– Non saprei quando.
– Si sforzi di ricordare- L’uomo che poneva domande sembrava del tutto a suo agio. Un modo di fare completamente asettico naturale, come se quello che aveva di fronte fosse normale.
– Ma, così, direi, che so, sei mesi fa.
– Sei mesi fa. E’ sicuro? – portando la penna al taccuino ma senza incidere nulla piu’ che un punto.
– Certo che no! L’ho appena detto!
– Diciamo comunque che sei mesi possono essere un tempo ragionevolmente esatto.
– Diciamo – tenendo a stento uno sbuffo.
– E com’è iniziato?
– Con un ronzio, l’ho già ripetuto mille volte.
– Abbia pazienza, sto solo facendo il mio lavoro. Che tipo di ronzio?
– Tipo acufene, ma piu’ simile al rumore proprio del ronzio animale.
– Come una mosca? Oh, mi scusi – sollevando un palmo della mano.
– Niente, – scuotendo appena le spalle – ci sono abituato. Comunque sì, proprio come una mosca nell’orecchio, ma dapprima lontana…
– E col passare dei giorni sempre piu’ forte?
– Sì, piu’ netto, il ronzio, piu’ chiaro. Si distingueva sempre meglio dai rumori di sottofondo. Adesso pero’ quel ronzio è sparito.
– Insomma, come se una mosca le fosse entrata in un orecchio e poi si fosse fusa con lei…
– Se fosse possibile una cosa del genere direi di sì.
– La nostra casistica annovera centinaia di casi apparentemente assurdi…
– Dunque non sono il primo?
– Certo che è il primo!
– Ma…
– Come mosca, intendo. Abbiamo avuto l’uomo-palo-del-telegrafo, uno che si era fuso con un palo appunto dopo una scarica di un fulmine, l’uomo-metano, per via di certe flautulenze incredibili, ci faceva il pieno all’auto, sa? e circolava pure la domenica. E c’era l’uomo a rotelle, un caso stranissimo di uno che per muoversi usava una cosa tipo sedia ma con due grandi ruote dietro e due piccole davanti…
– E che c’è di strano?
– Be, diventare tutt’uno con un palo del telegrafo strano lo è.
– No, dico, quello che era su una sedia a rotelle…
– Ah, quello. Beh, se a lei sembra normale muoversi su ruote… io uso le gambe.
– Ma magari quello le gambe non le poteva usare!
– E perchè?
– E che ne so io… mille motivi!
– Stai a vedere che adesso abbiamo trovato uno scienziato.
– Ma lei è completamente deficiente!
– Ma almeno non sono una mosca, io.
– Mi sta prendendo in giro?
– Faccio solo domande. Mi dica allora dell’evoluzione di questa trasformazione…
– Eh, va bene, sì… poi vennero quelle desquamazioni – abbassò gli occhi ed insieme il tono della voce.
– Ho visto le foto…
– E pensi che quelle foto le ho fatte solo pochi giorni fa. Guardi adesso!
– Già, ma stia tranquillo, vedrà che ne verremo a capo.
– Non ci crede nemmeno lei, vero?
– Uh, ma no… cioè sì, certo che ci credo. I migliori medici stanno valutando il suo caso, sa?
– E cosa hanno risolto finora?
– Dia loro tempo, vedrà che…
– Certo… – voltandosi da un lato. Accavallo’ le gambe e si accese una sigaretta – Io intanto cosa dovrei fare?
– Stia calmo e cerchi di collaborare. Mi hanno detto che ha rifiutato di sottoporsi ad alcune analisi.
– Le sembra che possa tollerare di assaggiare quella merda? – sbotto’.
– Non la chiami cosi’, capisco non sia nouvelle cuisine ma…
– Forse non ha capito: era proprio merda!
– Letteralmente?
– Letteralmente.
– Pero’… Tutte le mosche adorano la merda…
Balzo’ in piedi! – Io non sono una mosca!
– Le ali la contraddicono…
– Non ho scelto io che mi spuntassero. E poi sono atrofiche, non vede? Non mi sollevano di un centimetro!
