho messo io in croce. Giocavo con le biglie, io.
Questa tua è una ritorsione, non un atto d’amore.
Pentiti, Cristo!

Scherzi a parto

È povera, le tolgono il figlio subito dopo il parto. La donna si dispera: “Vendendolo a pezzi ne avrei ricavato molto di più”.

È troppo povera quindi le tolgono il figlio. Così è rimasta pure senza cena.

Subito dopo il parto, una giovane madre in difficoltà economiche si è vista sottrarre il figlio, dal Tribunale. L’hanno sostituito con un più confacente neonato extracomunitario.

È troppo povera, le tolgono il figlio subito dopo il parto. E lo sostituiscono con uno usato.

È povera, le tolgono figlio dopo parto. Coraggio, dai, guarda il lato positivo: vacanze libere!

Una giovane in difficoltà ha partorito e le hanno portato via il figlio subito dopo il parto. Sempre più crudeli “gli altri” di Lost.

È povera e le tolgono figlio dopo parto. Però le rimangono 2 tette enormi.

Trento: È povera e le tolgono il figlio appena dopo il parto.
Trento: Una macelleria del posto ha un ottimo nuovo ingrediente per gli hamburger.

È povera: le tolgono il figlio dopo il parto. Potevano farlo prima, ma perchè togliersi il gusto di vederla soffrire?

Della giovane non si conosco le generalità, i giornali, per rispettare la privacy, la chiamano “la stracciona”.

Le tolgono il figlio perchè è troppo povera. E non sa fare bene i pompini.

Giovane madre partorisce figlio, ma è troppo povera e le viene sottratto. Fossimo stati 2000 anni addietro ora avremmo un nuovo idolo.

È troppo povera, le tolgono il figlio dopo il parto. È troppo ricca: le ammollano figlio di una povera.

Guadagna 500 euro al mese, gli tolgono il figlio appena partorito. Fortuna che non era nullatenente: l’avrebbero soppressa.

La madre potra rivedere il bambino solo fra 8 mesi. Ma solo se avrà tenuto lo scontrino.

È troppo povera e le tolgono il bambino. Forse glielo restituiranno quando lui avrà 9 mesi. E potrà andare a cucire i palloni in Niger.

È troppo povera, le tolgono il figlio dopo il parto. appena verificato che non è negro.

È troppo povera, le tolgono il figlio dopo il parto. Il bimbo, per protesta, caca dappertutto.

È troppo povera, le tolgono il figlio dopo il parto. Così impara a non abortire.

L’avvocato della donna è andato su tutte le furie. Un po’ per la decisione che ha preso il giudice, un po’ perchè lei non gli ha pagato la parcella.

Madre povera partorisce bambino. L’ennesimo caso di malasanità.

E’ troppo povera, le tolgono il figlio dopo il parto. Lei, per ripicca, ne fa un altro e lo abortisce.

Tra le motivazioni della sentenza: “La madre del bambino è così povera da non potersi permettere neanche un preservativo”.

Ad una giovane madre è stato tolto il bambino siccome è troppo povera. “Non lo era prima di diventare mia cliente” la giustifica l’avvocato.

E’ troppo povera, le tolgono il figlio dopo il parto. Quest’anno la rottamazione è davvero selvaggia.

È troppo povera, le tolgono il figlio. E lo sostituiscono con un figlio benestante.

“Il fatto quotidiano” : “Madre è troppo povera. Figlio tenta la fuga, aiutato da un Giudice.”

La madre era così povera che 9 mesi prima non aveva neanche le mutande.

E’ troppo povera, subito dopo il parto le tolgono il figlio. Dal cestino delle offerte.

Lei è povera così le sottraggono il figlio. La donna ha un reddito di circa 500 euro al mese. Non c’è pace per Nathan Briatore.

È troppo povera, le tolgono il figlio dopo il parto.Ma le hanno lasciato le smagliature.

E’ troppo povera, le tolgono il figlio dopo il parto. La poverina si difende: “non ho mai nascosto a nessuno la cosa. Ho disseminato di indizi il mio blog. Sono solo citazioni”

[Autori: Archi il Leone, Asc, Castorovolante, Kra, Orio, UomoMordeCane]

“a” come ncona.

Discutevo di dismorfismi e paramorfismi con una riproduzione 2:1 di Valentino Rossi (avevate notato? Ha la gobba; sta sempre piegato, a dir la tuta) quando ho focalizzato il perchè della mia aria nella pancia mentre dormo: credo sia da ascrivere all’aerofagia, ma io preferisco scrivere ll’erofagia (l’a privativa mi ha sempre creato una certa cidità. Ora che ci penso, ma “acidità” allora significa “mancanza di cidità”? Non oso pensare alla “mancanza di more”).

Mentre riflettevo sull’aerofagia (proiettando cosi’ luce su dei peti), mi sono fermato a fare conversazione per strada con un passante. Veniva da una storia dolorosa: s’era appena distaccato dal suo pantalone. E per di piu’ aveva problemi a livello di tendine d’Achille (che poi non ho mai capito questa passione per le tendine da parte di un eroe mitologico, non fa molto virile).

Insomma, discutendo di amenità varie è saltato fuori che era un dottore e mi ha consigliato un farmaco formidabile a base di Vov e dossier segretati: da quando lo assumo regolarmente non mi fa piu’ nemmeno rivendicazioni sindacali.

Riesco anche a dormire tutta la notte senza mai rigirarmi: certo, una parte viene molto piu’ croccante dell’altra ma dopo un po’ ci si bitua (sempre la storia dell’a privativa).

A proposito di dormire: mia moglie si lamenta perchè adesso, di notte, senza la mia aerofagia le manca l’aria. Io le ripeto sempre che c’era sì piu’ aria ma era viziata ma a lei non interessa parlare di metodi educativi. Insomma, le manca l’aria e si lamenta. Vero anche che un po’ soffre d’asma ma penso dipenda piu’ dal fatto che proprio non riesco a smettere di premerle un cuscino sulla faccia.