– Perchè forse lei non si applica. Ha provato ad esercitarle un po’?
– Non ho nessuna intenzione di sviluppare le ali!
– Come crede, io lo dicevo per lei.
– Insomma, lei è venuto qua per spingermi a diventare del tutto una mosca o per aiutarmi?
– Per aiutarla, mi sembra ovvio. Ma la scienza vuole anche delle risposte…
– E pure io, Cristo! Ma come crede che stia vivendo questa cosa?! Sto diventando una mosca! Lei come reagirebbe a quest’assurdità?
– Non saprei. Ma tutti abbiamo i nostri problemi, sa?
– Problemi?! Lei considera la mia trasformazione un “problema”?!
– Ah, vede che mi dà ragione allora? Neppure per lei è un problema…
– Certo che è un problema!
– Mi ha appena detto di no…
– Non ho affatto detto di no! La mia era una… lasci perdere.
– Mi parli un po’ di sua moglie: come ha vissuto questa sua scelta di mutazione?
– Scelta?!?
– Decisione…?
– Oddio! Ma lei crede che io, un giorno, abbia scelto di diventare quello che sono adesso? Una mezza mosca?!
– Non saprei. Me lo dica lei.
– Allora una cosa gliela dico davvero: ho perso tutto. Moglie, lavoro, vita. Tutto! – Si lascio’ cadere pesantemente sulla sedia passandosi le mani tra i capelli. O quello che erano diventati.
– Sua moglie quindi l’ha lasciata a causa della sua trasmutazione?
– Certo! Lei resterebbe sposato con una mosca?
– Ahahah, vuole scherzare? Sposato con una mosc… ehm, scusi.
– Complimenti per il tatto.
– Scusi tanto. Pero’ credo che in un matrimonio occorra anche accettare i difetti dell’altro.
– Stiamo parlando di una mosca!! Insomma, se ne rende conto?! Ero un uomo e adesso sto diventando una mosca! Con tutti i crismi: corpo tozzo e peloso, repellente…
– E poi, per il corpo tozzo, come dice lei, anche prima, dalle foto vedo, non era tanto slanciato.
– Lei mi sta decisamente prendendo per il culo… bzzz…
– Cos’ha detto?
– Che mi sta prendendo per il culo.
– No, dopo!
– Niente. Bzzz..
– Ecco, l’ha detto di nuovo!
– Cosa?
– Bzzz..
– Bzzz…?
– Esatto!
– Ma bzzz io bzzzz…
– Cosa mi vuol far capire? Cosa mi sta dicendo?
– Oddio! Adesso bzzz… nemmbzzzz. le parolbzzz…. aiutbzzzzz…!
– Fermo, venga qui! Non svolazzi per tutta la stanza!
– Bzzzz… bzzzz….
– Cosa? Scenda! Le sembra il caso di stare su un lampadario?!
– Bzzzz… bzzzz….
– Venga qui le dico!
– Bzzzz… bzzzz….
– Insomma!
[SPLATT!!!]
– Mosca del cazzo!
– Che succede qua? Dov’è quello che stava diventando una mosca?
– Mi ha fatto girare le palle, l’ho schiacciato.
– Uff… Sembrava dicesse la verità, questo.
– Mah, non so… secondo me ci marciava un po’.
– Chi c’è adesso?
– Ce ne sono due. Il primo dice che si sta trasformando in un cellulare. E che sente che qui non c’è campo.
– Un telefonino?
– Già.
– Che tipo?
– Un Motorola.
– Cristo, avrei dovuto capirlo quando mi hai detto che non sente campo. Accoppiamolo subito!
– E poi c’è un’altro… dice di essere il figlio di Dio.
– Oddio, Berlusconi?!
– No, c’ha i capelli, parla di miracoli, la gente gli ha dato anche credito…
– Che facciamo?
– Chiama quello là, il santone… ci penserà lui.
– Quello che si crede Gandhi?
– Quello che si crede Beppe Grillo.
– Ottima idea.
– Già.